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Casey Stoner: "La MotoGP è solo business"

Casey Stoner spara a zero sulla MotoGP, sulla Dorna e su Carmelo Ezpeleta in un'intervista alla TV australiana. Il campione in carica della massima categoria si ritirerà a fine anno e finalmente spiega i veri motivi che l'hanno portato a questa decisione. Intanto nel suo futuro vede le 4 ruote.

Casey spiega le ragioni del suo ritiro

Il ritiro di Casey Stoner è piombato come un fulmine a ciel sereno sul circus della MotoGP. Il campione del mondo è stato secco e deciso nella conferenza stampa di Le Mans e non ci sono state scuse né ringraziamenti nelle sue dichiarazioni. A distanza di una settimana dall'annuncio, Casey ha concesso un'intervista alla tv australiana ricca di dettagli che fanno capire meglio le ragioni del suo ritiro. Senza troppi peli sulla lingua Casey critica aspramente la gestione del campionato da parte della Dorna: l'ambiente non gli piace più perché antepone il business alla passione. Stoner parla anche del suo futuro e di come gli piacerebbe correre nel campionato automobilistico V8 australiano, lasciando a Marc Marquez il suo posto nella squadra ufficiale Honda.


"E' colpa della Dorna"

La prima bomba viene lanciata contro la Dorna, l'organo che gestisce l'intero motomondiale: "Dorna è in buona parte responsabile della situazione in cui ci troviamo. Non mi piacciono le decisioni che hanno preso e la direzione che hanno dato alla massima categoria e certe opinioni di Carmelo Ezpeleta non mi trovano affatto d’accordo. Il fatto che nessuno dei piloti della Moto2 e della Moto3 sia autorizzato ad avere il proprio motorhome nel paddock non mi piace: io stesso, per esempio, non sarei stato in grado di arrivare dove sono oggi se non mi fosse stato permesso di avere il camper nel paddock. Ci sono un sacco di cose di questo genere con cui sono in forte disaccordo.”


"Non c'è più passione, è solo business"

Il secondo attacco viene sferrato contro il "sistema": la MotoGP moderna è succube degli sponsor e dei capitali che girano attorno alle gare e che hanno completamente annullato la passione per lo sport: "E' cominciato tutto nel 2009, quando si parlava della mia malattia misteriosa e che a volte fa parlare ancora oggi: per la gente noi che rischiamo la vita non significhiamo nulla. Ci sono cose che sono state fatte alle mie spalle che mi hanno fatto capire che il paddock e tutto il resto non sono altro che un business, non c’è passione. E’ partito tutto da lì: ora voglio ritrovare la passione a cui ho dedicato tutta la mia vita divertendomi”


Il futuro? forse nelle 4 ruote

Lasciando da parte critiche e accuse, Casey nell'intervista parla di ciò che farà in futuro. Come prima cosa, una volta terminato il campionato, si dedicherà al relax, poi deciderà cosa fare del suo futuro: "Non voglio avere qualcosa che devo fare per forza in un determinato momento, ho solo voglia di godermi un pò di tempo con la mia famiglia e trascorrere più tempo possibile con loro. Ad essere sincero mi è piaciuto moltissimo il test che ho fatto nel campionato Australiano V8: non credo affatto che sia in grado di dare lo stesso tipo di emozione e adrenalina di una moto, ma allo stesso tempo non é rischioso quanto una moto, e questa é una componente importante del discorso.”
In effetti Casey ora è un papà di famiglia e l'istinto di autoconservazione è senza dubbio più forte. Tutte le sue dichiarazioni lasciano un po' l'amaro in bocca soprattutto perchè condivisibili, ma il modo in cui ha trattato e continua a trattare l'ambiente che l'ha fatto diventare un mito fa storcere il naso a molti.
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grgrunnerSP07
Ven, 05/25/2012 - 23:51
A mio avviso, senza saper nè leggere nè scrivere, a Casey la storia del Sic non è andata giù.