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Swank Rally Tunisia: tappa marathon, il giorno più lungo

Il terzo stage della gara organizzata da Adventure Riding con Deus Ex Machina e Alessandro Botturi ha visto vincere ancora Andrea Gava, davanti ad Alessandro Ruoso e a Jane Daniels. Spazi sconfinati e tanta sabbia nella frazione da Matmata a Camp Mars

Quando si parla di marathon, si intende la tappa senza assistenza, spesso molto lunga e impegnativa. Lo Swank Rally Tunisia non ha fatto eccezione, con la frazione da Matmata a Camp Mars di ben 220 chilometri, vinta ancora da Andrea Gava (Beta) su Alessandro Ruoso (Yamaha) e Jane Daniels (Fantic). Il report del nostro Guido Sassi.

 

Il giorno più lungo

Il percorso disegnato da Alessandro Botturi si è rivelato ancora una volta indovinato, e la terza tappa è stata sensibilmente più difficile delle precedenti. Tantissima sabbia nella seconda parte, molte dune, un percorso disegnato per mettere alla prova i piloti tanto nelle loro capacità di guida che in quelle di navigazione. Gli ultimi 50 chilometri in particolare sono stati giudicati tosti da diversi concorrenti, indipendentemente dalle abilità in sella.

Per quanto riguarda il sottoscritto, non ho semplicemente terminato la tappa. Attardato sul percorso, ho provato a recuperare ma non ci sono riuscito. Nel tentativo di ritornare sul gruppo ho cercato anche qualche taglio in fuoripista, esperienza che sicuramente ricorderò come intensa ed entusiasmante, ma che a un certo punto ho abortito. Trovarsi in mezzo al nulla, cercando di navigare cercando di mantenere la direzione per collegare due punti, è stato da un lato esaltante, ma in una situazione del genere i sensi sono sempre all'erta. Le temperature erano oltre i 40 gradi e il deserto è tutt'altro che una piana senza ostacoli: ci sono fiumi secchi da attraversare, terreni tra i più diversi e quando mi sono trovato in mezzo a un cordone di dune con il Ténéré, ho pensato che potesse anche bastare.

 

Ognuno ha il suo livello

Il punto è che con una moto da 200 e passa kg in ordine di marcia, più uno zaino con l'attrezzatura video sulle spalle, non si può sbagliare. Non si può cadere in mezzo a dune alte perché da solo non è detto che si riesca a ripartire, a meno che uno non abbia il fisico e la tecnica necessari. Non si sarrebero potuti chiamare i soccorsi perché non c'era campo (anche se il sistema satellitare Owaka segnalava comunque la mia presenza), e visto che mi sentivo ancora lucido, ho preso la via del ritorno. In fondo la moto che mi ha fornito Twinsbike è davvero splendida, molto comunicativa e con un po' di mano ci si diverte anche parecchio. Così mi sono goduto dei passaggi in mezzo al nulla più totale, qualche facile dunetta vicino a Ksar Ghilane e un rientro che si è rivelato provvidenziale. Non ero ancora sull'asfalto che infatti si è scatenata una tempesta di sabbia di quelle davvero potenti, che mai avevo affrontato in moto.

 

La classifica

La gara in sé non ha subito particolari scossoni ai fini della graduatoria, ma la lunghezza della tappa ha invece amplificato i distacchi: Andrea Gava ha vinto la ps con 7'52” su Alessandro Ruoso, terza Jane Daniels (photo credits Tiziano Internò) a 15'42”. Bravissima la pilotessa britannica, venuta in Tunisia per fare esperienza di navigazione e abile a strappare un terzo posto di tappa. La classifica assoluta:

 

1.Andrea Gava (Beta) 6h56'18”

2. Alessandro Ruoso (Yamaha) a 13'45”

3. Filippo Pietri (Sherco) a 21'05” (1' penalità)

4. Jane Daniels (Fantic) a 1h22'47” (41' penalità)

5. Ivano Zaccheo (KTM) a 1h24'47” (20' penalità)

6. Davide Cominardi (Husqvarna) a 1h26'37” (2' penalità)

7. Francesca Gasperi (Honda) a 1h26'46” (43' penalità)

8. Giacomo Cominardi (Honda) a 1h49'15” (20' penalità)

9. Cherif Chagway (KTM) a 2h22'53” (1h54' penalità)

10. Alessandro Rigoni (Husqvarna) a 2h24'40” (2' penalità)

 

 

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