Swank Rally di Sardegna, ritorno alle origini
Renato Zocchi spiega la nuova formula: "Tre categorie: moderne dal 2000 in poi, storiche e non competitiva, ognuno si cronometra da solo. È un gentleman rally". Bassoli: "C'è gente da ogni parte del mondo". Grande successo per le "vecchiette": tante Honda XL e Yamaha XT, ma non mancano i grossi bicilindrici. In testa dopo la seconda tappa Mattia Riva
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Rally tra gentleman
Renato Zocchi ha inventato il Rally di Sardegna nel 1984 e anche in questa prima edizione dello Swank in collaborazione con Deus tiene le redini di un evento che unisce storia e modernità. La gara è partita sabato dall'autodromo di Monza, dove si è disputato il prologo prima del trasferimento a Genova per l'imbarco: “Abbiamo riportato il rally in Sardegna insieme a Bassoli e gli abbiamo dato questa nuova veste dello swank – racconta Zocchi-, che gli amici di Deus utilizzano per i loro eventi. È un rally a tutti gli effetti, ma ognuno si cronometra speciale per speciale, è una gara tra gentleman”. Filippo Bassoli è entusiasta di avere portato interesse intorno alla gara, che è soprattutto un'occasione per divertirsi. È un evento che vede al via un gruppo molto eterogeneo di partecipanti. Ci sono campioni del calibro di Fasola e Botturi, piloti italiani e stranieri: “Abbiamo davvero gente che viene da ogni parte del mondo: Stati Uniti, Hong Kong – ci spiega Bassoli, managing director di Deus ex Machina-. Ognuno può partecipare con la formula che più gli va a genio”. “Ci sono due categorie competitive – continua Zocchi-. La prima per le moto fino al 2000, la seconda per quelle dal 2000 in poi. Ci si può inoltre iscrivere anche senza far parte della classifica”.
La gara
Per la generale i più accreditati al via erano Mattia Riva, Fabio Fasola, Diocleziano Toia, Ivan Alborghetti. Tra le moto storiche tante Honda XL, Yamaha XT, qualche Suzuki DR ma anche bicilindrici come Super Ténéré, Africa Twin e Cagiva Elefant. Il fettucciato del parco di Monza ha messo in difficoltà tanto le vecchie quanto le nuove maxi enduro, per il percorso stretto e viscido. Gli sterrati della Sardegna sono poi stati più clementi con le moto dalla stazza importante, ma ovviamente le 450 hanno avuto vita facile nel confronto. La seconda tappa (il prologo aveva validità di primo stage) ha visto vincere Mattia Riva su Ktm con 31” su Ivan Alborghetti. Terzo Fasola su Husqvarna a 57” mentre Zecca e Toia hanno occupato la quarta e quinta piazza con distacchi superiori ai 4'. Nelle storiche primo di tappa Ottavio Missoni (Honda XL600 Paris-Dakar), davanti a Gille Leenknegt (Honda XR600R) e Fabio Zanone (Yamaha SuperTénéré).
Renato Zocchi ha inventato il Rally di Sardegna nel 1984 e anche in questa prima edizione dello Swank in collaborazione con Deus tiene le redini di un evento che unisce storia e modernità. La gara è partita sabato dall'autodromo di Monza, dove si è disputato il prologo prima del trasferimento a Genova per l'imbarco: “Abbiamo riportato il rally in Sardegna insieme a Bassoli e gli abbiamo dato questa nuova veste dello swank – racconta Zocchi-, che gli amici di Deus utilizzano per i loro eventi. È un rally a tutti gli effetti, ma ognuno si cronometra speciale per speciale, è una gara tra gentleman”. Filippo Bassoli è entusiasta di avere portato interesse intorno alla gara, che è soprattutto un'occasione per divertirsi. È un evento che vede al via un gruppo molto eterogeneo di partecipanti. Ci sono campioni del calibro di Fasola e Botturi, piloti italiani e stranieri: “Abbiamo davvero gente che viene da ogni parte del mondo: Stati Uniti, Hong Kong – ci spiega Bassoli, managing director di Deus ex Machina-. Ognuno può partecipare con la formula che più gli va a genio”. “Ci sono due categorie competitive – continua Zocchi-. La prima per le moto fino al 2000, la seconda per quelle dal 2000 in poi. Ci si può inoltre iscrivere anche senza far parte della classifica”.
La gara
Per la generale i più accreditati al via erano Mattia Riva, Fabio Fasola, Diocleziano Toia, Ivan Alborghetti. Tra le moto storiche tante Honda XL, Yamaha XT, qualche Suzuki DR ma anche bicilindrici come Super Ténéré, Africa Twin e Cagiva Elefant. Il fettucciato del parco di Monza ha messo in difficoltà tanto le vecchie quanto le nuove maxi enduro, per il percorso stretto e viscido. Gli sterrati della Sardegna sono poi stati più clementi con le moto dalla stazza importante, ma ovviamente le 450 hanno avuto vita facile nel confronto. La seconda tappa (il prologo aveva validità di primo stage) ha visto vincere Mattia Riva su Ktm con 31” su Ivan Alborghetti. Terzo Fasola su Husqvarna a 57” mentre Zecca e Toia hanno occupato la quarta e quinta piazza con distacchi superiori ai 4'. Nelle storiche primo di tappa Ottavio Missoni (Honda XL600 Paris-Dakar), davanti a Gille Leenknegt (Honda XR600R) e Fabio Zanone (Yamaha SuperTénéré).
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