Salta al contenuto principale

Yamaha MT-03 Kingston Custom - Un gioco da ragazzi

Le mode e i fenomeni globali arrivano sempre a un punto di saturazione. Le special sono cicliche e si è già visto più o meno tutto e la copia di tutto. Allora diventa interessante non il cosa, ma il chi. In questo caso l'età di chi ha costruito questa bella tracker
Moritz Bree, un figlio d’arte
Ci sono persone che hanno la strada segnata, quasi tutti quelli che vivono per le moto o di moto o sopra le moto, alle due ruote ci sono arrivati da piccoli. Se questa cosa per lo più è una prerogativa dei piloti che dall’età dei denti da latte giravano già la manopola del gas a martello, anche nel custom accadono cose simili: Moritz Bree è un preparatore in fasce, uno che ha masticato cafè racer e scrambler da quando è nato, grazie anche al padre Uli Bree, organizzatore dei Tridays, la festa evento europea di Triumph che si tiene annualmente a Neukirchen.
Ebbene il buon Moritz che all’anagrafe oggi fa 12 anni ha già lasciato un discreto segno nelle moto speciali, a partire dalla livrea di una Bonneville costruita dai vicentini di Free Spirit.
Di recente la joint venture con i customizers tedeschi Kingston Custom di base ad Hannover ha prodotto una piccola Yamaha MT-03 da dirt track molto ben riuscita.
Dirk Oehlerking, boss del garage tedesco, e il suo piccolo aiutante hanno svestito la minuscola bicilindrica di Iwata, tagliato dove serviva e aggiunto colori e superfici in maniera bilanciata. Sembra una mini dirt tracker, qualcosa che potrebbe stare benissimo al fianco di una PW50, nel segmento “moto per motociclisti dai 6 ai 12 anni”.
Il telaietto posteriore è stato accorciato e addobbato con un codino monoposto in fibra di vetro che fa subito AMA Grand National. Appena avanti alla coda c’è un serbatoio in alluminio nuovo di pacca: entrambi gli elementi sono decorati con gli iperclassici speedblocks di Yamaha, questa volta nei toni rossi su bianco.
Quasi tutto il resto è stato mantenuto inalterato: freni, ciclistica e le ruote che sono solamente state verniciate di un bel dorato e accoppiate con due grassissime gomme Heidenau K60.
Il propulsore è stato toccato con il classico soft tuning: filtri aperti e infernale scarico due in uno in due, modifiche che bastano e avanzano per le prestazioni della piccola giapponese.
Come si dice in questi casi, se il buongiorno si vede dal mattino, di Moritz ne sentiremo parlare ancora. Piccoli customizers crescono.
Aggiungi un commento