MotoGP 2015, intervista esclusiva Aleix Espargaro: “Ad agosto avremo più potenza”
MotoGP news – In questa stagione 2015 Aleix Espargaro veste i colori della Suzuki come prima guida, ruolo importante che gli è stato affidato dopo aver disputato le ultime tre stagioni a grandi livelli. Lo spagnolo non ne è intimorito e punta ad arrivare il prima possibile alle posizioni che contano, per iniziare a concretizzare le sensazioni positive anche in gara
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MotoGP
L'anno giusto
Per il rientro nella top class, Suzuki ha deciso di puntare molto su Aleix Espargaro, vincitore negli ultimi tre anni della classe CRT prima e Open poi. Lo spagnolo è alla sua sesta stagione nella categoria regina, alla sua prima da pilota ufficiale, e sa di avere un compito molto importante con lo sviluppo della GSX-RR. Il fratello maggiore degli Espargaro ci ha raccontato le sue impressioni sulla nuova moto, ha parlato del team manager Davide Brivio e del suo team di Moto3 in cui ha ridotto per l'impegno per potersi concentrare appieno sulla sua carriera sportiva.
Che effetto fa essere in un team ufficiale?
È un feeling speciale. Ovviamente tutti i piloti che sono qui vogliono vincere il mondiale, ma per farlo l'obiettivo e il sogno di tutti è diventare un pilota ufficiale. Sono veramente contento perché Suzuki mi ha dato l'opportunità di essere il pilota numero uno. È una grande responsabilità, mi piace molto.
Questo ti da pressione?
Sì, tanta. Suzuki è una marca molto grande, ha vinto tante gare, ha vinto dei mondiali. Tanta gente sta lavorando sia qui sia in Giappone e tutto è legato al mio risultato. Sono nel momento migliore della mia carriera sportiva ed è il momento giusto per avere questa pressione. Se mi han dato questa responsabilità è perché pensano che possa farcela.
Quanto è importante per un pilota avere al tuo fianco un manager di successo come Davide Brivio?
È molto importante. Nella nostra situazione, ci manca potenza e siamo ovviamente lontani da Honda, Yamaha e Ducati, è importante che il team manager non sappia solo di marketing ma anche di gare, che abbia esperienza, che abbia lavorato anche con altre marche e che sia in grado di dialogare con la casa.
Quando potrai avere un motore più performante?
Questa è la domanda da un milione di dollari (sorride). In Giappone stanno lavorando moltissimo, sanno che fino a quando non avremo più potenza sarà molto dura lottare per il podio. Stanno lavorando sia per il motore nuovo che per il cambio seamless. Sicuramente dicono che per agosto, più o meno, potrà arrivare qualcosa di nuovo.
Che differenze ci sono tra la guida della Suzuki e della tua moto dell'anno scorso, la Yamaha Forward?
Ah, tantissima, soprattutto la posizione di guida è molto diversa. Con la Suzuki carichi molto il davanti, è una moto più agile e puoi frenare molto più tardi. La Yamaha, invece, vuole che freni presto e poi la lasci correre. Parlando a grosso modo la Suzuki assomiglia molto di più alla Honda, ci stai molto più dentro, è una moto che gira tantissimo. Per me da guidare è molto più divertente, ti fa essere più cattivo.
Sul giro secco sei comunque un mostro, a quando la pole?
Ci provo (ride). Quando hai meno possibilità di fare il podio te la devi giocare a un giro. So che i piloti che sono davanti stanno aspettando la gara, ma sapendo che per noi la gara è molto molto difficile, io provo a dare il mille per cento nelle qualifiche e fare un giro alla morte.
Pregi e difetti della GSX-RR.
Quello che mi piace di più di questa moto è il telaio, è spettacolare. Ti lascia guidare cattivo, ti fa frenare tardissimo, questo per un pilota è fantastico. Il difetto per adesso posso dirti solo la potenza, perché il resto mi piace tanto.
Come pensi che potrai finire la stagione?
Il mio obiettivo e quello della squadra, è puntare al podio. So che sarà molto difficile, ma vogliamo arrivarci il più vicino possibile. Anche finire quinto o quarto, stare lì a lottare con i più veloci, questo è importante. Quest'anno il mondiale è più difficile e anche più divertente, sono di più i piloti che lottano per il podio e noi siamo a mezzo secondo da loro.
Come va il tuo team di Moto3?
