Race of Champions of Daytona 2013, Marchetti c’è anche quest’anno
Race of Champions Daytona, “nostro” Dario Marchetti anche quest’anno è impegnato sul circuito di Daytona per la Race of Champions, la crisi ha cancellato la squadra con cui ha corso l’anno scorso, i mezzi sono pochi, ma l’entusiasmo è a 1000. Dario, come sempre, ce la metterà tutta
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Pista
Sfida low cost
È una sfida un po’ particolare quella che si appresta a sostenere Dario Marchetti, unico italiano invitato alle Race of Champions di Daytona, in Florida: questa volta si corre cercando di realizzare il massimo risparmio. Il bolognese ha partecipato molte volte alla serie di gare motociclistiche aperte a chi ha ottenuto almeno un piazzamento sul podio nelle gare di campionato americano, ma la crisi ha colpito forte anche in America. Il team Ducshop di Atlanta, che aveva schierato Marchetti negli ultimi anni, ha sospeso l’attività, e Marchetti riuscirà a correre solo perché uno degli sponsor della sua ex squadra, Rob Snyder, gli metterà a disposizione una delle sue moto personali, una Ducati Panigale 1199 R, che peraltro dovrà viaggiare in camiondal Canada alla Florida. Marchetti sorride: «Sono passato da un buon ingaggio, spese di alberghi e aerei coperte, due moto e quattro meccanici, a una sola moto senza ricambi, e un unico meccanico, Richard Boyd, uno dei migliori del team Ducshop, che era una gran bella squadra. Le spese di trasferta me le pago io. Ma attenzione: sono un privilegiato perché di questi tempi è una grossa fortuna trovare chi tidà la possibilità di correre coprendo parte delle spese. Un po’ con l’aiuto di Snyder, un po’ grazie alla Dunlop che mi darà le gomme, alla fine credo che riuscirò a fare otto gare spendendo poco più di un migliaio di euro in totale, tra aereo ed automobile, e per giunta è una cifra facilmente recuperabile con i premi d’arrivo che sono piuttosto alti. Per correre una sola gara dei vari campionati nazionali, in Italia, si può arrivare a 10.000 euro. Devo essere contento, e non mi preoccupo troppo se la mia moto sarà vicina a quella di serie: in una situazione del genere ho vinto, un paio d’anni fa». Le poche modifiche che verranno effettuate riguardano le sospensioni: verrà cambiato l’interno della forcella con il kit racing Öhlins, verrà montato un ammortizzatore migliore e il leveraggio della sospensione verrà sostituito con uno più adatto alle particolarissime caratteristiche del circuito di Daytona e delle sue curve sopraelevate. Nulla di più. «Ma basterà».Siccome la moto arriverà solo giovedì, però, la giornata verrà persa per effettuare le modifiche e Marchetti dovrà rinunciare alle prove libere. «Non è un problema – tranquillizza – a Daytona ho corso già molte volte e conosco il circuito come le mie tasche. Avremo meno tempo per la messa a punto ma... vedremo di accelerare». A causa della mancanza di ricambi, la squadra ha già dovuto dare un’indicazione: «Vietato cadere e vietato rompere». E questo imporrà unaparticolare attenzione anche perché le gare in programma sono tante: due manche della Battle of Twins, due della Sound of Thunder, e poi GTO, Unlimited Supersport, Formula USA e Pro Twin.
È una sfida un po’ particolare quella che si appresta a sostenere Dario Marchetti, unico italiano invitato alle Race of Champions di Daytona, in Florida: questa volta si corre cercando di realizzare il massimo risparmio. Il bolognese ha partecipato molte volte alla serie di gare motociclistiche aperte a chi ha ottenuto almeno un piazzamento sul podio nelle gare di campionato americano, ma la crisi ha colpito forte anche in America. Il team Ducshop di Atlanta, che aveva schierato Marchetti negli ultimi anni, ha sospeso l’attività, e Marchetti riuscirà a correre solo perché uno degli sponsor della sua ex squadra, Rob Snyder, gli metterà a disposizione una delle sue moto personali, una Ducati Panigale 1199 R, che peraltro dovrà viaggiare in camiondal Canada alla Florida. Marchetti sorride: «Sono passato da un buon ingaggio, spese di alberghi e aerei coperte, due moto e quattro meccanici, a una sola moto senza ricambi, e un unico meccanico, Richard Boyd, uno dei migliori del team Ducshop, che era una gran bella squadra. Le spese di trasferta me le pago io. Ma attenzione: sono un privilegiato perché di questi tempi è una grossa fortuna trovare chi tidà la possibilità di correre coprendo parte delle spese. Un po’ con l’aiuto di Snyder, un po’ grazie alla Dunlop che mi darà le gomme, alla fine credo che riuscirò a fare otto gare spendendo poco più di un migliaio di euro in totale, tra aereo ed automobile, e per giunta è una cifra facilmente recuperabile con i premi d’arrivo che sono piuttosto alti. Per correre una sola gara dei vari campionati nazionali, in Italia, si può arrivare a 10.000 euro. Devo essere contento, e non mi preoccupo troppo se la mia moto sarà vicina a quella di serie: in una situazione del genere ho vinto, un paio d’anni fa». Le poche modifiche che verranno effettuate riguardano le sospensioni: verrà cambiato l’interno della forcella con il kit racing Öhlins, verrà montato un ammortizzatore migliore e il leveraggio della sospensione verrà sostituito con uno più adatto alle particolarissime caratteristiche del circuito di Daytona e delle sue curve sopraelevate. Nulla di più. «Ma basterà».Siccome la moto arriverà solo giovedì, però, la giornata verrà persa per effettuare le modifiche e Marchetti dovrà rinunciare alle prove libere. «Non è un problema – tranquillizza – a Daytona ho corso già molte volte e conosco il circuito come le mie tasche. Avremo meno tempo per la messa a punto ma... vedremo di accelerare». A causa della mancanza di ricambi, la squadra ha già dovuto dare un’indicazione: «Vietato cadere e vietato rompere». E questo imporrà unaparticolare attenzione anche perché le gare in programma sono tante: due manche della Battle of Twins, due della Sound of Thunder, e poi GTO, Unlimited Supersport, Formula USA e Pro Twin.
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