Normative antinquinamento, l'industria delle due ruote si gioca la carta Coronavirus
In difficoltà a causa del Coronavirus, l’industria delle due ruote si appella alla Commissione Europea per chiedere una deroga in fatto di emissioni e normative antinquinamento. Le associazioni chiedono una proroga per la vendita degli Euro 4 di almeno 6 mesi
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Mercato due ruote
Similmente a quanto già fatto da alcune tra le principali aziende che ruotano intorno all’industria automobilistica europea, anche il settore delle due ruote si gioca la carta Coronavirus per chiedere all’EU una deroga in fatto di emissioni e normative antinquinamento.
In base alle decisioni prese dalla Commissione Europea, lo ricordiamo, a partire dal 1° gennaio 2020 è infatti obbligatoria la vendita di sole moto - o scooter - appartenenti alle Euro 5, pur con una deroga per gli Euro 4, che potranno essere venduti fino alla fine dell’anno. La “finestra” concessa alle aziende motociclistiche per smaltire i “vecchi” Euro 4 fermi nelle concessionarie si sta per chiudere e, dato il drastico calo delle vendite già registrato a marzo - ed assai prevedibile anche per i prossimi mesi - crescono i timori verso una profonda crisi pronta ad investire il settore delle due ruote.
Da qui, la pressione esercitata da parte della Motorcycle Industry Association (MCIA) e dall'ACEM, l'associazione dei produttori europei di motocicli, per rinviare i termini massimi per la vendita degli Euro 4 di almeno 6 mesi, vale a dire fino a giugno 2021. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di “aggiornare” gli Euro 4 in Euro 5 attraverso nuove mappature e nuovi scarichi. Cosa relativamente semplice per alcuni modelli ma decisamente complicata - se non addirittura infattibile - per altri. Non sappiamo, per il momento, cosa sia stato deciso a Bruxelles. Scartando la seconda ipotesi, alcune fonti sostengono che la “proposta” potrebbe essere presa in seria considerazione, con in più la possibilità di allungare i tempi non di 6 mesi ma di addirittura 1 anno.
Una terza soluzione utile ad aiutare il settore in difficoltà - che poi, con ogni probabilità, sarà quella adottata nel comparto automobilistico, al quale la Commissione non ha concesso alcuna proroga in fatto di emissioni - potrebbe in alternativa riguardare maggiori incentivi all’acquisto di veicoli meno inquinanti. Una mossa simile a quella giocata a seguito della crisi finanziaria del 2008-2009
In base alle decisioni prese dalla Commissione Europea, lo ricordiamo, a partire dal 1° gennaio 2020 è infatti obbligatoria la vendita di sole moto - o scooter - appartenenti alle Euro 5, pur con una deroga per gli Euro 4, che potranno essere venduti fino alla fine dell’anno. La “finestra” concessa alle aziende motociclistiche per smaltire i “vecchi” Euro 4 fermi nelle concessionarie si sta per chiudere e, dato il drastico calo delle vendite già registrato a marzo - ed assai prevedibile anche per i prossimi mesi - crescono i timori verso una profonda crisi pronta ad investire il settore delle due ruote.
Da qui, la pressione esercitata da parte della Motorcycle Industry Association (MCIA) e dall'ACEM, l'associazione dei produttori europei di motocicli, per rinviare i termini massimi per la vendita degli Euro 4 di almeno 6 mesi, vale a dire fino a giugno 2021. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di “aggiornare” gli Euro 4 in Euro 5 attraverso nuove mappature e nuovi scarichi. Cosa relativamente semplice per alcuni modelli ma decisamente complicata - se non addirittura infattibile - per altri. Non sappiamo, per il momento, cosa sia stato deciso a Bruxelles. Scartando la seconda ipotesi, alcune fonti sostengono che la “proposta” potrebbe essere presa in seria considerazione, con in più la possibilità di allungare i tempi non di 6 mesi ma di addirittura 1 anno.
Una terza soluzione utile ad aiutare il settore in difficoltà - che poi, con ogni probabilità, sarà quella adottata nel comparto automobilistico, al quale la Commissione non ha concesso alcuna proroga in fatto di emissioni - potrebbe in alternativa riguardare maggiori incentivi all’acquisto di veicoli meno inquinanti. Una mossa simile a quella giocata a seguito della crisi finanziaria del 2008-2009
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