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Distribuzione Desmodromica: storia di una paternità incerta

Quando si parla della storia del sistema desmo made in Borgo Panigale si menziona spesso Mercedes, ma probabilmente c’entrano anche la Francia, le macchine da cucito e la Mondial. Ecco la storia

La definizione “desmodromico”, dal greco δεσμός - desmos (vincolo) e δρόμος - dromos (corsa), si riferisce in generale a un sistema composto da un elemento comandato e da un relativo organo di comando, tra essi vincolati. Venendo a noi, ai motori e alle due ruote, l’associazione è ancor più immediata: il sistema in questione riguarda la distribuzione, dunque l’azionamento e il richiamo, per via meccanica, del corpo valvola invece che con la classica molla. E ancora, si tratta di quel sistema che rende unici al mondo i propulsori Ducati. Ma è proprio così? Spoiler: non proprio!

Il sistema desmodromico prevede due camme che muovono le valvole, eliminando la molla che nei sistemi "normali" fa ritornare la valvola in sede

 

È stata Mercedes?

Per indagare sull’utilizzo del sistema di distribuzione desmodromico, è necessario allargare il focus (anche) al mondo dell’auto. Come in molti potrebbero far notare, con buona ragione, questo ingegnoso meccanismo di comando delle valvole venne già adottato da Mercedes in F1, con le W196 che nel biennio 1954/1955 si aggiudicarono il titolo condotte da J.M. Fangio. Anche quello di Mercedes però, non è un primato! Dunque?

 

Claude Bonjour, il parigino

Dunque del “desmo” si accenna qualcosa già nella seconda metà del XIX secolo, nei volumi dedicati ai cinematismi di H. Brown (1868) e F. Releau (1875). Ai suoi albori, l’antenato del sistema desmodromico venne impiegato al di fuori del contesto cui siamo abituati, nell'industria tessile. Soltanto grazie all’inventore parigino Claude Bonjour, che nel 1893 depositò il brevetto CH6911A a Ginevra, definiamo oggi questo meccanismo come desmodromico (da desmodromique). Ma è soltanto con le migliorie apportate dal tedesco Gustav Mees (1896) e di nuovo dallo stesso Bonjour, che nel primo ventennio del secolo scorso il sistema trovò applicazione in ambito motoristico:

  • Arnott, 1910
  • Peugeot, 1912
  • Delage, 1914
  • Isotta Fraschini, 1916
  • FIAT, 1920

Soltanto decenni dopo, toccò a Mercedes in un contesto massimamente agonistico com’è quello della Formula 1.

 

La rivoluzione di Taglioni e il “mistero Mondial”

L'ingegner Fabio Taglioni entrò in Ducati dopo un’esperienza, mal conclusa, con Mondial. All’epoca trentaquattrenne, Taglioni cominciò la nuova esperienza con lo sviluppo del propulsore da 100cc che equipaggiava la Ducati Gran Sport, meglio conosciuta come “Marianna”. Fu proprio per sopperire ai limiti della distribuzione con molle a spillo scoperte, che Taglioni ebbe l'intuizione di riprendere, perfezionandolo, il dispendioso (e complesso) sistema desmodromico. Si tratta tuttavia di una ricostruzione storica ancora controversa, per via del fatto che esisterebbe proprio una Mondial 175 dotata di tale sistema e certamente risalente al 1954: non è quindi dato sapere quanto Taglioni ne fosse stato influenzato, pur essendo questa totalmente differente nello schema. Nacquero così nel 1956 le Ducati Desmo 125 nelle versioni bialbero e trialbero; quest’ultima in versione GP, con cui Degli Antoni debuttò vittoriosamente al Gran Premio di Svezia dello stesso anno. Non diversamente da ciò a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni, già nel 1958 Ducati sbancò le prime cinque piazze del GP d’Italia, in quel di Monza. Un certificato di prestazione ed affidabilità che non ha tardato ad arrivare, sulla cui scorta è stata caratterizzata buona parte della produzione Ducati da allora e fino ai giorni nostri. Nel mezzo, il grande manico di Mike The Bike, le evoluzioni Mark 3, Pantah, Desmoquattro e in definitiva tutta la storia recente di Borgo Panigale; così fortemente influenzata dalla genialità di un singolo uomo (e dal talento di un’intera squadra). Ciò nonostante, più di un dubbio rimane sulla reale paternità del desmodromico per utilizzo motociclistico… e indagare alla ricerca di fonti e nuovi reperti non è un vuoto esercizio. Non sarà certo una verità storica a togliere un grammo di merito al’ing.Taglioni e all’enorme regalo che ci ha fatto: farcelo apprezzare al massimo! 

 

Come funziona il desmo

Nei motori 4T con distribuzione a molle l’apertura delle valvole è comandata da una camma che, agendo sullo stelo della valvola la spinge verso l’interno del cilindro. La chiusura della valvola avviene tramite l’azione di una molla di richiamo, montata sulla stessa valvola.
In un motore dotato di distribuzione desmodromica invece anche la chiusura della valvola è comandata mediante l’azione di una camma eliminando di fatto le molle. Nel video qui sotto potete vedere come funziona il sistema

 

In realtà in una distribuzione desmodromica le molle non vengono del tutto eliminate ma  ci possono essere molle a basso carico che servono unicamente ad eliminare gli eventuali giochi dovuti all’usura o per compensare le dilatazioni termiche e per mantenere la giusta pressione di contatto tra valvola e sede quando la quest’ultima è chiusa.

 

Quali sono i vantaggi

Grazie al sistema desmodromico è dunque possibile impiegare diagrammi di distribuzione molto spinti, impensabili per un sistema tradizionale. Nel diagramma di un motore desmo, possiamo infatti imprimere alle valvole una elevata accelerazione ed ottenere così aperture e chiusure delle valvole molto repentine.

Potendo disporre di aperture e di chiusure particolarmente veloci è possibile mantenere le valvole per più tempo alla massima apertura a parità di fasatura oppure adottare fasature più strette, con una eguale sezione di passaggio complessivamente a disposizione dei gas; si ottengono così miglioramenti nel flusso dinamico dei fluidi sia in aspirazione che allo scarico e quindi maggiore performance del propulsore.

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