Superprestigio Dirt Track: Marquez andrà in America per la rivincita con Baker?
Il Superprestigio Dirt Track di Barcellona si è concluso con la vittoria dello specialista americano Brad Baker che ha buttato giù l'amico Marc Marquez proprio nelle fasi finali. Dopo la gara nessun rancore tra i due, anzi: Brad ha invitato il campione del mondo di MotoGP negli USA per imparare il "vero" flat track
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Un contatto molto "ravvicinato" ha risolto la gara
Lo scorso weekend si è corso presso il Palau Sant Jordi di Barcellona il Superprestigio Dirt Track, una vera e propria gara di dirt track indoor su un circuito in terra battuta lungo 200 metri, con 10 metri di larghezza e due rettilinei da 50 metri ciascuno. I partecipanti non erano specialisti della categoria, ma i campioni spagnoli della velocità tra cui Marc Marquez (che ha riempito lo stadio con i suoi tifosi), Aleix Espargaro, Kenny Noyes, Luis Simon, Tito Rabat e Maverick Vinales. Fra loro c'era anche un intruso: Brad Baker, asso americano della specialità e vincitore del campionato AMA. Malgrado l'impegno dei piloti spagnoli, Baker ha vinto anche il Superprestigio, ma non è stata una passeggiata: soprattutto la finale che lo ha visto duellare in un entusiasmante "spalla a spalla" con Marc Marquez che non aveva alcuna intenzione di far vincere il suo amico (si sono allenati assieme nelle settimane precedenti) a costo di cadere, come appunto è accaduto, motivo per cui si è dovuto accontentare dell'ottava posizione al traguardo. Il 2oenne campione americano correva con una KTM preparata per l'occasione, un mezzo decisamente diverso dalla Harley-Davidson che guida nel campionato americano, che possiamo definire l'unico "autentico": "Correre con le ruote da 17 pollici era davvero difficile, ma la moto era fantastica. Con l'elaborazione fatta la moto andava davvero bene anche se ogni tanto l'anteriore scappava via. Nella Superfinale volevo fare una bella gara contro Marc per infiammare il pubblico. Ci siamo toccati e lui è caduto, speravo si rialzasse subito dopo la scivolata, ma non ll'ha fatto e a dire la verità mi sono sentito un po' in colpa. Ora lo voglio portare a casa mia e mostrargli in America i veri piloti da flat track!" Qualche tifoso di Marquez ha sollevato delle polemiche dopo quel contatto, ma dalle parole di Baker si capisce che è stato del tutto involontario. Ora vedremo se Marquez andrà davvero negli USA a imparare il dirt track: se lo farà, ne vedremo delle belle!
Lo scorso weekend si è corso presso il Palau Sant Jordi di Barcellona il Superprestigio Dirt Track, una vera e propria gara di dirt track indoor su un circuito in terra battuta lungo 200 metri, con 10 metri di larghezza e due rettilinei da 50 metri ciascuno. I partecipanti non erano specialisti della categoria, ma i campioni spagnoli della velocità tra cui Marc Marquez (che ha riempito lo stadio con i suoi tifosi), Aleix Espargaro, Kenny Noyes, Luis Simon, Tito Rabat e Maverick Vinales. Fra loro c'era anche un intruso: Brad Baker, asso americano della specialità e vincitore del campionato AMA. Malgrado l'impegno dei piloti spagnoli, Baker ha vinto anche il Superprestigio, ma non è stata una passeggiata: soprattutto la finale che lo ha visto duellare in un entusiasmante "spalla a spalla" con Marc Marquez che non aveva alcuna intenzione di far vincere il suo amico (si sono allenati assieme nelle settimane precedenti) a costo di cadere, come appunto è accaduto, motivo per cui si è dovuto accontentare dell'ottava posizione al traguardo. Il 2oenne campione americano correva con una KTM preparata per l'occasione, un mezzo decisamente diverso dalla Harley-Davidson che guida nel campionato americano, che possiamo definire l'unico "autentico": "Correre con le ruote da 17 pollici era davvero difficile, ma la moto era fantastica. Con l'elaborazione fatta la moto andava davvero bene anche se ogni tanto l'anteriore scappava via. Nella Superfinale volevo fare una bella gara contro Marc per infiammare il pubblico. Ci siamo toccati e lui è caduto, speravo si rialzasse subito dopo la scivolata, ma non ll'ha fatto e a dire la verità mi sono sentito un po' in colpa. Ora lo voglio portare a casa mia e mostrargli in America i veri piloti da flat track!" Qualche tifoso di Marquez ha sollevato delle polemiche dopo quel contatto, ma dalle parole di Baker si capisce che è stato del tutto involontario. Ora vedremo se Marquez andrà davvero negli USA a imparare il dirt track: se lo farà, ne vedremo delle belle!
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