Skully: l'azienda è fallita... truffando i finanziatori!
L'azienda americana Skully prometteva di essere di grado di produrre un casco capace di portare la realtà aumentata nel mondo delle moto, ma l'avventura è finita presto e le autorità americane l'hanno dichiarata fallita. Sembra che i proprietari abbiano sperperato tutti i capitali accumulati con il crowdfunding...
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Notizie dalla rete
Una fregatura "aumentata"!
Il casco Skully AR-1 sembrava dover rivoluzionare il settore delle moto, grazie alla sua scheda tecnica che pareva essere arrivata direttamente dal futuro. Dalla visiera con display trasparente integrato, infatti, si poteva accedere alle informazioni fornite dal GPS, ricevere notifiche dal telefono e selezionare la musica da ascoltare, in più la presenza di una telecamera posteriore consentiva al pilota di avere sotto controllo anche quello che succedeva alle sue spalle. Il casco, prodotto da un'azienda finanziata tramite crowdfunding (cioè raccogliendo piccole quote da molti piccoli investitori), doveva costare circa 1.400 euro: una cifra tutto sommato abbordabile visti i contenuti tecnologici del casco che prometteva di essere un successo. E così sono stati numerose le persone che hanno investito sul progetto, anticipando il denaro per la produzione.
Anche il gruppo Piaggio aveva creduto in questo prodotto, tanto da presentarlo a EICMA 2014 nello stand Aprilia in vista della distribuzione in Italia (non sappiamo però se da Pontedera erano arrivati anche soldi l progetto). Purtroppo però questa non è una delle storie a lieto fine che ci hanno rccontato tante volte i "guru" della cosiddetta new economy: i finanziatori di Skully si sono ritrovati con in mano un pugno di mosche, poiché gli ideatori del progetto si sono letteralmente “mangiati” tutti i soldi ricevuti e la start-up americana qualche giorno fa è stata dichiarata fallita. Secondo gli inquirenti i due giovani proprietari, invece di pagare i 50 dipendenti e iniziare la produzione del loro futuribile casco, hanno preferito utilizzare i capitali per garantirsi uno stile di vita lussuoso, fatto di macchine veloci, vacanze da sogno e opere d'arte. Insomma, quell'integrale che aveva fatto gridare al miracolo pare essersi trasformato in un'enorme bufala. Forse il futuro è più lontano di quello che potevamo immaginare...
Il casco Skully AR-1 sembrava dover rivoluzionare il settore delle moto, grazie alla sua scheda tecnica che pareva essere arrivata direttamente dal futuro. Dalla visiera con display trasparente integrato, infatti, si poteva accedere alle informazioni fornite dal GPS, ricevere notifiche dal telefono e selezionare la musica da ascoltare, in più la presenza di una telecamera posteriore consentiva al pilota di avere sotto controllo anche quello che succedeva alle sue spalle. Il casco, prodotto da un'azienda finanziata tramite crowdfunding (cioè raccogliendo piccole quote da molti piccoli investitori), doveva costare circa 1.400 euro: una cifra tutto sommato abbordabile visti i contenuti tecnologici del casco che prometteva di essere un successo. E così sono stati numerose le persone che hanno investito sul progetto, anticipando il denaro per la produzione.
Anche il gruppo Piaggio aveva creduto in questo prodotto, tanto da presentarlo a EICMA 2014 nello stand Aprilia in vista della distribuzione in Italia (non sappiamo però se da Pontedera erano arrivati anche soldi l progetto). Purtroppo però questa non è una delle storie a lieto fine che ci hanno rccontato tante volte i "guru" della cosiddetta new economy: i finanziatori di Skully si sono ritrovati con in mano un pugno di mosche, poiché gli ideatori del progetto si sono letteralmente “mangiati” tutti i soldi ricevuti e la start-up americana qualche giorno fa è stata dichiarata fallita. Secondo gli inquirenti i due giovani proprietari, invece di pagare i 50 dipendenti e iniziare la produzione del loro futuribile casco, hanno preferito utilizzare i capitali per garantirsi uno stile di vita lussuoso, fatto di macchine veloci, vacanze da sogno e opere d'arte. Insomma, quell'integrale che aveva fatto gridare al miracolo pare essersi trasformato in un'enorme bufala. Forse il futuro è più lontano di quello che potevamo immaginare...
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