MXGP 2015 Villopoto: "Un europeo nel Supercross si farebbe male"
Ryan Villopoto, solo settimo nel primo GP in Qatar, ha vinto in quello successivo in Tailandia smentendo quanti sostenevano che il passaggio alla MXGP non sarebbe stato così facile. Il "ragazzo" ha le idee chiare e sostiene che il campionato USA è molto più impegnativo di quello del Vecchio Continente: "Un europeo nel Supercross" secondo Villopoto "finirebbe dritto in ambulanza"
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Villopoto e il suo primo approccio in Europa
Ryan Villopoto ha fatto subito capire di che pasta è fatto: in una squadra nuova, su tracciati mai visti prima d'ora e dopo qualche errore di troppo in Qatar, in Tailandia ha centrato la vittoria. In attesa del round in Argentina (la prossima settimana), l'americano ha fatto il punto dopo le prime due gare. E non è stato "dolce" con i colleghi europei...
"In Qatar eravamo appena partiti e volevamo capire a che punto eravamo, non avevo ancora trovato l'assetto ideale. Ho fatto qualche buon tempo inizialmente, poi è stato un vero disastro, nonostante migliorassi di volta in volta."
L'americano deve abituarsi agli impegni di un fine settimana di gare: libere, cronometrate e qualifiche e il giorno seguente due gare... "Non sono ancora propriamente abituato. Due sessioni da venti minuti, la manche da altrettanti 20 minuti più due giri, bisogna avere una buona strategia per posizionarsi bene al cancelletto. Bisogna vincere o comunque piazzarsi bene, ma non bisogna stancarsi troppo, perché la gara è la domenica. Lo stile americano è diverso da quello europeo, di là dovevo tirare sempre, qui bisogna risparmiarsi e non forzare da subito." Le difficoltà in Qatar comunque non l'hanno scoraggiato: "Non mi sono preoccupato. Non ho trovato il setting giusto, non ho guidato bene e sono caduto in entrambe le gare. Dopo la gara, un'esame di coscienza per poi archiviare e concentrarmi direttamente sulla Tailandia, il secondo round del mio 2015. In Tailandia sono rinato, il primo e terzo posto in Tailandia, con la vittoria generale di giornata, mi ha entusiasmato."
Dellla scelta di passare in Europa è sempre più convinto e sfida i piloti europei: "È stato un passo importante il trasferimento in Europa per correre una stagione in MXGP, sotto tutti gli aspetti. Vorrei vedere un pilota europeo che lascia il mondiale motocross per correre negli USA, finirebbe dritto nella prima ambulanza in partenza per l’ospedale. Ok, in Qatar non sarò stato velocissimo, ma in Tailandia ho vinto, quindi...". E a chi sostiene che la vittoria in Tailandia è stata favorita dallo stile supercross del tracciato rispnde chiaro: "Se pensano che la pista in Tailandia fosse difficile quanto una di supercross in America, è meglio non vadano mai là a correre. In fin dei conti correvamo tutti sullo stesso tracciato..."
Ryan Villopoto ha fatto subito capire di che pasta è fatto: in una squadra nuova, su tracciati mai visti prima d'ora e dopo qualche errore di troppo in Qatar, in Tailandia ha centrato la vittoria. In attesa del round in Argentina (la prossima settimana), l'americano ha fatto il punto dopo le prime due gare. E non è stato "dolce" con i colleghi europei...
"In Qatar eravamo appena partiti e volevamo capire a che punto eravamo, non avevo ancora trovato l'assetto ideale. Ho fatto qualche buon tempo inizialmente, poi è stato un vero disastro, nonostante migliorassi di volta in volta."
L'americano deve abituarsi agli impegni di un fine settimana di gare: libere, cronometrate e qualifiche e il giorno seguente due gare... "Non sono ancora propriamente abituato. Due sessioni da venti minuti, la manche da altrettanti 20 minuti più due giri, bisogna avere una buona strategia per posizionarsi bene al cancelletto. Bisogna vincere o comunque piazzarsi bene, ma non bisogna stancarsi troppo, perché la gara è la domenica. Lo stile americano è diverso da quello europeo, di là dovevo tirare sempre, qui bisogna risparmiarsi e non forzare da subito." Le difficoltà in Qatar comunque non l'hanno scoraggiato: "Non mi sono preoccupato. Non ho trovato il setting giusto, non ho guidato bene e sono caduto in entrambe le gare. Dopo la gara, un'esame di coscienza per poi archiviare e concentrarmi direttamente sulla Tailandia, il secondo round del mio 2015. In Tailandia sono rinato, il primo e terzo posto in Tailandia, con la vittoria generale di giornata, mi ha entusiasmato."
Dellla scelta di passare in Europa è sempre più convinto e sfida i piloti europei: "È stato un passo importante il trasferimento in Europa per correre una stagione in MXGP, sotto tutti gli aspetti. Vorrei vedere un pilota europeo che lascia il mondiale motocross per correre negli USA, finirebbe dritto nella prima ambulanza in partenza per l’ospedale. Ok, in Qatar non sarò stato velocissimo, ma in Tailandia ho vinto, quindi...". E a chi sostiene che la vittoria in Tailandia è stata favorita dallo stile supercross del tracciato rispnde chiaro: "Se pensano che la pista in Tailandia fosse difficile quanto una di supercross in America, è meglio non vadano mai là a correre. In fin dei conti correvamo tutti sullo stesso tracciato..."
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Desalle ha corso come wild card nel supercross americano, facendo 6°, vorrei proprio vedere come si comporterà nelle altre gare...
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