Tutor autostrade: multe nulle se non c'è la taratura
Quanto stabilito dalla Corte Costituzionale lo scorso luglio, riguardo l'obbligo di effetture taratuare periodiche di Tutor e Autovelox, è stato seguito alla lettera dai Giudici di Pace del cuneese che stanno sistematicamente accogliendo i ricorsi presentati da motociclisti e automobilisti
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Politica e trasporti
Dalla parte dei cittadini...
“Gli apparecchi per l'accertamento dei limiti di velocità come gli autovelox – recita la sentenza numero 113/2015 depositata lo scorso luglio dalla stessa Corte Costituzionale - vanno sottoposti a periodiche verifiche perché i fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l'affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”. Un sentenza chiarissima e pienamente accolta dal pool di giudici di pace a Mondovì, nel Cuneese, dove Francesco Benincasa, coordinatore dei giudici di pace del territorio e il collega Fausto Nasi hanno pienamente appoggiato gli ormai numerosi ricorsi presentati dai cittadini multati, annullando le sanzioni emesse dalle “trappole” autostradali, i tutor. Spiegano i due giudici: “Partiamo dall’idea che le sentenze vanno motivate. E noi lo facciamo applicando un principio: il pronunciamento della Corte Costituzionale. Assai chiara: tutti gli strumenti di misurazione elettronica della velocità, non solo dunque gli autovelox, vanno omologati e tarati, cioè sottoposti a periodiche verifiche. Ma la taratura, va certificata e dimostrata. E a oggi la Prefettura di Cuneo, in tutti i ricorsi che abbiamo discusso, non ha presentato questa certificazione. Perciò, per quanto ci riguarda, i tutor non sono tarati. E risultano irregolari. Di qui la scelta di accettare i ricorsi dei cittadini”. L’area di competenza dei giudici è limitata (Sulla A6, che collega Torino al mare, dove i limiti di velocità vanno dai 90 ai 130 km orari, i tutor sono tra Marene e Carmagnola, nei territori di Priero e Quiliano), ma quanto da loro espresso risulta comunque molto importante per “fare giurisprudenza”: una volta multati, sono davvero pochissimi gli automobilisti e i motociclisti che decidono di impugnare la multa e fare ricorso. Certo, non tutti i colleghi la pensano come loro, sia per quanto riguarda l’annullamento delle sanzioni, sia per quanto riguarda invece l’effettiva utilità degli stessi Tutor, giudicati non del tutto in grado di garantire la sicurezza sulle autostrade: “I varchi – spiegano Benincasa e Nasi - che fanno? La media tra la velocità in entrata e quella in uscita dal tratto sottoposto a controllo. Ma non tengono conto del fatto che io, superate le telecamere, potrei sfrecciare a 200 l’ora e poi fermarmi lungo un autogrill della tratta, bermi con calma un caffè, fumare una sigaretta e ripartire per risultare, alla fine, perfettamente allineato ai limiti di velocità. E questa non si può chiamare sicurezza”.
“Gli apparecchi per l'accertamento dei limiti di velocità come gli autovelox – recita la sentenza numero 113/2015 depositata lo scorso luglio dalla stessa Corte Costituzionale - vanno sottoposti a periodiche verifiche perché i fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l'affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”. Un sentenza chiarissima e pienamente accolta dal pool di giudici di pace a Mondovì, nel Cuneese, dove Francesco Benincasa, coordinatore dei giudici di pace del territorio e il collega Fausto Nasi hanno pienamente appoggiato gli ormai numerosi ricorsi presentati dai cittadini multati, annullando le sanzioni emesse dalle “trappole” autostradali, i tutor. Spiegano i due giudici: “Partiamo dall’idea che le sentenze vanno motivate. E noi lo facciamo applicando un principio: il pronunciamento della Corte Costituzionale. Assai chiara: tutti gli strumenti di misurazione elettronica della velocità, non solo dunque gli autovelox, vanno omologati e tarati, cioè sottoposti a periodiche verifiche. Ma la taratura, va certificata e dimostrata. E a oggi la Prefettura di Cuneo, in tutti i ricorsi che abbiamo discusso, non ha presentato questa certificazione. Perciò, per quanto ci riguarda, i tutor non sono tarati. E risultano irregolari. Di qui la scelta di accettare i ricorsi dei cittadini”. L’area di competenza dei giudici è limitata (Sulla A6, che collega Torino al mare, dove i limiti di velocità vanno dai 90 ai 130 km orari, i tutor sono tra Marene e Carmagnola, nei territori di Priero e Quiliano), ma quanto da loro espresso risulta comunque molto importante per “fare giurisprudenza”: una volta multati, sono davvero pochissimi gli automobilisti e i motociclisti che decidono di impugnare la multa e fare ricorso. Certo, non tutti i colleghi la pensano come loro, sia per quanto riguarda l’annullamento delle sanzioni, sia per quanto riguarda invece l’effettiva utilità degli stessi Tutor, giudicati non del tutto in grado di garantire la sicurezza sulle autostrade: “I varchi – spiegano Benincasa e Nasi - che fanno? La media tra la velocità in entrata e quella in uscita dal tratto sottoposto a controllo. Ma non tengono conto del fatto che io, superate le telecamere, potrei sfrecciare a 200 l’ora e poi fermarmi lungo un autogrill della tratta, bermi con calma un caffè, fumare una sigaretta e ripartire per risultare, alla fine, perfettamente allineato ai limiti di velocità. E questa non si può chiamare sicurezza”.
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