Roma, muore centauro per una buca. A processo chi si doveva occupare della manutenzione
L’incedente in cui Raffaele Scarpa perse la vita nell’agosto 2013 sarebbe stato causato dal manto stradale pieno di buche e mai riparato. Sotto accusa l’imprenditore Alessio Ferrari, braccio destro di Luigi Martella e, secondo la procura, responsabile della (mancata) manutenzione stradale
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Manutenzione mai eseguita
Lavori di manutenzione stradale scadenti o per nulla eseguiti: la lista, in tutta Italia è lunga e le conseguenze, purtroppo, spesso molto gravi. Nell’agosto del 2013, perdendo il controllo della sua moto proprio a causa del dissesto stradale di via Noale, moriva a Roma Raffaele Scarpa: nel mirino del pm finì Alessio Ferrari, braccio destro del ras degli appalti Luigi Martella, anche lui rinviato a giudizio a maggio con la medesima contestazione perchè ritenuto dalla procura responsabile del decesso di Francesco Foertuna, 81enne deceduto inciampando in una buca profonda e mai riparata. L’appalto vinto dall’imprenditore Ferrari imponeva infatti, secondo il pubblico ministero, di ripristinare l’asfalto in caso di deterioramento; cosa evidentemente mai fatta in entrambi i casi. Per quanto riguarda il processo relativo alla morte di Scarpa, infatti, la procura sembrerebbe non aver alcun dubbio circa la dinamica dell’incidente, causato dalla perdita di equilibrio a sua volta dovuto alla presenza di un infossamento mai ripianato. “Non vi è stata alcuna incuria, su quel tratto di strada gli interventi non erano di ordinaria manutenzione, e quindi non erano di competenza di Ferrari” sostiene invece l’avvocato difensore Gaetano, che aggiunge “Inoltre, i testi del pubblico ministero sostengono che il motociclista cadde per colpa dell’alta velocità tenuta nel corso di un sorpasso”.
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