Moto Morini: la storia mai raccontata del 125 turbo da 140 km/h
Immaginato da Franco Lambertini insieme al collega Luciano Negroni, il 125 volumetrico di Morini si dimostrò potente, anche troppo, e per scrupoli morali fu presto abbandonato
125 Volumetrico
L’idea era chiara: sviluppare una 125 4 tempi robusta ed in grado di tenere testa ai 2 tempi dell’epoca senza però dar vita ad un nuovo progetto. Fu su queste basi che agli inizi degli anni Settanta l'ingegner Franco Lambertini decise di applicare un compressore volumetrico al “suo” monocilindrico ad aste e bilancieri. Com’è chiaro, l’adozione del compressore mirava a migliorare l'efficienza volumetrica del motore, garantendo una combustione più efficace e una risposta più pronta all’acceleratore. Su questa base, il monocilindrico con compressore volumetrico permetteva di ottenere prestazioni notevoli per l'epoca, con una potenza massima che superava i 17 CV e una velocità dei prototipi massima prossima ai 140 km/h. Anzi, come ricorda Luciano Negroni, all'epoca ingegnere alla Morini durante alcune prove comparative con la 250 Mono, la piccola 125 “non perdeva un metro”, i cavalli effettivamente disponibili dovevano essere almeno 20. Il tutto con costi contenuti perché il compressore scovato da Lambertini costava poco e si inseriva sul monocilindrico senza problemi particolari.
Le prestazioni però erano ritenute eccessive secondo la signora Gabriella Morini ed il direttore amministrativo nonché vecchio amico e collaboratore di Alfonso Morini Gianni Marchetti, entrambi erano convinti che una simile potenza fosse pericolosa per i ragazzi e che mettere in vendita una moto del genere fosse immorale. E così, per scrupoli, nonostante i costi per lo sviluppo si fossero dimostrati più che abbordabili, il progetto fu abbandonato ed il prototipo della 125 Volumetrica mai nata lasciano nell’ombra e poi dimenticato nei magazzini Ducati quando Morini passo di proprietà. Un vero peccato visto che solo pochi anni dopo case con meno scrupoli proposero stradali a 2 tempi con potenze ben superiori ai 20 CV...
Ecco delle foto d'archivio dell'epoca che ritraggono il prototipo (ormai in disuso) dotato di compressore
Era come un tacchino
Spassosa la storiella raccontata dallo stesso Luciano Negroni a proposito del nomignolo subito affibbiato al 125 Volumetrico. “La prima volta lo mettemmo al banco, nelle fasi di riempimento e di regiminazione, si creava una risonanza talmente simile al verso del tacchino che cercammo in sala prove se era entrato qualche animale. Quando capimmo che non c’era nessun tacchino e che il rumore era provocato da questa risonanza del polmone collegato al compressore, uno dei motoristi scrisse col gessetto Tacchino sul motore. Lambertini la prese male, ci invitò subito a rimediare a questo rumoraccio, e con delle calamite applicate alla lamiera si evitò la risonanza. A noi invece quel rumore piaceva e appena Lambertini si allontanava, toglievamo le calamite e lo facevamo cantare”.