Salta al contenuto principale

Ultime notizie SBK, Marco Melandri: “In Qatar non volevo correre”

Aprilia ha vinto il titolo della Superbike con Sylvain Guintoli, ma a inizio anno in molti credevano che il mondiale sarebbe stato una questione tra Marco Melandri e Tom Sykes. Non è andata così e Macio ora ha raccontato gli ultimi difficili mesi della stagione 2014, caratterizzati da un rapporto teso con il compagno e il team
Dalla SBK alla MotoGP con rancore
Marco Melandri tornerà dal prossimo anno in MotoGP, senza aver conquistato quel titolo nelle derivate di serie che sembrava sempre alla sua portata. La stagione 2014 è stata tra le più complicate per “Macio", a inizio stagione era uno dei favoriti per il mondiale, invece ha avuto una lunga serire di problemi che gli hanno impedito di essere subito tra i protagonisti. In un intervista al settimanale Motosprint ha spiegato i motivi di questa stagione così difficile, togliendosi anche alcuni sassolini dalla scarpe: “Sono arrivato in Aprilia con un bagaglio di esperienza enorme, perché avevo guidato tantissime moto e anche due Superbike molto diverse dall’Aprilia: ero passato dalla Yamaha a scoppi irregolari alla BMW che era screamer. Durante le mie varie esperienze ho raggiunto un punto in cui devo trovare alcune costanti, fondamentali per la mia guida. Ecco, queste caratteristiche della moto, all’inizio non le ritrovavo nell’Aprilia. Chiedevo di poter fare delle regolazioni diverse, ad esempio riguardo all’assetto. Mi rispondevano che la moto non aveva mai funzionato con quei tipi di assetto, quindi era difficile seguire le mie richieste. Infatti erano loro, nel team, che mi chiedevano di adattarmi alla moto. Per me, pensare di cambiare stile di guida quando non riesco ad avere confidenza con la moto, è impensabile. Così la prima metà della stagione è andata avanti con queste difficoltà. E poi siamo arrivati in Malesia, a giugno, sono riuscito a fare cambiare un po’ di cose sulla mia moto e, come per magia, ho vinto le due gare. Così nel team hanno capito: abbiamo iniziato a lavorare in modo diverso e abbiamo cambiato passo. E, guarda caso, da lì in poi Guintoli ha iniziato a fare una sorta di copia-incolla con le mie regolazioni”.Alla fine il titolo è andato al suo compagno di squadra Sylvain Guintoli e Marco non è certo felice: "Con lui non c'è stato alcun rapporto. Non mi ha mai chiesto scusa per avermi buttato giù a Portimao. Anzi, ha cercato scuse per incolpare me, quando invece è stato lui a cadere e a venirmi addosso. E a Magny Cours non mi ha ringraziato per quello che ho fatto per lui (Marco lo ha lasciato vincere gara 1 ndr) e ha addirittura fatto pesare il fatto che secondo lui non serviva il gioco di squadra. E non è vero, gli è servito: se non avessi poi deciso di fare la mia strada in gara 2, a Magny Cours, in Qatar Baz non avrebbe fatto lo stesso in gara 1 (Baz ha deciso di non aiutare Sykes, in lotta con Guintoli per il titolo ndr); e Baz lo ha anche detto in TV”. Nelle ultime quattro manche è stato chiaro il gioco di squadra che Aprilia ha messo in atto, una cosa che però Melandri non ha mai condiviso: “Quando sei più veloce del tuo compagno di squadra, però lo devi aiutare, è difficile. Soprattutto quando sai che avresti dovuto essere tu a giocarti il titolo, ma per vari motivi hai buttato via metà della stagione. Sono cose che fanno male. Per me gli ultimi tre mesi sono stati veramente difficili. Ero più forte di Guintoli, ma l’Aprilia mi chiedeva di aiutarlo. E lui non ha avuto… (fa una pausa), va beh, mettiamola così: io credo ancora in certi valori, così avrei preferito un “grazie”, oppure una pacca sulla spalla, piuttosto che sentirmi dire: devi aiutarlo, ti offriamo un incentivo economico". Parole che hanno fatto male al ravennate, che ha aggiunto: “Ho chiesto all’Aprilia di poter stare a casa dall’ultima gara, in Qatar. In base al mio modo di interpretare le corse, andare a correre con la consapevolezza che avrei dovuto andare piano non aveva senso”. Dal prossimo anno cambierà nuovamente tutto per Melandri, che tornerà in MotoGP sempre con Aprilia, anche se questo trasloco non era nei suoi programmi: “Nel momento in cui la possibilità che Aprilia facesse la MotoGP e non più la Superbike iniziava ad essere concreta, hanno esercitato l’opzione per farmi restare per il 2015 in SBK. Io ero un po’ perplesso, lì per lì non capivo. Ma allo stesso tempo ero contento perché ero ancora convinto che, alla fine, il progetto SBK sarebbe andato avanti. Invece dopo poco mi è stato chiesto di accordarmi di nuovo… per la MotoGP. Ho cercato solo di capire se era possibile fare un altro anno per vincere in SBK, e intanto iniziare a lavorare per la MotoGP. Cioè, per il 2016. Ma non è stato possibile”.
 
Aggiungi un commento