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Special, la Suzuki GSX1100 di Ed Turner

Il customer francese Karl Renoult, ribattezzato “Head Turner” (francesizzato Ed Turner), in onore al fatto che fa girare le teste con le sue creazioni, ama particolarmente le moto anni 70 e 80. Come questa GSX1000, modello prodotto dal 1980 al 1996, che Turner ha profondamente rivisto. E non c’è dubbio: farà girare la testa a più di un passante
Luci dal carcere
Se alcune moto sono nate per andare veloci, altre per colpire l’attenzione con il loro fascino, per questa Suzuki GSX1100 la catalogazione è difficile. Karl Renoult, alias Ed Turner non è operativo da molto, ma in un paio d’anni si è già fatto notare per le sue creazioni molto particolari. Per questa moto il cliente di Ed è a sua volta un designer, l’intesa è stata dunque abbastanza facile. “L'uomo ha gusto, ed è un ricercatore di emozioni”: così lo descrive il customer francese, che aggiunge “siamo andati subito d'accordo”. Dopo solo due telefonate, il progetto era già nato. L’idea alla base era semplice: un grande motore, racchiuso in una confezione estrema. Con quattro cilindri, sedici valvole e un centinaio di cavalli alla ruota, la Suzuki GSX1100 del 1980 è stata scelta come donatrice perfetta per il cuore di questa special. Karl sapeva che il modo migliore per mettere in evidenza la potenza del motore era ridurre al minimo tutto ciò che gravitava intorno a esso: dopo un duro lavoro di riduzione, tutto ciò che restava era il blocco motore e una coppia di tubi di acciaio. Anche se il piano originale era modificare solo il telaietto posteriore, Karl ha deciso di creare un telaio completamente nuovo, in cui ha incastrato un piccolo serbatoio in vetroresina: contiene solo 6 litri, ma Karl calcola che è più che sufficiente per un paio di corse da un quarto di miglio. Da una Buell Karl ha ricavato la forcella a steli rovesciati e i cerchi da 17 pollici (con relativo disco anteriore), che montano ora pneumatici Maxxis Goldspeed. Inoltre, Karl ha montato un monoammortizzatore Hyperpro abbinato a un nuovo forcellone. D’effetto lo scarico quattro in-due. Il faro arriva da una Ford Mustang: è montato su staffe fatte a mano e ricoperte in pelle. Curiosa la provenienza del gruppo ottico posteriore: “È stato fornito dall’amministrazione penitenziaria”, dice Karl, “sono le luci poste sopra le porte delle celle: i detenuti le usano per chiamare 'il servizio in camera'".
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