SBK 2018, le frenate di Assen. Orari TV
SBK news - Dal 1992 la Superbike corre ad Assen, in Olanda, dove negli ultimi tre anni ha sempre vinto Jonathan Rea, alla guida della Kawasaki. Andiamo alla scoperta con i tecnici Brembo delle frenate più difficili in questa pista, che non è considerata particolarmente impegnativa per l’impianto frenante
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SuperBike
8 frenate di media difficoltà
Il campionato mondiale delle derivate di serie è approdato ad Assen, in Olanda, sede del quarto appuntamento stagionale. Sul celebre tracciato, che ha visto grandi duelli entrati nella storia, la Superbike corre dal 1992, la pista è composta da 18 curve e rettilinei molto corti – il più lungo non arriva neanche a 500 metri. Il fatto che la pista sia piuttosto “guidata” permette un raffreddamento ottimale dei dischi in acciaio e per questo non è impegnativa per i freni. I piloti frenano dieci volte e usano i freni per 26 secondi al giro, equivalenti al 27 per cento della durata della gara. Non toccando mai velocità superiori ai 280 km/h, le Superbike raggiungono un massimo di 1,2 g di decelerazione. Di conseguenza la media del circuito è di 1,08 g, tra le più basse della prima parte del campionato. La scarsa potenza delle frenate è evidente nel calo medio di velocità in frenata: il valore sulle 10 staccate è di 83 km/h, il più basso del Mondiale.
Delle 10 frenate nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni, mentre 8 sono di media difficoltà. La più dura in assoluto è la prima dopo il traguardo (curva Haarbocht) perché le Superbike vi arrivano a 276 km/h e perdono 167 km/h al termine dei 211 metri della frenata. I piloti usano i freni per 4,1 secondi con un carico sulla leva di 4,9 kg. La frenata alla curva 16 vanta una pressione dell’impianto frenante superiore a quella della curva 1: 10,8 bar a fronte dei 10,6 bar e qui le Superbike arrivano a 208 km/h e mollano i freni solo dopo essere scese a 94 km/h, operazione che richiede 3 secondi e mezzo. Degna di nota anche la curva 9 (De Bult): 158 metri di frenata, 1,2 g di decelerazione e 4,3 kg di carico sulla leva per passare da 227 km/h a 111 km/h.
Nelle ultime tre edizioni ha vinto Jonathan Rea, su Kawasaki, chi vincerà questo fine settimana? Ecco gli orari diretta TV sulle reti Mediaset e su Eurosport.
Il campionato mondiale delle derivate di serie è approdato ad Assen, in Olanda, sede del quarto appuntamento stagionale. Sul celebre tracciato, che ha visto grandi duelli entrati nella storia, la Superbike corre dal 1992, la pista è composta da 18 curve e rettilinei molto corti – il più lungo non arriva neanche a 500 metri. Il fatto che la pista sia piuttosto “guidata” permette un raffreddamento ottimale dei dischi in acciaio e per questo non è impegnativa per i freni. I piloti frenano dieci volte e usano i freni per 26 secondi al giro, equivalenti al 27 per cento della durata della gara. Non toccando mai velocità superiori ai 280 km/h, le Superbike raggiungono un massimo di 1,2 g di decelerazione. Di conseguenza la media del circuito è di 1,08 g, tra le più basse della prima parte del campionato. La scarsa potenza delle frenate è evidente nel calo medio di velocità in frenata: il valore sulle 10 staccate è di 83 km/h, il più basso del Mondiale.
Delle 10 frenate nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni, mentre 8 sono di media difficoltà. La più dura in assoluto è la prima dopo il traguardo (curva Haarbocht) perché le Superbike vi arrivano a 276 km/h e perdono 167 km/h al termine dei 211 metri della frenata. I piloti usano i freni per 4,1 secondi con un carico sulla leva di 4,9 kg. La frenata alla curva 16 vanta una pressione dell’impianto frenante superiore a quella della curva 1: 10,8 bar a fronte dei 10,6 bar e qui le Superbike arrivano a 208 km/h e mollano i freni solo dopo essere scese a 94 km/h, operazione che richiede 3 secondi e mezzo. Degna di nota anche la curva 9 (De Bult): 158 metri di frenata, 1,2 g di decelerazione e 4,3 kg di carico sulla leva per passare da 227 km/h a 111 km/h.
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