Arai, attenti ai caschi falsi, sono pericolosi: non superano i test di impatto
Alcuni store online stranieri offrono caschi marchiati Arai a prezzi stracciati, ma non hanno nulla di originale e non sono nemmeno in grado di superare i test di omologazione europei: chi li acquista rischia grosso. È questo il risultato dell’inchiesta di Valerio Staffelli su Striscia la Notizia
Caschi
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Foto e immagini
Caschi pericolosi
Caschi Arai contraffatti venduti a prezzi stracciati ma assolutamente inadeguati a proteggere la testa. Ce ne sono a bizzeffe, questo della fotografia è stato sottoposto a un test analogo a quello richiesto per l’omologazione e si è spaccato a metà, dimostrando non solo di non essere in grado di superare la prova ma soprattutto di mettere a serio rischio l’incolumità del pilota in caso di incidente: i test di impatto vengono effettuati a una velocità di 27,7 km/h.
È il tema dell’intervista di Valerio Staffelli a Maurizio Bombarda, presidente dell’importatore ufficiale BER Racing Europe, in onda su Canale 5 nella puntata di Striscia la Notizia di sabato 2 maggio alle 20.40.
A seguito di numerose segnalazioni pervenute alla redazione di Striscia la Notizia e delle comunicazioni di BER Racing Europe per mettere in guardia i clienti dalle truffe, Staffelli ha acquistato la copia di un casco Arai SZ-Ram III presso un noto store on-line cinese e l’ha fatta sottoporre ai test richiesti per l’omologazione ECE22-05. Aveva un prezzo molto più basso del casco originale ma il risultato è quello che vedete.
BER Racing Europe ha ricevuto segnalazioni di annunci nei quali sono offerte imitazioni di caschi Arai a prezzi dalle 5 alle 10 volte inferiori a quelli di listino, e segnala come sia un’occasione “troppo bella per essere vera”. Gli elevatissimi standard di sicurezza del marchio giapponese sono ottenuti costruendo a mano ogni esemplare, ed è richiesto un tempo dalle 15 alle 36 ore a seconda del modello, cosa che rende inverosimili prezzi eccessivamente convenienti.
Vale la pena ricordare che usando caschi non regolarmente omologati si rischiano anche pesanti sanzioni quali il sequestro della moto (l’omologazione certifica che quell’oggetto è qualificato come “casco”, con tutte le caratteristiche di un casco; senza di essa non c’è alcuna garanzia che le caratteristiche sussistano, dunque può essere equiparato ad un cappellino…), che importare in Europa caschi non regolarmente omologati è illegale ma soprattutto che si mette a rischio la propria testa.
Caschi Arai contraffatti venduti a prezzi stracciati ma assolutamente inadeguati a proteggere la testa. Ce ne sono a bizzeffe, questo della fotografia è stato sottoposto a un test analogo a quello richiesto per l’omologazione e si è spaccato a metà, dimostrando non solo di non essere in grado di superare la prova ma soprattutto di mettere a serio rischio l’incolumità del pilota in caso di incidente: i test di impatto vengono effettuati a una velocità di 27,7 km/h.
È il tema dell’intervista di Valerio Staffelli a Maurizio Bombarda, presidente dell’importatore ufficiale BER Racing Europe, in onda su Canale 5 nella puntata di Striscia la Notizia di sabato 2 maggio alle 20.40.
A seguito di numerose segnalazioni pervenute alla redazione di Striscia la Notizia e delle comunicazioni di BER Racing Europe per mettere in guardia i clienti dalle truffe, Staffelli ha acquistato la copia di un casco Arai SZ-Ram III presso un noto store on-line cinese e l’ha fatta sottoporre ai test richiesti per l’omologazione ECE22-05. Aveva un prezzo molto più basso del casco originale ma il risultato è quello che vedete.
BER Racing Europe ha ricevuto segnalazioni di annunci nei quali sono offerte imitazioni di caschi Arai a prezzi dalle 5 alle 10 volte inferiori a quelli di listino, e segnala come sia un’occasione “troppo bella per essere vera”. Gli elevatissimi standard di sicurezza del marchio giapponese sono ottenuti costruendo a mano ogni esemplare, ed è richiesto un tempo dalle 15 alle 36 ore a seconda del modello, cosa che rende inverosimili prezzi eccessivamente convenienti.
Vale la pena ricordare che usando caschi non regolarmente omologati si rischiano anche pesanti sanzioni quali il sequestro della moto (l’omologazione certifica che quell’oggetto è qualificato come “casco”, con tutte le caratteristiche di un casco; senza di essa non c’è alcuna garanzia che le caratteristiche sussistano, dunque può essere equiparato ad un cappellino…), che importare in Europa caschi non regolarmente omologati è illegale ma soprattutto che si mette a rischio la propria testa.
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