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Moto Guzzi V 50, la classe operaia va in paradiso

Prodotta dal 1977 al 1985, la V 50, presenza familiare sulle strade in quegli anni, ebbe un buon successo commerciale, affermandosi fin da subito come un modello robusto, economico e facile da gestire. Tuttora è una moto usabile senza problemi e anche abbastanza ricercata

Il progetto della V 50 nasceva dall'esigenza di Moto Guzzi di entrare nel segmento delle medie cilindrate, in un mercato cioè dominato dalle Moto Morini 3 1/2 e dalle sportive nipponiche marchiate Honda, Suzuki e Kawasaki. L’idea di Guzzi fu quella di rispondere con un bicilindrico a V di 500 cm³ in grado di mantenere lo schema del motore già utilizzato sue sorelle maggiori. Parole chiave furono in tal senso robustezza, affidabilità e un'eccellente gestione dei consumi. La prima ad arrivare fu la V 50, presto seguita dalla V 50 II e dalla V50 III, nonchè da varianti più specifiche come la V 50 Monza e la Custom V 50 C, oltre alle versioni destinate a Polizia, Carabinieri ed Esercito. Vediamole una per una. 

Moto Guzzi V50 I
 

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Presentata nel1976, la prima versione della V50 fu accolta positivamente grazie in particolare alla facilità di guida e alla prontezza del motore. Con un peso contenuto e una frenata integrale, che tramite il pedale del freno attivava un disco anteriore e quello psoteriore, si rivelò infatti molto maneggevole, nonché ideale per chi era alla ricerca di una moto adatta sia ai percorsi cittadini che al misto. Il motore era un bicilindrico 4 tempi con cilindri a V di 90° fronte marcia raffreddato ad aria, ovviamente con distribuzione ad aste e bilanceri, capace di 45 CV a 7.500 giri e coppia massima di 41,69 Nm a 6.500 giri. Il telaio era a doppia culla scomponibile in tubi d’acciaio, abbinato davanti ad una forcella idraulica con corsa di 125 mm e, al posteriore, ad un forcellone con ammortizzatori idraulici regolabili su 5 posizioni e corsa di 69 mm. Infine il sistema frenante integrale con all’anteriore due dischi da 260 mm e al posteriore un disco singolo da 235 mm morsi da pinze Brembo.  Il tutto per un peso a vuoto di 153 kg ed una velocità massima di 170 km/h.

Nonostante le buone prestazioni generali, non mancarono però alcuni difetti di non poco conto, tra cui la scomodità della sella e la mancanza di un cupolino. Problemi che furono risolti solo in parte con le successive versioni. 
Il prezzo? 2.349.000 lire. A titolo di confronto, tra le concorrenti per cilindrata e tipologia, c’erano in quegli anni la Laverda 500 bicilindrica a 2.497.500, la Ducati 500 GTL a  2.092.500 e la Honda CB500 Four, in listino a 2.444.750 lire. 

Moto Guzzi V50 II
 

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Nel 1979 arrivò la seconda versione, la V50 II, forte di alcuni miglioramenti tecnici. Il motore, ora dotato di un rivestimento superficiale al Nikasil sui cilindri (precedentemente cromati), garantiva per esempio maggiore resistenza e minore usura, mentre i nuovi collettori e la coppa dell’olio ingrandita assicuravano un miglior raffreddamento. Le prestazioni ringraziano, e la V 50 II diventa più sciolta e un poco più briosa rispetto alla prima serie. 
Anche esteticamente si presentava più “curata” rispetto alla versione precedente, con nuove colorazioni e dettagli cromati (oltre al nuovo “rosso Imola” è disponibile l’azzurro metallizzato con filettature su serbatoio e fiancatine) e un cruscotto completamente ridisegnato. Altro punto di forza della V 50 II erano i consumi che, grazie ai rapporti lunghi, rimanevano particolarmente contenuti, attestandosi intorno ai 20 km/l anche a velocità di crociera sostenute. Ciò nonostante, rimasero alcuni difetti di non poco conto, tra cui le finiture (il tappo del serbatoio in plastica lascia ad esempio trafilare benzina col pieno) e, sopratutto, le sospensioni, considerate “sotto tono”, specialmente con la moto carica o in coppia. Il prezzo era invece di 3.800.000 lire.

