MotoGP gomme Bridgestone, i perché del flag-t-flag a Phillip Island
MotoGP News, dopo il week end australiano, condizionato dal rapido decadimento delle gomme Bridgestone, i responsabile sviluppo, Shinji Aoki, spiega cos’è successo sul circuito di Phillip Island. Una situazione a cui non erano pronti, tutta colpa del super grip offerto dal nuovo asfalto australiano
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Nuovo asfalto, problema gomme
Per la prima volta nella MotoGP, domenica scorsa a Phillip Island si è assistito a un gara flag-to-flag in condizioni di asciutto, quindi con passaggio obbligato ai box per effettuare il cambio moto: colpa della gomme che non reggevano l'intera gara. Shinji Aoki, responsabile dello sviluppo gomme MotoGP ha spiegato: “Tutto è stato causato dal nuovo asfalto di Phillip Island. Il pneumatico slick scelto per questo gran premio ha lavorato a temperature estreme - causate dall'elevato grip - che sono andate a colpire la sua durata nel tempo. Quando è apparso evidente che i piloti non avrebbero potuto disputare una normale gara con la stessa gomma posteriore, allora ci siamo consultati con Dorna, la FIM (Federazione Internazionale Motociclistica) e l’IRTA che si sono impegnate per trovare una soluzione adeguata”. Ormai a "danno" fatto, non si poteva fare altro senza le gomme giuste, motivo per cui l’unica soluzione è stata quella di percorrere una strada alternativa. Di fronte a tutto questo i team e i piloti si sono mostrati disponibili, affrontando il problema e adattandosi alla gara flag-to-flag. Inizialmente era stato deciso che la gara sarebbe stata di 26 giri con il cambio moto incluso, ma successivamente è stata ridotta la durata della corsa a 19. Sempre Aoki spiega: “La decisione della direzione gara di far percorrere un totale di 26 giri era stata presa dopo che avevamo analizzato i dati del pneumatico di sabato e avevamo visto che poteva durare tranquillamente 14 giri. Ma la domenica mattina, durante il warm up, abbiamo chiesto ai piloti di fare tanti giri con la stessa gomma posteriore e abbiamo notato che, a causa delle temperature, solo dieci erano giri che potevano fare in sicurezza. Per cui si è arrivati alla decisione finale di 19 giri”.
Per la prima volta nella MotoGP, domenica scorsa a Phillip Island si è assistito a un gara flag-to-flag in condizioni di asciutto, quindi con passaggio obbligato ai box per effettuare il cambio moto: colpa della gomme che non reggevano l'intera gara. Shinji Aoki, responsabile dello sviluppo gomme MotoGP ha spiegato: “Tutto è stato causato dal nuovo asfalto di Phillip Island. Il pneumatico slick scelto per questo gran premio ha lavorato a temperature estreme - causate dall'elevato grip - che sono andate a colpire la sua durata nel tempo. Quando è apparso evidente che i piloti non avrebbero potuto disputare una normale gara con la stessa gomma posteriore, allora ci siamo consultati con Dorna, la FIM (Federazione Internazionale Motociclistica) e l’IRTA che si sono impegnate per trovare una soluzione adeguata”. Ormai a "danno" fatto, non si poteva fare altro senza le gomme giuste, motivo per cui l’unica soluzione è stata quella di percorrere una strada alternativa. Di fronte a tutto questo i team e i piloti si sono mostrati disponibili, affrontando il problema e adattandosi alla gara flag-to-flag. Inizialmente era stato deciso che la gara sarebbe stata di 26 giri con il cambio moto incluso, ma successivamente è stata ridotta la durata della corsa a 19. Sempre Aoki spiega: “La decisione della direzione gara di far percorrere un totale di 26 giri era stata presa dopo che avevamo analizzato i dati del pneumatico di sabato e avevamo visto che poteva durare tranquillamente 14 giri. Ma la domenica mattina, durante il warm up, abbiamo chiesto ai piloti di fare tanti giri con la stessa gomma posteriore e abbiamo notato che, a causa delle temperature, solo dieci erano giri che potevano fare in sicurezza. Per cui si è arrivati alla decisione finale di 19 giri”.
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