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Sicurezza stradale, l'elettronica a rischio attacco hacker

Al momento sembra essere un problema delle automobili: sempre più connesse al web, le quattro ruote rischiano di finire seriamente sotto attacco da parte degli hacker. Un'eventualità molto pericolosa, anche per gli utenti “deboli” come i motociclisti che potrebbero essere vittime di veicoli fuori controllo
Elettronica in balìa degli hacker
Negli anni 80 il regista John Carpenter spaventò il mondo con il suo Christine – La macchina infernale, film tratto dal libro omonimo del re dell'horror Stephen King che raccontava le scorribande omicide di una vecchia Plymouth Fury del 58. Senza arrivare agli eccessi della pellicola americana, sembra proprio che in un futuro molto vicino anche noi dovremo temere che le auto possano sfuggire al nostro controllo. La colpa, però, non sarà di qualche intervento demoniaco, bensì di un attacco hacker, cioè di pirateria informatica. Le piattaforme elettroniche che governano la maggior parte dei dispositivi delle odierne auto, infatti, sono sempre più multimediali e connesse col web, una condizione che potrebbe renderle vulnerabili ad attacchi informatici. Come spiega Edmund King, presidente della AA, l'equivalente inglese del nostro ACI: “Ormai quando siamo in auto siamo connessi ad internet 24 ore su 24, questo permette ai cybercriminali di mettere nel loro mirino i sistemi di controllo della sicurezza delle auto. E tra essi ci sono ad esempio i sistemi elettronici che su molte auto gestiscono la frenata o l'accelerazione." Per quanto riguarda le moto, invece, il problema è ancora lontano. Nonostante in quest'ultimo periodo stiano arrivando numerosi modelli dotati di piattaforme di "infotainment" che permettono di connettere in maniera sempre più stretta la moto al proprio smartphone, l'elettronica delle due ruote sembra essere al momento immune dal problema degli attacchi informatici. Ciò non toglie che avere in circolazione auto "fuori controllo" (o meglio, controllate dagli hacker) andrà a ripercuotersi sia sulla sicurezza del veicolo "hackerato", sia su quella di chi condivide la strada con lui, tra cui i cosiddetti utenti “deboli” e cioè pedoni, ciclisti e anche noi motociclisti. Il pericolo è reale: speriamo che le case automobilistiche stiano già mettendo a pu nto adeguate difese, sistemi di sicurezza o “antivirus” specifici. 
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