Pm10 e smog, l'Italia è il terzo peggior paese in Europa
Terzo paese in Europa per violazioni quanto a giorni vissuti oltre il limite massimo, l’Italia rischia una multa potenzialmente vicina al miliardo di euro. Il quadro è ben più grave se si guarda alle 20mila morti premature causate dal diossido di carbonio che, se relative all’intera Europa, salgono a quota 400mila
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Necessario cambio di rotta
Da quasi10 anni l’Italia viola i limiti di biossido d’azoto e pm10 nell’aria e la Commissione Ue, garante del rispetto delle norme che gli stessi stati europei si sono attribuiti, “minaccia” una multa “potenzialmente sino a un miliardo di euro”. Stando a quanto dichiarato, per metà febbraio sarebbe infatti atteso il parere motivato (cioè il secondo stadio della procedura già avviata nel 2015) che inviterà Roma a correggere lo sforamento dei limiti minimi di biossido di azoto contenuti nell’atmosfera (inquinante che scaturisce per il 40 per cento dal traffico stradale), seguito poi a marzo dal secondo parere per la seconda variazione sul tema dell’irregolarità, quella cioè delle Pm10, polveri sottili causa, in Italia, di decine di migliaia di morti premature all’anno. “La verità - dice Karmenu Vella, commissario Ue all’Ambiente - è che ci sono oltre 400 mila morti premature in Europa per colpa della pessima qualità dell’aria. Sono milioni quelli che soffrono di malattie cardiovascolari e in Italia i morti anzitempo per il diossido di carbonio sono stimati a quota ventimila”. Eppure, le leggi per migliorare la qualità dell’aria esistono, ma il problema, sottolinea Vella, è che “ventitré Paesi su ventotto non le rispettano”. Italia compresa. Le conseguenza, come se il crescente numero delle vittime non fosse già per se sufficiente a motivare un immediato cambio di rotta, sarebbe una multa calcolata in migliaia di euro per ogni giorno - dal 2008 - di sforamento dei limiti. Per evitare di finire alla Corte Ue l’Italia - terzo paese per violazioni quanto a giorni vissuti sopra il limite - dovrebbe rinnovare sì il proprio parco auto, ma anche e soprattutto applicare ad hoc le leggi già esistenti relative alle norme antinquinamento per abitazioni (responsabili di quasi la metà delle emissioni di polveri sottili) e industrie.
La pioggia di questi giorni, viste le premesse, non sarà sufficiente.
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