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Nella tappa 2 della Gibraltar Race, Manuel Lucchese ci descrive la sua moto

L’avventura agonistica che porta piloti non professionisti a vivere le emozioni del rally ha lasciato Burgas per proseguire lungo la Bulgaria attraverso 450 chilometri di asfalto e 3 prove speciali, da affrontare con moto preparate per l’occasione, come ci racconta Manuel Lucchese
Navigazione e tanti chilometri
Dopo le verifiche e il prologo nella città di partenza di Burgas, la gara di regolarità itinerante per motociclisti amatori ha finalmente iniziato a fare sul serio. La seconda edizione della Gibraltar Race ha svegliato di buonora i 60 partecipanti per far affrontare loro la seconda giornata di gara, nonché prima vera tappa, lunga e impegnativa.
450 chilometri di asfalto e sterrato, con una proporzione 70:30 a favore del primo, per raggiungere la città di Tsigov Chark, una stazione sciistica a 1000 metri di altitudine sempre situata in territorio bulgaro.
Una giornata a detta dei pilori interessante, nel corso della quale hanno potuto sperimentare la navigazione con GPS e way-point. Caratteristica che si è rivelata abbastanza complicata soprattutto all’inizio della tappa, portando molti di loro a commettere errori. Piano piano, col passare dei chilometri, i concorrenti hanno migliorato le loro abilita, abituandosi ad alzare spesso lo sguardo per esaminare la morfologia del terreno e cercare di capire quale strada prendere per raggiungere i vari way-point. Cosa non sempre così ovvia dal momento che, a volte, per registrare il way-point è necessario uscire dalla traiettoria e compiere un giro meno lineare. In generale, tuttavia, la Gibraltar Race è risultata molto divertente, perché stimola a migliorarsi cercando di imparare una nuova tecnica con cui navigare e concepire le competizioni, in questo caso di regolarità.
Anche a livello di guida c’è voluta destrezza, con la prima prova speciale molto tecnica con erba alta che nascondeva sul fondo della strada delle carregge indurite, dove non è mancata qualche scivolata, soprattutto per i piloti con le moto più pensanti, che hanno faticato un po’. Le ultime due speciali, diversamente, erano molto scorrevoli con degli sterrati veloci su spazi aperti e qualche guado.
A proposito d’inconvenienti, oggi non è andata molto bene al comasco Luca Olivieri che, in seguito a una caduta, ha lamentato un dolore a un piede. Prontamente soccorso dal Rescue Morosport Team di medici e soccorritori della Gibraltar Race, è stato trasportato all’ospedale da una delle due ambulanze 4x4 presenti lungo il percorso di gara per degli accertamenti. Giornata finita presto per lui che nei prossimi giorni, se il dolore si farà più sopportabile, potrebbe decidere di riprendere la corsa verso Gibilterra.
Le tipologie di moto iscritte alla Black Sea-Gibraltar, la gara un po’ rally, un po’ viaggio, sono varie, certamente modificate da ogni partecipante secondo le proprie esigenze. Cosa che ha fatto anche il concorrente Manuel Lucchese, dakariano che ha ceduto al richiamo dell’avventura attraverso l’Europa e che, per l’occasione, si è presentato al via con una Yamaha T4 da lui stesso preparata. Si tratta di una nuova versione di adventure bike a cui lui ha applicato una torre porta strumentazione per avere il GPS in una posizione ben visibile, delle prese USB per poter caricare il navigatore in caso di necessità, una marmitta più potente e, soprattutto, dei rapporti più lunghi perché, rispetto a quelli che utilizza in Italia con un pignone da 13 e una corona da 50 denti, qui ha montato un pignone da 14 e una corona da 46 denti in modo che, nei trasferimenti su asfalto, il motore non sia troppo tirato. Anche il serbatoio è maggiorato, da 15 litri, per consentigli di percorrere i chilometri necessari, e la sella è stata resa un po’ più confortevole, con rivestimento in alcantara. A completare la personalizzazione dei faretti a led per una luminosità maggiore rispetto ai fari di serie nel caso, durante le due settimane di gara, capitasse di partire o arrivare con il buio, e le gomme un po’ più stradali con la camera d’aria rinforzata, un compromesso che risulta comodo sull’asfalto.
L’obiettivo per tutti, naturalmente, è arrivare a Gibilterra, ma prima sarà necessario migliorare nella navigazione ed evitare di prendere penalità. Dopotutto non conta quanto sia difficile una competizione lunga come questa, ciò che conta è la strategia.

Ph. Alessio Corradini
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