Gli incantevoli itinerari sterrati tra il Chianti e le Crete Senesi
Scorci bucolici e ampie sterrate battute sono ciò che di meglio un mototurista con la voglia di “sporcare” le ruote possa richiedere. In Toscana c’è l’imbarazzo della scelta: dai percorsi della “Strade Bianche” che abbiamo affrontato in sella alla Suzuki V-Strom 800 DE ai piattoni dell’Eroica
Le colline del Chianti e della provincia Senese sono il luogo che forse meglio rappresenta il cuore più suggestivo della Toscana. Un territorio incantato fra distese collinari di vigneti e cipressi, costellati di incantevoli borghi medievali, ogni anno meta di migliaia di turisti.
Tra arte, cultura e sapori vi sono questi “piattoni” di terra battuta che attraversano le colline del Chianti, le Crete Senesi, la Val d’Orcia, Montalcino e si estendono per centinaia di chilometri, permettendo a chi le percorre di immergersi nella natura attraversando paesi in cui il tempo sembra essersi fermato.
Meta per chi ama pedalare e sede ogni anno di leggendarie corse ciclistiche quali l’Eroica e la “Strade Bianche” per citarne alcune, questi percorsi sono tra i più ambiti da motociclisti ed enduristi alla ricerca dell’offroad facile, che prediligono terreni ampi e battuti a mulattiere ghiaiose e friabili. Recentemente abbiamo percorso una parte di queste suggestive sterrate in occasione della gara ciclistica “Strade Bianche”, come ospiti di Suzuki Motor Italia che proprio quest’anno è divenuta partner tecnico dell’organizzazione e ci ha dato l’opportunità di effettuare un giro di ricognizione in sella alla V-Strom 800 DE.
Divertimento senza pensieri
Il percorso che abbiamo effettuato consiste in un giro “ad anello” (qui trovate tutte le indicazioni) appositamente studiato per la gara ciclistica, che parte dalla città di Siena, dalla centralissima fortezza medicea, ed estendendosi per un centinaio di km a sud fa poi rotta nuovamente verso la città. Partendo dalla piazza, si imbocca la ss.73 e svoltando poi a sinistra in direzione località “Volte Basse” si prende la sp.73 bis in direzione Rosia. Successivamente si svolta nuovamente a sinistra sulla sp. 99 e in località “Torri” comincia la prima sterrata denominata Vidritta. Si tratta di un sentiero di circa 4 km, che funge da scorciatoia riportandoci poi sulla sp. 99 per un breve tratto di asfalto che da poi il via al secondo sterrato in località Bagnaia. Qui iniziano le prime curve in salita, ampie e mai difficoltose, che permettono di svalicare la collina. Il percorso prosegue poi sulla sp. 23 sino al bivio con la sp. 34b dove svoltando a destra ci si immette nel terzo settore sterrato in direzione località “Murlo”.

Proprio da questo punto i contesti si fanno più suggestivi, la sterrata si “apre” su ampie colline verdi prive di siepi o arbusti che lasciano intravedere filari di vigneti a perdita d’occhio. Terminato questo settore ci si immette sulla sp. 34 e si attraversa Vescovado, piccolo paese nel quale è possibile effettuare una sosta ristoro o fare rifornimento, prima di proseguire in direzione Bibbiano. Si prosegue sulla sp. 34 e si svolta sinistra dove inizia il 4° settore denominato “La Piana”, altimetricamente meno impegnativo del precedente che porta poi a Ponte d’Arbia dove dopo poche centinaia di metri sulla “Cassia” si affronta l’inedito settore di Serravalle (9.3 km) che termina appena prima dell’inizio del settore successivo (San Martino in Grania, 9.5 km) in mezzo alle Crete Senesi. Un settore sterrato lungo e con un susseguirsi di leggeri saliscendi nella prima parte per concludersi con una serie di tornanti in salita che portano al bivio della ss 438, dove si svolta a sinistra e si affronta un tratto asfaltato con una serie di curve veloci. Giunti in località “Arbia” si svolta a destra sulla via Aretina e si prosegue dritti per raggiungere Monteaperti, dove si incontra un breve tratto sterrato di circa 700 mt con una ripida salita (pendenza oltre il 17%).