Moto Guzzi V50 III

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L’ultima evoluzione della serie, la V50 III, arrivò nel 1981 con ulteriori perfezionamenti. Il blocco motore veniva ora prodotto con nuove e più avanzate tecnologie che permisero di migliorarne ulteriormente resistenza e durata, il rivestimento dei cilindri era un Nigusil (Nikel-Guzzi-Silicio), una lega particolare sviluppata da Guzzi. È quello della sportiva Monza presrntata qualche mese prima, quindi valvole maggiorate (aspirazione da 32 a 34 mm, scarico da 27 a 30 mm) e cilindri (con canna al Nigusil) meglio lubrificati. Inoltre sono montati carburatori Dell’Orto più grossi, con diffusore da 28 mm anziché da 24, e del nuovo tipo PHBH in luogo dei vecchi VHB. Le prestazioni non erano certo al livello di tante concorrenti nipponiche (160 km/h di velocità massima non erano poi molti), ma nonostante questo, la V 50 III sapeva difendersi bene anche nel misto, riuscendo a tenere testa a modelli di cilindrata superiore. Velocità e grinta del motore a parte, rimasero tuttavia alcune criticità ancora irrisolte, come la qualità delle finiture e, sopratutto, il comfort, davvero scarso per via della sella dura e delle sospensioni poco reattive. L’impianto mantiene i due dischi anteriori da 260 mm ed il posteriore da 235 mm, con pompa però montata direttamente sul manubrio (sulle prime due versioni della V 50 la pompa era nascosta sotto il serbatoio e sormontata dal barilotto per il liquido idraulico, con conseguente durezza della leva a manubrio). Rispetto alle precedenti cambiano anche il parafango anteriore, la sella ed il serbatoio, che però non sono inediti, ma “copiati” da quelli della V 35 II uscita nel 1980.  Il prezzo era di 3.591.000 lire.

Altre versioni:  V50 Monza, V50 C e Forze Armate


Moto Guzzi V50 Monza 
 

Presentata al Motor Show di Bologna nel dicembre 1980, la V 50 Monza è la versione sportiva della V 500 II e si basa sulla già apprezzata V 35 Imola. Il motore, migliorato con valvole maggiorate e carburatori più grandi, offre potenza ed elasticità: messa alla frusta raggiunge i 172,980 km/h, posizionandosi tra le migliori 500 ccm3 dell’epoca. Il cupolino si comporta bene anche a velocità elevate, ma è ovvio si tratti di una moto sportiva e non da passeggio: la posizione di guida, con manubrio basso e pedane arretrate, non è ideale per lunghi viaggi, il passeggero soffre sulla sella dura e poco spaziosa e l'installazione di borse laterali è difficile. Disponibile nei colori rosso, azzurro e grigio metallizzati, la Monza si distingue dal punto di vista estetico per le strisce decorative e catarifrangenti sul cupolino.

Moto Guzzi V50 C
 

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Nata negli USA, la moda custom comincia negli anni Ottanta a diffondersi anche in Italia. Alle giapponesi spuntano ampi manubri e selloni extra-large, pneumatici posteriori sovradimensionati e serbatoio arrotondati.  Moto Guzzi non rimane indietro con la V 50 C (dove la C può stare sia per Custom che per California, a omaggio della maxi sorellona già in produzione). Presentate al Salone di Milano nel novembre 1981 sfoggia un abito completamente nuovo, con serbatoio a goccia, sellone ampio, parafanghi lucidi e manubrio alto e largo. Ovviamente, la ciclistica subisce radicali modifiche: la forcella è presa dalla V 65 e gli ammortizzatori presentano un design oleo-pneumatico, montati in posizione capovolta, il forcellone viene allungato di 4 cm e ampliato per accogliere la nuova gomma da 130/90-16”. Il motore è invece lo stesso della V 50 Monza.

Modelli Polizia e Forze Armate
 

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Sin dalla sua prima versione, la V 50 è stata prodotta in specifici allestimenti per le Forze dell'Ordine, come Polizia Stradale, Carabinieri e Polizia Municipale. Le varianti per le forze di polizia seguono l'evoluzione del modello civile, integrando nel design tutte le innovazioni ripassate qui sopra. “In divisa”, V 50 destinate alle Forze dell’Ordine sono equipaggiate con accessori fondamentali per svolgere efficacemente le loro funzioni, come ad esempio sirene e lampeggianti. Particolarità sono il cupolino protettivo con parabrezza, i paracilindri integrati, i paragambe, i paracolpi posteriori e le borse metalliche fisse. La colorazione varia: bianco-celeste per la Polizia Stradale, blu per i Carabinieri e bianco-nero per la Polizia Municipale. Una versione speciale è stata realizzata per le Forze Armate della NATO su base V 50 III, che si distingue per i particolari cromati (come l’impianto di scarico, il manubrio, i tubi paracolpi, i pedali del cambio e del freno) rivestiti in nero opaco. Verniciata in verde opaco la versione NATO sfoggia anche "luci di guerra" e un dispositivo che permette l'accensione del motore anche senza batteria. 

Quotazioni

Come sempre, i prezzi medi per l'acquisto di moto Guzzi V50 usate variano a seconda del modello e delle condizioni, nonché della reale intenzione di cederla da parte del venditore.  Per avere un’idea delle quotazioni, possiamo dire che: 

- Moto Guzzi V50 I : prezzi generalmente compresi tra 3.500  e gli 8.000 euro;
- Moto Guzzi V50 II: prezzi che variano tra 1.500  e 4.500 euro;
- Moto Guzzi V50 III: benchè più rara, ha prezzi simili a quelli della V50 II, generalmente a partire da 3.000 fino a circa 5.000 euro. 
 

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