Traffico autostrade, aumento pedaggio da ieri 1 gennaio del 3,9%
Aumento pedaggio autostrade - Il nuovo anno ha portato in dote agli italiani un aumento dei pedaggi autostradali, saliti in media del 3,9% Denuncia ‘Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti: “Gli aumenti dei pedaggi sono investiti in attività finanziarie o utilizzati per nuove partecipazioni societarie, anziché essere impiegati in nuovi servizi”. Ecco l’elenco degli aumenti tratta per tratta
Image
Sport
Gennaio nel segno degli aumenti
Ieri 1 gennaio sono scattati gli aumenti dei pedaggi autostradali voluti e approvati dai ministri Maurizio Lupi e Fabrizio Saccomanni. In media le tariffe saliranno del 3,9%, un po’ meno rispetto all’aumento richiesto dalle società che gestiscono la rete autostradale (volevano il 4,8% in più). In ogni caso sono da segnalare aumenti a due cifre, come nel caso della Torino-Aosta (+15%) o della Venezia Trieste (+ 12,9%). “Sono aumenti ingiustificati, che giungono nel consueto caos dei provvedimenti di fine anno” dice l’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti (Onlit) “Da anni - denuncia il presidente dell’Osservatorio Dario Balotta - gli aumenti dei pedaggi finiscono con l’accumulare ingenti flussi di cassa dei concessionari autostradali, che sono investiti in attività finanziarie o vengono utilizzati per nuove partecipazioni societarie, anziché essere impiegati in nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti come promesso per giustificare gli aumenti. I gestori sono come una corporazione che ha imposto ancora una volta al Governo la logica della rendita di posizione monopolista in contrasto con gli interessi generali del Paese. I concessionari autostradali hanno già abbondantemente ammortizzato gli investimenti della rete più vecchia e frammentata d’Europa, e così oggi continuano a realizzare consistenti extra-profitti, senza aver alcun vincolo di tutela dell’ambiente e di miglioramento del servizio. Una situazione dovuta al fatto che l’Italia è l’unico Paese d’Europa privo di un Governo capace di dettare e non di farsi dettare dai concessionari autostradali gli interventi infrastrutturali necessari." Cliccate qui per conoscere l’elenco delle variazioni completo, suddiviso tratta per tratta.
Ieri 1 gennaio sono scattati gli aumenti dei pedaggi autostradali voluti e approvati dai ministri Maurizio Lupi e Fabrizio Saccomanni. In media le tariffe saliranno del 3,9%, un po’ meno rispetto all’aumento richiesto dalle società che gestiscono la rete autostradale (volevano il 4,8% in più). In ogni caso sono da segnalare aumenti a due cifre, come nel caso della Torino-Aosta (+15%) o della Venezia Trieste (+ 12,9%). “Sono aumenti ingiustificati, che giungono nel consueto caos dei provvedimenti di fine anno” dice l’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti (Onlit) “Da anni - denuncia il presidente dell’Osservatorio Dario Balotta - gli aumenti dei pedaggi finiscono con l’accumulare ingenti flussi di cassa dei concessionari autostradali, che sono investiti in attività finanziarie o vengono utilizzati per nuove partecipazioni societarie, anziché essere impiegati in nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti come promesso per giustificare gli aumenti. I gestori sono come una corporazione che ha imposto ancora una volta al Governo la logica della rendita di posizione monopolista in contrasto con gli interessi generali del Paese. I concessionari autostradali hanno già abbondantemente ammortizzato gli investimenti della rete più vecchia e frammentata d’Europa, e così oggi continuano a realizzare consistenti extra-profitti, senza aver alcun vincolo di tutela dell’ambiente e di miglioramento del servizio. Una situazione dovuta al fatto che l’Italia è l’unico Paese d’Europa privo di un Governo capace di dettare e non di farsi dettare dai concessionari autostradali gli interventi infrastrutturali necessari." Cliccate qui per conoscere l’elenco delle variazioni completo, suddiviso tratta per tratta.
Foto e immagini
Aggiungi un commento