Strade a rischio, la statale 106 ionica è la più pericolosa d'Italia
Secondo uno studio realizzato dall’Automobile club d’Italia (su dati Istat del 2012), le statali sono doppiamente pericolose rispetto alle altre tipologie di strade: l’indice di mortalità, infatti, è più che doppio rispetto a quello delle autostrade (3,99) con 1.158 morti in seguito a 29.007 scontri. Al Sud le strade più pericolose
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Politica e trasporti
Basilicata regione più mortale
Nello studio promosso dall’Aci sono state prese in considerazione le statali nazionali più lunghe di 100 km, prendendo come misura della pericolosità l’indice di mortalità che esprime il numero dei morti ogni 100 incidenti. Ebbene, se nel 2012 in Italia si sono verificati 186.726 incidenti con 3.653 morti, pari a un tasso di mortalità medio di 1,96, le statali hanno conquistato il triste primato di strade più pericolose, facendo segnare un indice più che doppio (3,99). Il dato varia di molto da regione a regione; mentre in Liguria, regione “virtuosa” l’indice di mortalità è dell’1,48%, in Basilicata, che detiene il primato nazionale, tale valore sale al 10,09%, seguita dalla confinante Calabria che registra un 7,29%. A incidere su tale valore sono lo stato di anzianità del parco auto circolante, e la condizione delle statali: “Sarebbe importante che nelle statali ci fossero doppie corsie separate per senso di marcia”, spiega Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci. La strada più pericolosa è la 106 ionica: 26 persone hanno perso la vita nei 355 incidenti che hanno funestato la striscia d'asfalto tra Taranto e Reggio Calabria (indice di mortalità di 7,32, un'enormità rispetto alla media nazionale dell’1,96). Al secondo posto per percentuale di incidenti mortali c'è la statale 7 Appia, che collega Roma e Brindisi: l’indice è di 4,13 (23 morti in 557 incidenti). Terzo posto per la statale 18 Tirrenica inferiore, considerata in tutta la sua lunghezza (507,8 km da Reggio Calabria a Napoli) con un indice del 4,06 (394 incidenti e 16 morti).
Nello studio promosso dall’Aci sono state prese in considerazione le statali nazionali più lunghe di 100 km, prendendo come misura della pericolosità l’indice di mortalità che esprime il numero dei morti ogni 100 incidenti. Ebbene, se nel 2012 in Italia si sono verificati 186.726 incidenti con 3.653 morti, pari a un tasso di mortalità medio di 1,96, le statali hanno conquistato il triste primato di strade più pericolose, facendo segnare un indice più che doppio (3,99). Il dato varia di molto da regione a regione; mentre in Liguria, regione “virtuosa” l’indice di mortalità è dell’1,48%, in Basilicata, che detiene il primato nazionale, tale valore sale al 10,09%, seguita dalla confinante Calabria che registra un 7,29%. A incidere su tale valore sono lo stato di anzianità del parco auto circolante, e la condizione delle statali: “Sarebbe importante che nelle statali ci fossero doppie corsie separate per senso di marcia”, spiega Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci. La strada più pericolosa è la 106 ionica: 26 persone hanno perso la vita nei 355 incidenti che hanno funestato la striscia d'asfalto tra Taranto e Reggio Calabria (indice di mortalità di 7,32, un'enormità rispetto alla media nazionale dell’1,96). Al secondo posto per percentuale di incidenti mortali c'è la statale 7 Appia, che collega Roma e Brindisi: l’indice è di 4,13 (23 morti in 557 incidenti). Terzo posto per la statale 18 Tirrenica inferiore, considerata in tutta la sua lunghezza (507,8 km da Reggio Calabria a Napoli) con un indice del 4,06 (394 incidenti e 16 morti).
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Adesso ci sarà di sicuro qualche "super" che da questo studio trarrà la conclusione di raddoppiare i multanova sulle statali anziché renderle sicure! Così raddoppierà le entrate con la solita argomentazione (falsa) che la causa principale degli incidenti è dovuta alla velocità.
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