Quanto durano le gomme da moto?
Stile di guida, modello della moto, fondo stradale, pressione, mescola e tipo di pneumatico, da touring oppure da pista, tassellato o drenante, sono tutti fattori che influiscono sulla durata delle gomme. Ecco cosa bisogna sapere
Quanta km si possono fare prima di cambiare le gomme? La risposta, per niente banale, dipende da numerosi fattori, tra cui il modello della moto (o dello scooter), l’uso che ne viene fatto, la strade percorse, il tipo e la mescola dello pneumatico. Fornire una risposta precisa è pressoché impossibile, ma possiamo comunque fare chiarezza su alcune questioni.
Fattori che influiscono sull’usura delle gomme
Un treno di gomme può accompagnarci per anche 20.000 km o esaurirsi in appena 5.000. Per capire quanto possano durare le gomme bisogna prendere in esame numerosi fattori: proviamo brevemente ad elencare tutti quelli che influiscono sulla durata degli pneumatici.
Stile di guida
Sembrerà banale, ma è proprio così: molto dipende dallo stile di guida del pilota. A parità di moto e di pneumatico, i più nervosi, amanti delle riprese e delle frenante “brusche”, saranno per forza di cose obbligati a sostituire gli pneumatici con una frequenza maggiore rispetto a chi, la moto, se la gode tranquilla senza mai esagerare col gas.
Modello della moto
Per il discorso di cui sopra, una moto sportiva con tanta potenza da scaricare a terra avrà un consumo sicuramente superiore a quello di un modello “tranquillo”. Aprire il gas e scaricare a terra 180 CV tra prima, seconda e terza, avrà ovviamente un costo superiore anche in termini di usura delle gomme. Le moto “docili” sono meno “assetate” anche da questo punto di vista.
Asfalto o sterrato
Gli pneumatici d’asfalto hanno una durata differente rispetto ai tassellati da off-road. Anche in questo caso, valgono però i punti che abbiamo analizzato sopra, quindi stile di guida e modello (cioè peso e potenza) della moto. Con due pneumatici nuovi da enduro si può tranquillamente andare e tornare dal Kenya, oppure “bruciarseli” in 3.000 km fatti tra sabbia e roccia con gas a martello in stile Dakar. Analogamente, molto dipende dal tipo di asfalto: quello più abrasivo, chiaramente, consumerà lo pneumatico più velocemente. Diciamo pure che è tutta una questione di fondo.
Tipo e mescola dello pneumatico
Ovviamente, in base all’uso per cui sono progettati, alcuni pneumatici durano per natura più di altri. Quelli da sport touring, per esempio, sono fatti apposta per durare più a lungo, mentre i morbidissimi da pista, pur offrendo un grip superiore, non potranno che esaurirsi in poche migliaia di chilometri. Non va dimenticato però che, paradossalmente, parlando di pista, o comunque di uso sportivo, uno pneumatico duro potrebbe esaurirsi più velocemente di uno morbido a causa dei microslittamenti dovuti al grip inferiore o, addirittura, a strappi e lacerazioni, meno probabili quando la gomma è morbida. Non da ultimo, come spesso avviene, pneumatici più costosi, cioè, si presume, di migliore qualità, tenderanno per forza di cose ad avere una resa migliore. Spesso, tentando di risparmiare, si finisce con lo spendere di più: le gomme sono importantissime e, a prescindere dalla durata chilometrica promessa dal produttore, è sempre bene scegliere un prodotto di qualità.
Pressione dello pneumatico
Gonfiare il pneumatico alla giusta pressione, solitamente indicata sul libretto d’uso e manutenzione della moto, oppure direttamente dal produttore dello pneumatico, è fondamentale, sia dal punto di vista della tenuta, e quindi della sicurezza, che da quello della durata. Una pressione troppo elevata comprometterà il comfort di guida e diminuirà la dimensione dell'area di contatto del pneumatico con la strada, con un grip ridotto sull’asfalto, mentre una pressione sotto il livello consigliato, oltre che una minore maneggevolezza e maggiori consumi, provocherà anche una più rapida usura del battistrada, con il rischio nel tempo di dare alla spalla una forma squadrata invece che tondeggiante.
Moto ferma
Se durante la brutta stagione la moto dovesse rimanere ferma in garage, sarebbe buona cosa parcheggiarla sul cavalletto centrale onde evitare che le gomme si deformino per il peso della moto. L’ideale sarebbe dotarsi di una copia di cavalletti (uno per l’avantreno e l’altro per il retrotreno) per tenere la moto completamente sollevata da terra (a beneficio, anche, delle sospensioni). Inoltre, meglio se tenuta al buio, considerando che la luce del sole può aumentare la velocità di deterioramento della mescola.
Età della gomma
Stampata insieme a molti altri codici (qui tutto ciò che serve sapere in proposito) sul lato del copertone, la “data di nascita” della gomma (cioè la data in cui è stata prodotta) è espressa per mezzo di una sigla a quattro cifre. La sigla 1021, andrebbe ad esempio letta in questo modo: il 10 sta ad indicare che la gomma è stata prodotta nella decima settimana dell’anno, mentre 21 indica l’anno di produzione, cioè appunto il 2021. Premesso che le gomme non hanno di fatto una durata temporale, bensì chilometrica, possiamo dire che pneumatici prodotti entro tre anni e ben conservati si possono comprare e usare senza paure. Se lasciati al sole per mesi e mesi, invece, andranno buttati e sostituiti. In fatto di età, tutto dipende quindi dal modo in cui le gomme sono state conservate.
Quando vanno sostituite
Che ci mettano 20.000 km o solo 3.000, quando arrivare “alla fine” le gomme vanno sostituite. A “suggerirlo” non è soltanto in buon senso, ma anche il Codice della Strada che, con zero possibilità di interpretazione, prescrive che gli pneumatici da moto abbiano un battistrada minimo di un millimetro e i ciclomotori di 0,5 millimetri. Se si va oltre questa soglia, oltre a mettere a rischio la propria sicurezza e, pergiunta, a non passare la revisione obbligatoria, si andrà incontro anche a pesanti sanzioni. In caso di controllo delle forze dell’ordine infatti, la multa va da 87 a 344 euro, con possibilità che vengano decurtati due o tre punti dalla patente nei casi più gravi.
Controllare l’usura delle gomme
Controllare con una certa frequenza l’usura e lo stato delle gomme risulta pertanto fondamentale e, anche, molto facile. Senza scomodare il gommista (al quale però conviene sempre rivolgersi se si hanno dei dubbi sulla tenuta della gomma), si può fare da soli utilizzando una semplice moneta da un euro inserendola nella scanalatura della gomma che compone il battistrada: se le stelle sulla monetina sono visibili, allora la gomma è da cambiare. Ovvio: se si dispone di un calibro o di un profondimetro, l’esame potrà essere ben più accurato. In ogni caso, quasi tutti i produttori pongono oggi una marcatura caratteristica sulla spalla, in prossimità degli indicatori di usura. Questi indicatori sono filamenti o barrette in rilievo posti sul fondo dei principali solchi. Quando si vedono le barrette sporgere, la gomma è da cambiare.