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Niccolò Antonelli, che sorpresa!

Arrivato al mondiale direttamente dal CIV, Niccolò Antonelli ci ha raccontato le sue prime tre gare in Moto3: un’escalation irresistibile che potrebbe portarlo al podio già nella prossima gara a Le Mans

Campione di semplicità

Nel Gran Premio del Portogallo Niccolò Antonelli ha saputo tirare fuori quella grinta e quella determinazione che non erano emerse nei primi due GP. Un’escalation la sua, che è partita dalla 17° posizione in Qatar, passando dall’11° a Jerez, fino a uno straordinario 6° posto ottenuto sul Circuito dell’Estoril. Antonelli proviene dal CIV, il Campionato Italiano Velocità che ha dimostrato di far crescere giovani talenti come Fenati e al Mondiale ci è arrivato sotto l’ala protettrice di Fausto Gresini, uno che di mondiali se ne intende. All’Estoril Niccolò non ha disputato una gara d’attacco e, pur partendo dalla quarta fila dello schieramento, ha tenuto alta la bandiera italiana portandosi a casa una fantastica sesta posizione. Una gara molto positiva e un’autentica dimostrazione di talento, che continuerà ad emergere nei prossimi Gran Premi.

Niccolò tu provieni dal CIV. Come è andata la scorsa stagione?
“La scorsa stagione è andata davvero benissimo. Dopo una partenza non proprio eccezionale è andato tutto nel migliore dei modi, ho vinto il campionato e ho portato a casa una bellissima soddisfazione”.

Romano Fenati è stato uno dei tuoi maggiori avversari l’anno scorso.
“Sì, è stato il mio avversario principale. Ci siamo dati del filo da torcere in parecchi casi! E ora ci ritroviamo contro anche questa stagione”.

All’Estoril tu hai avuto la meglio su Fenati, come è andata?
“Oggi è stata davvero una bella gara. Eravamo tutti molto vicini e Romano ed io ci siamo passati e ripassati diverse volte. Sembrava di essere tornati all’anno scorso!”.


"Un grazie a Gianola e a Locatelli"

Come stai vivendo il passaggio dalle competizioni nazionali a quelle mondiali?
“Cerco di essere il più tranquillo possibile. Questo è il primo anno e la cosa più importante da portare a casa è l’esperienza. I risultati non sono forzati: noi lavoriamo sempre molto tranquillamente e poi in gara cerchiamo di dare il massimo”.

Anche perché correre nel Mondiale è una bella responsabilità.
“Sì, gli avversari sono fortissimi. Poi quella della Moto3 è una categoria totalmente nuova: nuove moto, motori simili, siamo più o meno tutti allo stesso livello. C’è molta competitività e diventa sempre più difficile stare davanti”.

Sei anche molto giovane…
“Sì, ho sedici anni compiuti a febbraio, giusto nei limiti di età decisi dalla Federazione per poter correre nel Campionato Mondiale. Prima il limite era di quindici anni, ma è giusto che sia cambiato perché bisogna arrivare qui preparati, con un’esperienza alle spalle, con una formazione. Uno poi deve anche sentirsela di fare un passo così grande”.

Come ti sei preparato per questa nuova avventura?
“Per tutto l’inverno mi sono allenato con i tecnici della Federazione Motociclistica Italiana. Si è trattato di una preparazione sia fisica, sia tecnica, soprattutto con le moto da cross e motard. Io poi posso fare affidamento su Ezio Gianola, che mi ha dato una grossa mano soprattutto la scorsa stagione e che, come Locatelli, è preparatore atletico della FMI”.

Ti sta seguendo anche in questa stagione?
“Sì, anche quest’anno mi sta dando una mano anche se all’Estoril non c’era. Il suo supporto lo ritengo importante”.



"Bisogna continuare a migliorarsi"

Si dice che la prima volta non si scorda mai. La tua di prima volta, quando un mese fa sei sceso in pista in Qatar, come è stata?
“In Qatar è stato davvero bellissimo. L’ambiente così lontano dall’Italia e le circostanze inedite - come per esempio il fatto di correre in notturna - hanno reso il tutto ancora più emozionante. È stata una grande esperienza”.

Poi la seconda gara, la prima in Europa, quella di Jerez.
“In Spagna non è stata semplice. Abbiamo cambiato moto e all’inizio le cose si sono un po’ complicate. Da un’Honda siamo passati a una FTR-Honda e quindi abbiamo dovuto ricominciare da capo e lavorare molto. È stato difficile, ma alla fine la gara non è andata poi così male. Ho chiuso ottavo facendo una bella rimonta”.

E in Portogallo una gara straordinaria, complimenti! Sei riuscito a scappare da un gruppetto lento e hai raggiunto la testa della corsa, lottando per le posizioni subito sotto il podio, rendendoti protagonista di una bella sfida con Vazquez.
“Sì, è stata davvero una bellissima gara. Sono partito un po’ indietro e non benissimo, ma con la moto sentivo un buon feeling e sapevo che potevo dare di più. Ho capito che avevo un buon passo e infatti ho recuperato posizioni. Sono anche riuscito a recuperare il gruppetto davanti e alla fine ho chiuso sesto, dopo una bella lotta per la quinta piazza con Vazquez che è in questa categoria da più anni ed ha più esperienza”.

Paradossalmente sei andato meglio all’Estoril che era una pista che non conoscevi, rispetto a Jerez, dove invece avevi già provato.
“Si, a Jerez ho dovuto prendere confidenza con la moto nuova, mentre qui già sentivo di avere un maggior feeling. Ci sono ancora delle cose da mettere a posto, ma il potenziale è molto alto”.

In Qatar 17°, in Spagna 8° e in Portogallo 6°: un’escalation! La prossima volta ci sarà il podio?
“Sì, più vado avanti e più raccolgo esperienza. È aumentato anche il feeling con tutta la squadra e con la moto”.



"Simoncelli? Un esempio..."

Com’è il tuo rapporto con Fausto Gresini?
“Fausto è una persona eccezionale e mi ritengo molto fortunato a poter lavorare con lui. Ci confrontiamo in ogni momento e da lui raccolgo importantissimi consigli”.

Nel Motomondiale corrono piloti che sono ormai leggende. C’è qualcuno in particolare che ammiri?
“I miei piloti preferiti sono Marc Marquez, che corre in Moto2, e Dani Pedrosa in MotoGP. Loro due sono i migliori”.

In più nel nel tuo Team è vivo il ricordo di un altro grande pilota; Marco Simoncelli. La sua bravura e la sua tenacia sono forse il punto di arrivo. Tu potresti essere un nuovo punto di partenza…
“Sì, Marco era un grande ragazzo e un bravissimo pilota. Il suo livello era molto alto; io sono ancora giovane, ma farò del mio meglio per acquisire esperienza e migliorarmi".

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kazutosakata
Mar, 08/05/2012 - 17:07
E pure la capillera ci si avvicina. Certo, Marco era Marco e i paragoni con lui sono tutti azzardati