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MotoGP: Jorge Lorenzo, "Voglio terminare la carriera con Yamaha"

Notizia MotoGP - Jorge Lorenzo, in una recente intervista, ha detto che vorrebbe chiudere la carriera in Yamaha ma allo stesso tempo chiede una moto che sia più competitiva di quella di quest'anno, soprattutto in fase di frenata e non pensa che Valentino Rossi si possa ritirare alla fine del 2014
Jorge vuole stare in Yamaha
Jorge Lorenzo ha chiuso la stagione 2013 mettendoci tutto il cuore, ma non è riuscito a strappare il titolo mondiale dalle mani di Marc Marquez, nonostante le vittorie ottenute nelle ultime gare della stagione. Le motivazioni della sua sconfitta nonostante un campionato quasi perfetto sono da attribuire alla doppia caduta con conseguente doppio infortunio alla clavicola e alla sua moto, la Yamaha M1, che per tutta la stagione è stata un gradino sotto la Honda campione del mondo. Per il 2014 il più grande desiderio di Jorge è avere una moto in grado di battagliare ad armi pari: "Tenendo conto che la moto perfetta non esiste e che si può sempre migliorare, spero che come priorità migliorino la frenata della M1. Qualche anno fa era il nostro punto forte ma ora è il nostro punto debole, dobbiamo migliorare molto anche nella elettronica e nella efficacia della forcella" ha dichiarato Jorge al quotidiano spagnolo Marca. Problemi tecnici a parte, il maiorchino parla anche del ritiro di Valentino Rossi se entro metà anno le sue prestazioni non fossero migliorate: "Secondo me sono state interpretate male le sue dichiarazioni, credo che intendesse dire che dopo le prime sei gare avrebbe negoziato il contratto per i due anni seguenti, non che avrebbe deciso se ritirarsi o continuare. Credo che tutti noi piloti desideriamo che Valentino rimanga perché porta davvero molta popolarità al nostro sport. Per quanto riguarda il mio futuro, invece, per me sarebbe ideale arrivare fino a fine carriera con Yamaha, ma se Yamaha mi darà una moto un po' più competitiva di quella di quest'anno sarà ancora più facile mettere la firma. Questo è il mio sogno, ma niente è realmente definitivo, in questo sport può cambiare tutto".
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