Sicurezza moto: Università di Parma e ANCMA insegnano a progettare strade a misura di motociclette
Il Dipartimento per la Sicurezza Stradale dell’ateneo emiliano e ANCMA, l'associazione dei costruttori di moto e scooter, realizzeranno una guida per spiegare come costruire strade e infrastrutture adeguate alle esigenze delle due ruote a motore
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Politica e trasporti
Troppe vittime per colpa delle strade
La scarsa considerazione per la sicurezza dei motociclisti da parte di chi progetta le nostre "infrastrutture" (cioè le strade e ciò che ci sta intorno) è evidente quando si analizzano i dati relativi agli incidenti. Nel solo 2011 la presenza di ostacoli accidentali o fissi sulle strade ha provocato la morte di 96 motociclisti e il ferimento di 2.033. Ma le infrastrutture inadeguate sono state riconosciute come concausa nel 25% di tutti gli incidenti stradali. Questo dato emerge dal Maids (Motorcycles Accidents In Depth Study) che a livello europeo è il più attendibile tra gli studi sulle dinamiche degli incidenti che coinvolgono i motociclisti. Per sensibilizzare al problema chi si occupa della realizzazione delle infrastrutture, il Diss (Dipartimento Sicurezza Stradale) dell’Università di Parma e Confindustria ANCMA (Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori) hanno stretto un accordo di collaborazione: l'obiettivo è la preparazione di un "vademecum", cioè di una guida esauriente con tutte le indicazioni utili per realizzare infrastrutture che limitino i rischi per i motociclisti. Questo significa poter contare su adeguate barriere di protezione (guard-rail e consimili), ma anche poter avere pavimentazioni adeguate alle esigenze delle moto (che non sono sempre uguali a quelle delle auto), segnaletica ben posizionata, illuminazione e altri accorgimenti di arredo urbano pensati per non interferire con i mezzi a due ruote (un lampione al bordo della strada può essere utile per pedoni e automobilisti, ma può diventare una trappola mortale per un motociclista che scivola). Una situazione preoccupante ma anche con alcune iniziative già in atto che lasciano sperare in un futuro più a misura di motociclisti, come ha sottolineato Corrado Capelli, presidente di ANCMA “La situazione mette in evidenza come sia necessario l’adeguamento o la riqualificazione delle infrastrutture stradali per ridurre e limitare gli infortuni per chi utilizza motocicli, ciclomotori e biciclette, ma a livello locale alcune amministrazioni hanno già avviato iniziative sperimentali volte, per esempio, a mettere in sicurezza i guardrail esistenti, dimostrando come la soluzione esista e non comporti speculazioni economiche volte a arricchire soggetti terzi”. Speriamo in bene...
La scarsa considerazione per la sicurezza dei motociclisti da parte di chi progetta le nostre "infrastrutture" (cioè le strade e ciò che ci sta intorno) è evidente quando si analizzano i dati relativi agli incidenti. Nel solo 2011 la presenza di ostacoli accidentali o fissi sulle strade ha provocato la morte di 96 motociclisti e il ferimento di 2.033. Ma le infrastrutture inadeguate sono state riconosciute come concausa nel 25% di tutti gli incidenti stradali. Questo dato emerge dal Maids (Motorcycles Accidents In Depth Study) che a livello europeo è il più attendibile tra gli studi sulle dinamiche degli incidenti che coinvolgono i motociclisti. Per sensibilizzare al problema chi si occupa della realizzazione delle infrastrutture, il Diss (Dipartimento Sicurezza Stradale) dell’Università di Parma e Confindustria ANCMA (Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori) hanno stretto un accordo di collaborazione: l'obiettivo è la preparazione di un "vademecum", cioè di una guida esauriente con tutte le indicazioni utili per realizzare infrastrutture che limitino i rischi per i motociclisti. Questo significa poter contare su adeguate barriere di protezione (guard-rail e consimili), ma anche poter avere pavimentazioni adeguate alle esigenze delle moto (che non sono sempre uguali a quelle delle auto), segnaletica ben posizionata, illuminazione e altri accorgimenti di arredo urbano pensati per non interferire con i mezzi a due ruote (un lampione al bordo della strada può essere utile per pedoni e automobilisti, ma può diventare una trappola mortale per un motociclista che scivola). Una situazione preoccupante ma anche con alcune iniziative già in atto che lasciano sperare in un futuro più a misura di motociclisti, come ha sottolineato Corrado Capelli, presidente di ANCMA “La situazione mette in evidenza come sia necessario l’adeguamento o la riqualificazione delle infrastrutture stradali per ridurre e limitare gli infortuni per chi utilizza motocicli, ciclomotori e biciclette, ma a livello locale alcune amministrazioni hanno già avviato iniziative sperimentali volte, per esempio, a mettere in sicurezza i guardrail esistenti, dimostrando come la soluzione esista e non comporti speculazioni economiche volte a arricchire soggetti terzi”. Speriamo in bene...
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