Valentino Rossi news, Burgess: “Quello che ha fatto è speciale”
Dopo la straordinaria vittoria di Valentino Rossi sul circuito di Phillip Island, Jeremy Burgess, suo capotecnico fino allo scorso anno ha detto di aver capito perché è stato sostituito alla fine della passata stagione e di essere sempre legato al Dottore ma ha anche escluso un suo ritorno nella MotoGP
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Valentino ama tutto quello che è moto
Non c'è rancore nelle parole di Jeremy Burgess quando parla di Valentino Rossi, dopo essere stato il suo fedele capotecnico per quattordici anni, durante i quali hanno vinto sette titoli mondiali, vedere il Dottore tornare a vincere è per l'australiano motivo di gioia e orgoglio. Burgess è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport e ha dichiarato: “Questo secondo anno in Yamaha ci ha proposto un Valentino molto più a suo agio sulla moto rispetto a quando noi lasciammo Yamaha alla fine 2010 per andare in Ducati. Già alla fine dello scorso anno si vedeva che stavamo migliorando, che i problemi erano sempre meno. E poi c’era la nuova sfida. A un certo punto della carriera, anche André Agassi ha deciso di lasciare il suo allenatore (Nick Bollettieri, ndr) per dimostrare di essere ancora un grande”. Jeremy ha compreso il motivo per cui Valentino l'abbia voluto sostituire e l'ha spiegato con un paragone con il tennista americano: “Io ho capito cosa Valentino volesse fare. Quando Agassi ha cambiato allenatore non era perché con lui si trovava male, ma perché cercava una strada nuova, stimoli diversi”. Tra i due è rimasto un buon rapporto e Jeremy l'ha confermato: “Ci eravamo incontrati già a Indy. Mi piace guardare quello che continua a fare e sono contento che la sua decisione non sia stata sbagliata. Questa è sempre più una griglia per giovani uomini, non per me. E io mi sento sempre più rilassato, gioco a golf, mi godo casa. Quello che più mi interessa adesso è che Valentino finisca bene la carriera, senza farsi male”. Con il senno di poi, la scelta di Valentino di lasciarlo a casa è stata quella giusta: “È stata una buona decisione. Chiaramente vincere due gare ti fa restare lontano dal Mondiale, ma quel che ha fatto è speciale. Valentino semplicemente ama tutto quello che è moto…". A Burgess è stata chiesta una previsione del 2015 e ha commentato: “La Yamaha è cresciuta tanto perché hanno lavorato forte, la Honda meno forse perché si sono abituati vincendo tanto. Quindi, spero che nel 2015 Valentino possa raggiungere i risultati che sogna o che continui a divertirsi come adesso". Si era inoltre parlato di un suo possibile ritorno in MotoGP nel team di Lucio Cecchinello, ma Burgess ha smentito: “Ho avuto due opportunità, e non da Cecchinello. Una era da chi ancora non è in MotoGP (il team Marc VDS con Redding, ndr). Ma dovendo lavorare con dei giovani per me era un programma di almeno 4-5 anni. Così ho tirato una linea sulla sabbia e ho deciso di non oltrepassarla. Il mio tempo qui ormai è finito".
Non c'è rancore nelle parole di Jeremy Burgess quando parla di Valentino Rossi, dopo essere stato il suo fedele capotecnico per quattordici anni, durante i quali hanno vinto sette titoli mondiali, vedere il Dottore tornare a vincere è per l'australiano motivo di gioia e orgoglio. Burgess è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport e ha dichiarato: “Questo secondo anno in Yamaha ci ha proposto un Valentino molto più a suo agio sulla moto rispetto a quando noi lasciammo Yamaha alla fine 2010 per andare in Ducati. Già alla fine dello scorso anno si vedeva che stavamo migliorando, che i problemi erano sempre meno. E poi c’era la nuova sfida. A un certo punto della carriera, anche André Agassi ha deciso di lasciare il suo allenatore (Nick Bollettieri, ndr) per dimostrare di essere ancora un grande”. Jeremy ha compreso il motivo per cui Valentino l'abbia voluto sostituire e l'ha spiegato con un paragone con il tennista americano: “Io ho capito cosa Valentino volesse fare. Quando Agassi ha cambiato allenatore non era perché con lui si trovava male, ma perché cercava una strada nuova, stimoli diversi”. Tra i due è rimasto un buon rapporto e Jeremy l'ha confermato: “Ci eravamo incontrati già a Indy. Mi piace guardare quello che continua a fare e sono contento che la sua decisione non sia stata sbagliata. Questa è sempre più una griglia per giovani uomini, non per me. E io mi sento sempre più rilassato, gioco a golf, mi godo casa. Quello che più mi interessa adesso è che Valentino finisca bene la carriera, senza farsi male”. Con il senno di poi, la scelta di Valentino di lasciarlo a casa è stata quella giusta: “È stata una buona decisione. Chiaramente vincere due gare ti fa restare lontano dal Mondiale, ma quel che ha fatto è speciale. Valentino semplicemente ama tutto quello che è moto…". A Burgess è stata chiesta una previsione del 2015 e ha commentato: “La Yamaha è cresciuta tanto perché hanno lavorato forte, la Honda meno forse perché si sono abituati vincendo tanto. Quindi, spero che nel 2015 Valentino possa raggiungere i risultati che sogna o che continui a divertirsi come adesso". Si era inoltre parlato di un suo possibile ritorno in MotoGP nel team di Lucio Cecchinello, ma Burgess ha smentito: “Ho avuto due opportunità, e non da Cecchinello. Una era da chi ancora non è in MotoGP (il team Marc VDS con Redding, ndr). Ma dovendo lavorare con dei giovani per me era un programma di almeno 4-5 anni. Così ho tirato una linea sulla sabbia e ho deciso di non oltrepassarla. Il mio tempo qui ormai è finito".
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