Al termine di questa ci si ritrova a Vico d’Arbia, dove è possibile scegliere se proseguire il giro imboccando un anello di 30 km che riporterà poi in questa località oppure se seguire direttamente le indicazioni per la città di Siena, percorrendo gli ultimi due settori di offroad di Colle Pinzuto e Le Tolfe.Si tratta di un itinerario che alterna circa un 60% di strade asfaltate al restante di sterrate in modo equilibrato, quindi intervallando i due contesti dando modo di non affaticarsi eccessivamente sugli sterrati. Tuttavia, se avete poca dimestichezza con l’off e muscoli non allenati per guidare in piedi sulle pedane per molte ore, riteniamo che questo mix sia particolarmente azzeccato. Se invece avete una discreta preparazione e volete percorrere più sterrato, beh, i tracciati dell’Eroica sono ciò che fa al caso vostro. Sul sito Terraeroica. cc sono presenti numerosi “circuiti”, suddivisi per lunghezza, e per ognuno è possibile visualizzare la “mappa” e scaricare la traccia GPX. Qui sotto, come esempio, la planimetria del percorso permanente della Eroica Montalcino (qui la traccia GPX).

Quali i requisiti necessari?
Il bello di questi percorsi è proprio il fatto che si rivolgono a tutti, sia giuridicamente (sono strade aperte al traffico, non è necessario richiedere autorizzazioni) sia a livello di impegno nella guida. È sufficiente avere un’infarinatura di base e aver compreso i fondamenti dell’offroad quali posizione in sella e distribuzione del peso corretta per poter affrontare questo itinerario. Riguardo alla tipologia di moto, quelle nel segmento delle adventure di media cilindrata, di cui la Suzuki V-Strom 800 DE fa parte, sono il modello concettualmente ideale. Gestibili nelle dimensioni e nel peso, offrono contenuti tecnici talvolta di ottimo livello e in grado, per i più esperti, di affrontare anche mulattiere ben più impegnative. Tuttavia se ci si limita seguire il percorso principale, in gran parte segnalato con cartelli e pietre miliari, una crossover è più che adatta a questo scopo. Consiglibile è l’adozione di pneumatici leggermente scolpiti; non necessariamente tassellati ma nemmeno delle coperture sportive, per intenderci.

Come orientarsi
Dicevamo, gran parte delle sterrate, in particolare quelle dell’Eroica, sono indicate con apposita segnaletica. Tuttavia è sempre consigliato studiarsi il percorso prima della parenza o utilizzare un navigatore GPS. Nel primo caso, è sufficiente effettuare una rapida ricerca nel web e, nei siti dell’Eroica e della “Strade Bianche” sono presenti le cartografie che evidenziano le strade da percorrere. Un po’ di senso dell’orientamento e il gioco è fatto. In ogni caso, il compagno ideale per chi ama fare enduro è un GPS. Ce ne sono di diverso tipo e fascia di prezzo, e seppur generalmente costosi risultano molto utili poiché i più avanzati permettono di visualizzare in 3D il percorso con immagini satellitari.
Il periodo migliore? Primavera e autunno
Temperature miti e giornate sufficientemente lunghe sono il compromesso ideale per percorrere queste strade, che nel periodo estivo metterebbero a dura prova per il caldo e le poche zone d’ombra presenti. L’inconveniente però è lo sbalzo termico tipico delle stagioni che anticipano l’estate, che costringe a spogliarsi dei vari strati man mano che l’aria si scalda. I completi turistici sono l’ideale, poiché la maggior parte offre tre layer facilmente rimovibili e che possono essere riposti nello zaino o nella tasca posteriore della giacca. Infine, come calzatura è consigliabile uno stivale turistico o meglio ancora da enduro leggero, che nel malaugurato caso di caduta protegge maggiormente caviglia e malleolo.