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MV Agusta Brutale Dragster 800, lo scempio giapponese

Le moto importate nel Sol Levante, si sa, devono sottostare alle rigide norme antinquinamento giapponesi. Perché possano essere superate è necessario intervenire massicciamente sugli scarichi, con risultati estetici decisamente discutibili... Guardate questa “povera” Dragster
Una Dragster "mortificata"
Tempo fa vi avevamo parlato della “triste condizione” delle Ducati Panigale importate in Giappone: moto bellissime che per ottenere l'omologazione in terra nipponica, devono dovuto sostituire il bellissimo scarico sotto al motore con un “terribile” terminale laterale stile anni 80 che mortifica il lavoro dei designer di Borgo Panigale. La mossa purtroppo è necessaria perché in Giappone le norme di omologazione sono molto restrittive e i normali terminali omologati in Europa non riescono a rispettare le rigide richieste giapponesi. Oltre alla Panigale, tramite un nostro lettore siamo venuti a conoscenza di un'altra “violenza burocratica” subita da una moto italiana. Lei è la cattivissima MV Agusta Dragster 800 a cui, sempre per necessità di omologazione, è stato asportato il bellissimo terminale “ad arpa” tipico della famiglia tre cilindri di Schiranna, e sostituito con un anonimo quanto pesante terminale laterale. Siamo sicuri che gli appassionati giapponesi pur di averla saranno capaci di “chiudere un occhio” (e poi, diciamolo, una volta comprata c'è sempre il tuning che rimette a posto le cose....)  ma è indubbio che la vista del bel codino corto della Dragster, accoppiato a quel lungo e sgraziato tubo nero da "stufa della nonna" fa gridare vendetta... 
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