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Tuta spaziale SkinSuit by Dainese

Dainese continua e anzi accresce il proprio impegno nella ricerca e progettazione  in ambito aerospaziale. Testata nel settembre 2015, la tuta spaziale SkinSuit è tornata nello spazio per proteggere l’astronauta Thomas Pesquet, dal 17 novembre impegnato nella missione ESA Proxima, mentre la tuta BioSuit si prepara al viaggio su Marte del 2030
Dainese veste (anche) gli astronauti
Già testata nel settembre 2015 dall’astronauta danese Andreas Mogensen, la tuta spaziale realizzata da Dainese è tornata nello spazio per “proteggere” Thomas Pesquet, dal 17 novembre scorso impegnato nella missione Proxima. Sviluppata dal Dainese Science and Research Center in collaborazione con la European Space Agency (ESA),  SkinSuit è una tuta spaziale appositamente realizzata per gli “abitanti” della Stazione Spaziale Internazionale. Grazie agli innovativi materiali, alle sue caratteristiche tecniche e costruttive ed alle oltre 150 misurazioni effettuate sul corpo dell’astronauta, SkinSuit è in grado infatti di contrastare le principali conseguenze derivanti dall’assenza di gravità in cui gli astronauti operano durante la missione, impedendo l’allungamento della colonna vertebrale e favorendo confort e movimenti. Semplificando, quindi, la tuta spaziale Dainese è stata studiata per esercitare una pressione crescente in direzione testa-piedi, simulando così in assenza di gravità il peso normalmente imposto dalla massa corporea sulla Terra. La società nata a Vicenza nel 1972 e oggi posseduta all’80% dal fondo di investimento del Bahrain Investcrop, continua il proprio impegno nella ricerca di soluzioni altamente tecnologiche dedicate non solo agli sportivi ma anche agli astronauti, mettendosi in prima linea anche in vista del primo viaggio umano in direzione del “Pianeta Rosso”. In occasione del simposio “Da Galileo a Marte: Rinascimento della Scienza e delle Arti”, tenutosi lo scorso 12 novembre  a Firenze e al quale hanno partecipato il  Vicedirettrice di NASA Dava Newman, l’astronauta NASA Nicole Scott e l’astronauta italiano Paolo Nespoli, sono infatti state esposte due differenti tute, la SkinSuit e la BioSuit, studiata, quest’ultima, per il viaggio su Marte previsto intorno al 2030. Anche in questo caso, l’approccio scelto da Dainese per la progettazione della BioSuit si ispira al concetto delle “linee di non estensione”, che a sua volta presuppone la possibilità di esercitare una pressione meccanica sul corpo dell’astronauta, permettendo movimenti naturali anche in assenza di gravità. 
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