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Truffati mentre al volante?

La fantasia, a certi furbetti, proprio non manca. Il Corriere raccoglie la testimonianza diretta di cittadini “truffati” mentre erano alla guida. Si va dallo specchietto rotto alla finta gestante, più tanti altri che stupiscono per fantasia e, purtroppo, efficacia . La soluzione migliore è sempre quella di chiedere aiuto a un passante o alla polizia
Truffe nel traffico
Parlando di alcune delle più ”tradizionali” truffe in cui si può incappare quando alla guida nel traffico, il Corriere della Sera riporta anche la testimonianza diretta di vari cittadini “fregati” perchè in buona fede. La cosiddetta “truffa dello specchietto”, infatti, parrebbe avere diverse varianti: “A me - racconta sul Corriere Lorenzo, giornalista cinquantenne - è successo due volte su via dei Monti Tiburtini. Tornavo di notte dalla redazione e l’arroganza con la quale mi hanno inseguito e costretto ad accostare è stata spaventosa. Poi ho avuto il guizzo: è bastato prendere in mano il cellulare e dire 'Ok, chiamo la polizia' per vederli fuggire”. Con la scusa del volerla risolvere tra persone “civili” - infischiandosene quindi di constatazioni amichevoli e compagnia - i furbetti escogitano di volta in volta “soluzioni” alternative. “La scorsa estate - racconta una seconda testimone citata dal Corriere - stavo percorrendo il Muro Torto. Era un’auto tipo Panda di colore scuro con una coppia e due bambini con accento napoletano. Ho sorpassato e sentito un rumore di carrozzeria. Lui dietro si sbracciava. Mi sono fermata e mi è venuto incontro cordialissimo. Mi ha spiegato che i figli erano terrorizzati, che gli avevo rotto lo specchietto, in realtà già penzolante, e che bastava fare il Cid”. Preso l’apposito modulo dal cruscotto, qualcosa però è cambiato improvvisamente: “Ha cambiato tono, dicendo che doveva correre al Policlinico da suo padre ricoverato. Lo specchietto mi costa 90 euro, chiudiamola così, tra persone civili, insisteva. Avevo appena preso i soldi al Bancomat e ho pagato. E subito dopo ho capito con profonda vergogna di essere stata fregata!”.
Spesso in buona fede, non bisogna mai abbassare la guardia: per difendersi dai truffatori, la migliore soluzione è sempre quella di chiedere (o minacciare di chiedere) aiuto ad un parente o alle stesse forze dell’Ordine. Se tale, il truffatore ci metterà poco, in questo caso, a cambiare aria…
Le trappole sono infatti numerose e spaziano da quella dello specchietto rotto, riproposta in infinite e fantasiose varianti, a quella della donna incinta che, fingendo d’essere stata urtata, si fa rimborsare il cellulare “caduto” a terra. Attenzione anche - è il racconto di un altro testimone diretto - al meccanico che, facendosi di proposito tamponare con l’aiuto di una complice, s’è fatto rimborsare, in contanti, perchè essendo alla guida dell’auto di un cliente, il Cid non lo poteva fare…
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