Yamaha verso la neutralità delle emissioni entro il 2035
Più o meno “obbligata”, Yamaha continua lungo la strada “green”, annunciando l’intenzione di raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio per i suoi stabilimenti entro il 2035. Per farlo, la Casa di Iwata sta lavorando per ridurre il consumo di energia nella produzione ed aumentare le quote di energia rinnovabile
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Green Planet
Yamaha a zero emissioni?
Produrre moto a zero emissioni consumando meno energia ed affidandosi solo a fonti rinnovabili. Questo il “piano” di Yamaha che, anticipando di ben 15 anni le tempistiche precedentemente calcolate, ha in questi giorni annunciato l’intenzione di raggiungere l'obiettivo di neutralità delle emissioni di carbonio per i suoi stabilimenti entro il 2035. Attraverso un approccio energetico basato sul “valore teorico” (cioè sulla quantità di energia necessaria alla produzione) e sulle innovazioni di processo per ridurre al minimo l'uso di energia, Yamaha punta entro il 2035 ad una riduzione del 92% (rispetto al 2010) delle emissioni di CO2 derivanti dalle operazioni di produzione negli stabilimenti nazionali e internazionali. Qualche esempio? La Casa di Iwata accenna a tal proposito alla necessità di migliorare l’intero processo produttivo, implementando per esempio l’autospegnimento delle apparecchiature per un consumo energetico fisso e in stand-by pari a zero, introducendo macchinari di dimensioni compatte e, quindi, con requisiti energetici inferiori, introducendo fonti di energia rinnovabile e promuovendo l'uso di combustibili privi di fossili.
Non solo parole
Anche fatti: a partire dal prossimo luglio, Yamaha passerà infatti alla Shizuoka Green Denki di Chubu Electric Power per la produzione di energia idroelettrica a zero emissioni di carbonio, anticipando la futura installazione di pannelli solari per aumentare la percentuale di energia elettrica autoprodotta. A tutto ciò (ve ne parlavamo qui), andrebbero inoltre aggiunti i 100 milioni di dollari stanziati poche settimane fa per il “Yamaha Motor Sustainability Fund” fondo creato da Yamaha per investire in aziende che si impegnano ad affrontare i problemi dell’ambiente.
Produrre moto a zero emissioni consumando meno energia ed affidandosi solo a fonti rinnovabili. Questo il “piano” di Yamaha che, anticipando di ben 15 anni le tempistiche precedentemente calcolate, ha in questi giorni annunciato l’intenzione di raggiungere l'obiettivo di neutralità delle emissioni di carbonio per i suoi stabilimenti entro il 2035. Attraverso un approccio energetico basato sul “valore teorico” (cioè sulla quantità di energia necessaria alla produzione) e sulle innovazioni di processo per ridurre al minimo l'uso di energia, Yamaha punta entro il 2035 ad una riduzione del 92% (rispetto al 2010) delle emissioni di CO2 derivanti dalle operazioni di produzione negli stabilimenti nazionali e internazionali. Qualche esempio? La Casa di Iwata accenna a tal proposito alla necessità di migliorare l’intero processo produttivo, implementando per esempio l’autospegnimento delle apparecchiature per un consumo energetico fisso e in stand-by pari a zero, introducendo macchinari di dimensioni compatte e, quindi, con requisiti energetici inferiori, introducendo fonti di energia rinnovabile e promuovendo l'uso di combustibili privi di fossili.
Non solo parole
Anche fatti: a partire dal prossimo luglio, Yamaha passerà infatti alla Shizuoka Green Denki di Chubu Electric Power per la produzione di energia idroelettrica a zero emissioni di carbonio, anticipando la futura installazione di pannelli solari per aumentare la percentuale di energia elettrica autoprodotta. A tutto ciò (ve ne parlavamo qui), andrebbero inoltre aggiunti i 100 milioni di dollari stanziati poche settimane fa per il “Yamaha Motor Sustainability Fund” fondo creato da Yamaha per investire in aziende che si impegnano ad affrontare i problemi dell’ambiente.
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