Catena, cinghia o cardano? Pro e contro dei sistemi di trasmissione
Si tratta dei principali sistemi di trasmissione finale che troviamo sulle moto. Ma quali sono le differenze concrete e perché vengono diversamente impiegati? Scopriamolo insieme
Filosofia costruttiva, convenienza o ragione tecnica? Cosa porta una casa motociclistica a prediligere un tipo di trasmissione a un altro? Il più delle volte, si tratta di un mix di tutti e tre i fattori. Indaghiamo perciò nel dettaglio, soffermiamoci sui principali sistemi di trasmissione secondaria:
- Catena
- Cinghia
- Cardano
Ogni soluzione presenta vantaggi e svantaggi che si ripercuotono - a seconda dei casi - su prestazioni, intervalli di manutenzione (con relativi costi) e comfort di guida.
Come è fatta la trasmissione a catena
Si tratta indubbiamente del sistema più comune, composto da una catena (qui tutti i trucchi per mantenerla in forma)
(qui come si fa a controllare la tensione) che, collegando un pignone montato sul cambio a una corona montata sulla ruota posteriore, trasmette il moto dall’uno all’altra.
Più nel dettaglio: il pignone consiste in una ruota dentata (in numero variabile) collegata in modo solidale all’albero secondario del cambio; viene realizzato prevalentemente in acciaio temperato e spesso dotato di riporti in gomma che smorzano le vibrazioni e ne migliorano la scorrevolezza. Il suo spessore - altrimenti detto “passo” - varia solitamente dai 4 ai 9 mm. Il pignone lavora dunque “trascinando” la catena con il suo movimento rotativo. Questa, è a sua volta disponibile in diverse lunghezze e dimensioni: qui il “passo” ci indica proprio la grandezza delle “maglie” da cui è composta la catena. I passi più ricorrenti sono 520, 525, 530 espressi in mm, con l’intero trittico catena-corona-pignone che dovrà quindi essere composto in maniera compatibile.
Da ultimo, quasi letteralmente, troviamo la corona: è proprio lei che, essendo ancorata al mozzo della ruota posteriore, compie il movimento finale. La corona è a sua volta prodotta con acciaio temperato, è dotata di un numero maggiore di denti rispetto al pignone e presenta lavorazioni di alleggerimento nel caso sia impiegata per usi sportivi. Anch’essa si avvale di un sistema di smorzamento delle vibrazioni formato da tamponi in gomma collocati nel mozzo - detto “parastrappi” - che contribuisce ad attutire lo sforzo meccanico, prevenirne il consumo e, non meno importante, rendere più fluida la guida.
I vantaggi della catena
- Leggerezza rispetto ad altri sistemi di trasmissione
- Cambio di rapportatura facile da eseguire
- Minore assorbimento di potenza
- Facilità di ispezione
- Costi di gestione
Gli svantaggi della catena
- Necessita di manutenzione (15.000 / 25.000 Km mediamente)
- Operazioni di pulizia e regolazione frequenti
- Rumorosità
È il sistema più diffuso
La stragrande maggioranza delle moto in commercio, come sappiamo, dispone di questo sistema. La ragione è presto detta: praticità progettuale e riduzione dei costi, soprattutto. Ma non solo, anche il ridotto assorbimento di potenza ne suggerisce l’impiego in contesti dove è necessario badare alla performance. Dunque, dal ciclomotore alla supersportiva, la trasmissione secondaria a catena riesce a mettere d’accordo tutti… a patto di essere scrupolosi con la sua manutenzione.
Trasmissione cardanica
Dici “cardano” e la testa pensa subito a BMW oppure Moto Guzzi. Senza dubbio, si tratta del sistema più articolato e costoso da realizzare, tuttavia è anche quello caratterizzato da un’enorme robustezza e da intervalli di manutenzione ampi. Il sistema di trasmissione cardanica è composto da un albero che - tramite due giunti posti alle sue estremità - collega l’uscita del cambio al mozzo della ruota posteriore, nella quale sono collocati ingranaggi secondari a bagno d’olio definiti “coppia conica” (per via della forma dei denti da cui sono composti), incaricati di trasmettere il moto alla ruota. Questo tipo di trasmissione è totalmente isolato dall’esterno e forma un tutt’uno che dal cambio prosegue verso il braccio oscillante - che funge insomma da “fodero” per l’albero cardanico - e infine si conclude con il mozzo. Perciò quest’insieme viene costantemente lubrificato per “sbattimento”, mediante un olio contenuto al suo interno, specifico per carichi gravosi.
I vantaggi del cardano
- Longevità (se ben manutenuti sono pressoché eterni)
- Manutenzione limitata alla sostituzione oli programmata
Gli svantaggi del cardano
- Assorbimento di potenza (anche nell’ordine del 25%)
- Peso aggiuntivo
- Rigidità/Comfort di guida (se assenti sistemi parastrappi)
Solo su moto di grossa cilindrata
I suoi svantaggi sono la ragione per cui la trasmissione ad albero cardanico è assente su moto di piccola cilindrata o - più in generale - su moto di fattura economica. L’assorbimento di potenza ne impone l’uso esclusivamente su moto dotate di alti valori di coppia e potenza o, più in generale, su moto orientate al turismo e alle lunghe percorrenze (anche) in condizioni gravose.
Trasmissione a cinghia
Rispetto ai due sistemi sopra elencati, la trasmissione a cinghia è sicuramente quella più “insolita” in senso stretto. Il principio di funzionamento è molto simile a quello delle trasmissioni a catena, con una cosiddetta puleggia conduttrice in luogo del classico pignone e la puleggia condotta fissata al mozzo della ruota posteriore, in luogo della corona. Chiaramente, in questo caso non è una catena il mezzo con il quale la coppia viene trasferita, bensì una cinghia dentata (o scanalata longitudinalmente) che scorre sulle due pulegge, collegandole rispettivamente. La cinghia di trasmissione è realizzata mediante gomme sintetiche, rinforzate con kevlar e inserti metallici per conferire tenuta e resistenza nel tempo. Proprio qui risiede la grande differenza rispetto alla catena; con la cinghia che, forte di una superiore elasticità, “addolcisce” il trasferimento di coppia alla ruota posteriore rendendo più fluida la reazione al comando del gas.
I vantaggi della cinghia
- Longevità (può oltrepassare i 100.000 km)
- Manutenzione esente
- Comfort di guida
- Silenziosità
Gli svantaggi della cinghia
- Assorbimento di potenza (anche nell’ordine del 10/15%)
- Costo di sostituzione (ben più oneroso rispetto alla catena)
Per gli scooter e qualche custom
Si tratta di una soluzione ideale laddove il comfort “prevale” sulle prestazioni. Per questo motivo le trasmissioni a cinghia sono impiegate soprattutto negli scooter - associate a variatore e frizione centrifuga - e nelle moto da lunghe percorrenze tranquille, del tipo cruiser/custom.
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