Addio a Keith Flint, leader dei The Prodigy e grande appassionato di moto
Keith Flint, fondatore dei The Prodigy e uno dei maggiori esponenti della musica elettronica mondiale, è stato trovato morto nella sua casa dell’Essex. Secondo la polizia, si tratterebbe di suicidio. Oltre che di musica, Flint era anche un grande appassionato di moto: collezionava supersportive e, nel 2013, fondò il team che prese parte al Tourist Trophy del 2016
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Fa buon viaggio Keith
Keith Flint, frontman dei The Prodigy - band inglese formatasi a Braintree nel 1990 - è stato trovato morto nella sua casa di Dunmow nell’Essex, dove s’era trasferito negli ultimi anni per dedicarsi ad una vita tranquilla. Stando a quanto ricostruito dalla polizia, si tratterebbe di suicidio.
Il 49enne, celebre anche per i suoi eccessi e le sue provocazioni, s’è guadagnato un posto d’onore tra i grandi della musica elettronica, riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo grazie a composizioni come Smack My Bitch Up. Tra le sue grandi passioni, oltre a quella per la musica, anche le due ruote: collezionava supersportive e, più volte nel corso degli anni, è stato visto nel paddock della MotoGP, arrivando a fondare nel 2013 una sua propria scuderia che, l’anno successivo, prese parte al British Superbike nella categoria Supersport 600. Amico di piloti del calibro di Michael Schumacher, Pol Espargaro e John McGuinness, Flint coronò un suo grande sogno nel 2016, quando il suo team Traction Control partecipò vittoriosamente al Tourist Trophy: “Correre al TT è sempre stato un mio sogno - diceva entusiasta prima dell'impresa - ovviamente non posso farlo in prima persona, così ho deciso di dar vita a questo team”. Trasferitosi nella casa Dunmow, il cantante s’era da pochi giorni separato dalla moglie Mayumi Kai, compagna che l’aveva aiutato ad uscire dal tunnel della droga. In un’intervista risalente al 2015, Keith aveva parlato di suicidio, dichiarando: “ho sempre avuto questa cosa dentro di me. Non sto risparmiandomi nulla, sto incassando tutto quello che posso…quando avrò finito mi ucciderò”.
Il 49enne, celebre anche per i suoi eccessi e le sue provocazioni, s’è guadagnato un posto d’onore tra i grandi della musica elettronica, riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo grazie a composizioni come Smack My Bitch Up. Tra le sue grandi passioni, oltre a quella per la musica, anche le due ruote: collezionava supersportive e, più volte nel corso degli anni, è stato visto nel paddock della MotoGP, arrivando a fondare nel 2013 una sua propria scuderia che, l’anno successivo, prese parte al British Superbike nella categoria Supersport 600. Amico di piloti del calibro di Michael Schumacher, Pol Espargaro e John McGuinness, Flint coronò un suo grande sogno nel 2016, quando il suo team Traction Control partecipò vittoriosamente al Tourist Trophy: “Correre al TT è sempre stato un mio sogno - diceva entusiasta prima dell'impresa - ovviamente non posso farlo in prima persona, così ho deciso di dar vita a questo team”. Trasferitosi nella casa Dunmow, il cantante s’era da pochi giorni separato dalla moglie Mayumi Kai, compagna che l’aveva aiutato ad uscire dal tunnel della droga. In un’intervista risalente al 2015, Keith aveva parlato di suicidio, dichiarando: “ho sempre avuto questa cosa dentro di me. Non sto risparmiandomi nulla, sto incassando tutto quello che posso…quando avrò finito mi ucciderò”.
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