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Viaggio annullato e rimborso diretto, violati i diritti dei viaggiatori. L’EU mette l'Italia sotto procedura di infrazione

La Commissione Europea ha messo l’Italia sotto procedura di infrazione per la violazione della norma comunitaria che tutela i diritti dei viaggiatori. Se cancellato causa Covid, il viaggio deve essere rimborsato tramite voucher oppure rimborso diretto. Regola mai applicata nel nostro paese
Viaggio annullato e rimborso
Se il viaggio è stato annullato causa Covid-19, la compagnia aerea, navale, ferroviaria o in generale di trasporto deve risarcire il passeggero. Può farlo attraverso un voucher dello stesso valore, oppure tramite rimborso economico diretto entro una settimana, cioè restituendo i soldi del biglietto al passeggero. Quest’ultimo può scegliere se accettare il voucher, oppure richiedere il rimborso. A stabilirlo è il regolamento 261 del 2004, che il nostro paese - nonostante le continue sollecitazioni - non ha mai rispettato, violando deliberatamente la normativa comunitaria e, con essa, i diritti dei consumatori. I viaggiatori italiani che si sono visti annullare il viaggio hanno avuto una sola possibilità: accettare il voucher oppure niente. La Commissione europea aveva più volte evidenziato la mancata applicazione della norma, chiedendo all’Italia di adeguarsi e consentire ai viaggiatori la scelta, stabilita come un loro diritto. La Commissione chiariva che “i diritti dei consumatori restano validi anche in questo contesto senza precedenti, e che le misure adottate dalle nazioni a supporto dell'industria" non devono incidere su di questi. I ministri Paola De Micheli (Trasporti) e Dario Franceschini (Cultura e turismo) avevano tentato nei giorni scorsi la via del “compromesso”, proponendo di reintrodurre la scelta tra voucher e rimborso, ma solo a partire dal prossimo 31 luglio. Proposta del tutto respinta dalla Commissione che, al contrario, ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia. Ora, il Governo ha due mesi per rispondere.
Stessa cosa, va chiarito, vale anche per i cosiddetti “viaggi a pacchetto”, quelli cioè tutto compreso. A emettere i buoni sono in questo caso i tour operator, ma la sostanza non cambia: anche qui, i viaggiatori hanno il diritto di scegliere tra voucher e rimborso economico. Questo secondo procedimento non riguarda però solo l'Italia, ma altri Stati membri che non hanno applicato la normativa, tra cui Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Francia, Croazia, Lituania, Polonia, Portogallo e Slovacchia.

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