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Anniversari tristi: dieci anni fa Aprilia disse addio alle RS 2 tempi

Senza clamore nel 2014 sparirono dal listino ufficiale della casa di Noale le "mitiche" RS 125 e 50 con motore due tempi. Un segno del mercato che cambiava e soprattutto delle norme antinquinamento sempre più severe...

Aprilia ha costruito i suoi successi con le moto di piccola cilindrata: dal 1994 al 2007 la casa di Noale ha conquistato nove titoli nella classe 250 e negli anni 80/90 le sue 125 sportive erano costantemente in testa alle classifiche di vendita. La RS 125 due tempi era “un sogno” da 34 CV com velocità di punte inarrivabili per le attuali pari cilindrata con potenza limitata a 15 CV. Con la RS è stata “svezzata”  un'intera generazione di futuri pistaioli, attratta dalle soluzioni tecniche all'avanguardia e un'estetica raffinata. La versione più bella e famosa era senza dubbio la RS 125 Chesterfield (qui sotto) replica estetica della 250 GP con cui Max Biaggi dominò il Motomondiale a metà degli anni 90. 
 

Addio silenzioso

Dieci anni fa, nel 2014 le ultime eredi a due tempi di questa gloriosa famiglia uscirono di scena in punta di piedi. Aprilia aveva deciso di “guardare” al futuro eliminando dal listino quasi tutte le moto due tempi. Le vittime illustri di questo 2014 furono, appunto, le RS 125 e 50 e la motard SX 125
Restavano le piccole RX e SX 50 destinate comunque a scomparire negli anni successivi. Fu una decisione dovuta soprattutto alle norme antinquinamento difficili (ma non impossibili...) da rispettare. Per quanto fosse una scelta "obbligata", non possiamo nascondere un certo rammarico: fu la fine dell'era delle 125 sportive rigorosamente a due tempi che, negli anni 80 e 90, contribuirono a trainare l'intero settore motociclistico.
Allora come oggi nella gamma Aprilia per le 125 sportive resta solo la RS 125 4T

Un cavallo di razza

Ma com’era fatta l’ultima RS 2 tempi? La linea era ispirata a quella sella SBK RSV 1000, una "vestito" realizzato anche seguendo le indicazioni della galleria del vento. Spettacolare il telaio in alluminio lucidato, così come il forcellone a bracci asimmetrici. Le sospensioni vedevano al lavoro una forcella a steli rovesciati da 40 mm di diametro con relativo piedino forgiato, pinza a quattro pistoncini ad attacco radiale, disco da 320 mm e tubi in treccia metallica. Il monocilindrico Rotax, aveva la valvola elettronica allo scarico, il contralbero di bilanciamento e aspirazione lamellare diretta nel carter ed era pure disponibile in versione full power, oltre che a 11 kW. Ma va detto che raramente le RS restavano bloccate entro i limiti di legge. I sogni sono liberi di volare…
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Telaio e forcellone in alluminio lucidato, allora come oggi un segno distintivo della RS 125

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