Vespa, 6 modelli che l'hanno resa mitica
Lo scooter più amato al mondo è stato proposto in decine di versioni diverse. Ma quali sono gli esemplari più ambiti?
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Il mondo Vespa è sconfinato: una storia di quasi 80 anni, decine di modelli, migliaia di appassionati e di attività legate al primo e inimitabile scooter di Piaggio. È difficile ridurre questa grande passione a una selezione degli esemplari più storici, ma effettivamente ci sono modelli che sono un vero e proprio punto di riferimento, capaci di andare al di là delle mode del momento. Veri e propri evergreen, che andiamo a elencare.
Vespa 98
È lei la prima Vespa, la progenitrice di tutte le altre. È equipaggiata con un motore di 98cc di cilindrata, eroga una potenza di 3,2 CV a 4.500 giri/minuto, per una velocità di 60 chilometri orari. Rimane in produzione per due anni, per poco più di 18mila esemplari, quindi viene introdotta la 125, dotata di sospensione posteriore. Nel 1953 viene aggiornato il propulsore nelle misure di alesaggio e corsa, compare il faro alto. Nel frattempo la Vespa è già diventata una icona internazionale, grazie anche alla popolarità guadagnata con film di grandi successo come Vacanze Romane, in cui Gregory Peck e Audrey Hepburn girano per Roma in sella a una 125 (V31T).
Vespa 150 GS
Viene definito da numerosi esperti come il modello più apprezzato e riconosciuto come la “vera” Vespa. È introdotta nel 1955, le innovazioni sono numerose: per la prima volta appaiono il motore da 150cc di cilindrata, il cambio a 4 marce, la sella lunga di serie, il gruppo manubrio-fanale in un unico elemento, le ruote con pneumatici da 10”. Le prestazioni segnano un balzo in avanti, grazie al contributo del reparto corse al progetto: la nuova Vespa raggiunge i 100 chilometri orari. Anche il design cambia, con una carrozzeria decisamente più filante. Nel 1962 viene introdotta la versione 160: il profilo è decisamente più moderno, ma anche a livello tecnico, la performance migliora. La potenza è di 8,2 CV a 6.500 giri.
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Vespa 125 Primavera
Viene introdotta nel 1968 ed è da subito uno dei modelli più fortunati, ma è sul mercato dell'usato che diventa una vera e propria icona a decenni di distanza. Tra le small frame è il modello più longevo. Deriva dalla “nuova 125” ma presenta notevoli differenze nel propulsore, che consente un incremento di potenza (ora di 5,56 cavalli a 5.500 giri) e di 10 chilometri orari nella velocità massima. L'eleganza delle finiture e la brillantezza su strada ne determinano il successo sul mercato. Viene affiancata, nel 1976, dalla versione Primavera ET3, un modello caratterizzato dall’accensione elettronica, i tre travasi sul cilindro (da qui la sigla), una nuova marmitta allungata ripresa dalla 90 SS, la chiave di contatto sul manubrio. Tutto si traduce in prestazioni ancora superiori, a rinverdire il mito di sportività della Primavera. Rimane in produzione fino al 1982.
Vespa 200 Rally
Dopo il grande successo ottenuto dalla Vespa 180, Piaggio nel 1972 presenta una nuova “ammiraglia”, che tocca per la prima volta la cilindrata di 200cc. Il nuovo motore da 12 cavalli a 5700 giri spinge la Rally fino a 110 km/h. Esteticamente risulta subito riconoscibile dalle strisce adesive poste sulle sacche e sul parafango, presenta una comoda doppia sella e il cassetto dietro lo scudo anteriore, finiture di pregio come la ruota di scorta “coperta”. È presente lateralmente la scritta “electronic”, a significare che il propulsore è dotato di accensione elettronica, una soluzione tecnologica adottata per la prima volta da Piaggio su questo modello. Viene prodotta per 7 anni in oltre 41.700 esemplari. Le quotazioni di questo modello sono oggi in costante crescita.
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Vespa P 125 X
Introdotta nel 1977, segna un nuovo passo avanti nell’estetica (la carrozzeria è interamente ridisegnata) e nelle prestazioni. All'anteriore debutta la sospensione anti-affondamento, al posteriore l'ammortizzatore guadagna due centimetri di escursione. Nello stesso anno viene presentata la P 200 E, dotata di accensione elettronica Ducati. Rispetto al modello 125 vanta la possibilità di essere munita di lubrificazione separata e di lampeggiatori direzionali integrati nella carrozzeria. L'anno successivo viene introdotta la versione con cilindrata di 150cc. L'accensione a puntine rimane in produzione fino al 1981, quando le P 125 X, P 150 X e P 200 E vengono sostituite dalla serie PX. Nel 1982 viene commercializzata la più lussuosa ed efficiente versione Arcobaleno (con indicatore carburante, freno anteriore con camma flottante autocentrante, la forcella anteriore di sezione grande). Due anni più tardi debutta la Elestart, con avviamento elettrico. Esce di produzione definitivamente solo nel 2007, dopo che nel 1998 ha guadagnato anche il freno a disco anteriore.
50 Special
È il “Vespino” per eccellenza. È l'erede della 50L e viene lanciata sul mercato nel 1969. È riconoscibile fin da subito per il faro squadrato e la mascherina del clacson in materiale plastico. La Special è protagonista di uno dei più celebri spot della casa di Pontedera “Chi Vespa mangia le mele (chi non Vespa no)”. Con la seconda serie le ruote passano a un diametro di 10”, con la terza viene introdotto il cambio a quattro velocità. Esiste anche una versione Elestart, dotata del pulsante per l'avviamento. La 50 Special torna alla ribalta nei primi anni Duemila, esaurita la spinta commerciale degli scooter a variatore che hanno dominato la scena e le fantasie degli adolescenti nel decennio precedente. Contribuisce a un ritorno al successo anche la famosa canzone 50 Special dei Lunapop di Cesare Cremonini. È anche uno dei modelli più elaborati e customizzati, da intere generazioni di vespisti.
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