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Passione a quattro ruote: quando i piloti MotoGP raddoppiano il divertimento

Franco Morbidelli ha seguito le orme di Valentino Rossi, stregato dal fascino dei rally, mentre il Dottore ultimamente ha virato sulle gare di endurance. Anche Jorge Lorenzo ha la passione delle super car, ma a parte sporadiche eccezioni si limita a collezionarle nel suo box di Lugano. Pedrosa ha mostrato talento con la F1, Marquez è stato prudente. Doohan nel 1998 ebbe tutto un altro approccio
La passione dei piloti di moto per le quattro ruote è nota, una sorta di amore di “ripiego” che i rider manifestano spesso nei periodi di stop dalle gare, uno svago che talvolta deborda verso forme più professionali di ingaggio. L'ultimo caso in ordine di tempo è quello di Franco Morbidelli, che ha disputato il Rally di Monza (valevole come prova del mondiale) con una Hyundai i20 della categoria RC2. Per Franco si è trattato di una sorta di battesimo del fuoco: passare da qualche sporadica prova a un rally strutturato come il mondiale è davvero un salto grosso, tanto più che le condizioni meteo che ha trovato erano proibitive, il 61 posto finale quindi va valutato tenendo presente tutte queste condizioni.

Sulle orme dei campioni
Morbidelli - a cominciare dalla gara- ha scelto di seguire le tracce illustri di Valentino Rossi. Il Dottore ha corso a Monza negli ultimi quindici anni al Rally Show, vincendolo sette volte, ma ha anche preso parte a tre tappe del mondiale WRC, raccogliendo un 12esimo posto assoluto all'impegnativo Wales Rally nella sua apparizione di fine 2008. In Galles il Dottore fece segnare anche un undicesimo tempo di speciale come miglior crono.
Sono note poi a tutti le prove – decisamente promettenti- che Rossi fece a volante della Ferrari di F1 a più riprese, mentre è d'attualità l'impegno con il fratello Luca Marini e l'amico Uccio nell'endurance. L'anno scorso, alla guida della Ferrari del team Kessel, il terzetto ha vinto la 12 Ore del Golfo nella categoria PRO AM al volante di una 488 GT3 e l'avventura si ripeterà quest'anno ad Abu Dhabi.

Apparizioni sporadiche
I piloti della velocità in moto non sono nuovi a tentativi più o meno seri a quattro ruote. Di Jorge Lorenzo è conosciuta la passione per le supercar: il suo garage annovera diversi bolidi tra Ferrari, Porsche, Lamborghini e Pagani, ma il cinque volte campione del mondo era anche sceso in pista, sempre con Kessel Racing, alla 12 Ore di Abu Dhabi nel 2014. Fu un'esperienza in chiaro scuro: vittoria di classe nella categoria gentlemen, ma anche un'uscita di pista con danni alla vettura nella prima gara sprint. Lorenzo ha pure provato la Mercedes di F1, ma con le monoposto lo spagnolo che ha mostrato il miglior potenziale è stato forse Dani Pedrosa. Il Piccolo Samurai a Zeltweg nel 2018 ha impressionato con la Red Bull RB8 del 2012, girando un secondo più forte dell'allora compagno di squadra Marc Marquez.
Entrambi sicuramente hanno fatto meglio di di Mick Doohan, che nel 1998 provò la Williams di Villeneuve, sempre motorizzata Renault, al Montmelò. L'australiano conosceva la pista, non la vettura, ma non si fece intimidire. Il risultato fu però deludente, con la FW19 distrutta contro il guarda rail del tracciato in un'uscita di pista.
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