Quest'anno ho fatto un passo indietro, perché è molto importante fare bene con Suzuki, è l'anno più importante della mia carriera. Ho deciso quindi di non fare il campionato spagnolo, l'anno scorso sono stato a casa mia solo venti giorni durante tutto l'anno ed è meglio che stia tranquillo. Provo a seguire tanto Gabri (Gabriel Rodrigo, ndr) , perché è come se fosse un fratello minore. Provo ad aiutarlo tanto, non è facile il primo anno del mondiale ma secondo me sta facendo un buon lavoro.
Per il rientro nella top class, Suzuki ha deciso di puntare molto su Aleix Espargaro, vincitore negli ultimi tre anni della classe CRT prima e Open poi. Lo spagnolo è alla sua sesta stagione nella categoria regina, alla sua prima da pilota ufficiale, e sa di avere un compito molto importante con lo sviluppo della GSX-RR. Il fratello maggiore degli Espargaro ci ha raccontato le sue impressioni sulla nuova moto, ha parlato del team manager Davide Brivio e del suo team di Moto3 in cui ha ridotto per l'impegno per potersi concentrare appieno sulla sua carriera sportiva.
Che effetto fa essere in un team ufficiale?
È un feeling speciale. Ovviamente tutti i piloti che sono qui vogliono vincere il mondiale, ma per farlo l'obiettivo e il sogno di tutti è diventare un pilota ufficiale. Sono veramente contento perché Suzuki mi ha dato l'opportunità di essere il pilota numero uno. È una grande responsabilità, mi piace molto.
Questo ti da pressione?
Sì, tanta. Suzuki è una marca molto grande, ha vinto tante gare, ha vinto dei mondiali. Tanta gente sta lavorando sia qui sia in Giappone e tutto è legato al mio risultato. Sono nel momento migliore della mia carriera sportiva ed è il momento giusto per avere questa pressione. Se mi han dato questa responsabilità è perché pensano che possa farcela.
Quanto è importante per un pilota avere al tuo fianco un manager di successo come Davide Brivio?
È molto importante. Nella nostra situazione, ci manca potenza e siamo ovviamente lontani da Honda, Yamaha e Ducati, è importante che il team manager non sappia solo di marketing ma anche di gare, che abbia esperienza, che abbia lavorato anche con altre marche e che sia in grado di dialogare con la casa.
Quando potrai avere un motore più performante?
Questa è la domanda da un milione di dollari (sorride). In Giappone stanno lavorando moltissimo, sanno che fino a quando non avremo più potenza sarà molto dura lottare per il podio. Stanno lavorando sia per il motore nuovo che per il cambio seamless. Sicuramente dicono che per agosto, più o meno, potrà arrivare qualcosa di nuovo.
Che differenze ci sono tra la guida della Suzuki e della tua moto dell'anno scorso, la Yamaha Forward?
Ah, tantissima, soprattutto la posizione di guida è molto diversa. Con la Suzuki carichi molto il davanti, è una moto più agile e puoi frenare molto più tardi. La Yamaha, invece, vuole che freni presto e poi la lasci correre. Parlando a grosso modo la Suzuki assomiglia molto di più alla Honda, ci stai molto più dentro, è una moto che gira tantissimo. Per me da guidare è molto più divertente, ti fa essere più cattivo.
Sul giro secco sei comunque un mostro, a quando la pole?
Ci provo (ride). Quando hai meno possibilità di fare il podio te la devi giocare a un giro. So che i piloti che sono davanti stanno aspettando la gara, ma sapendo che per noi la gara è molto molto difficile, io provo a dare il mille per cento nelle qualifiche e fare un giro alla morte.
Pregi e difetti della GSX-RR.
Quello che mi piace di più di questa moto è il telaio, è spettacolare. Ti lascia guidare cattivo, ti fa frenare tardissimo, questo per un pilota è fantastico. Il difetto per adesso posso dirti solo la potenza, perché il resto mi piace tanto.
Come pensi che potrai finire la stagione?
Il mio obiettivo e quello della squadra, è puntare al podio. So che sarà molto difficile, ma vogliamo arrivarci il più vicino possibile. Anche finire quinto o quarto, stare lì a lottare con i più veloci, questo è importante. Quest'anno il mondiale è più difficile e anche più divertente, sono di più i piloti che lottano per il podio e noi siamo a mezzo secondo da loro.
Come va il tuo team di Moto3?
Quest'anno ho fatto un passo indietro, perché è molto importante fare bene con Suzuki, è l'anno più importante della mia carriera. Ho deciso quindi di non fare il campionato spagnolo, l'anno scorso sono stato a casa mia solo venti giorni durante tutto l'anno ed è meglio che stia tranquillo. Provo a seguire tanto Gabri (Gabriel Rodrigo, ndr) , perché è come se fosse un fratello minore. Provo ad aiutarlo tanto, non è facile il primo anno del mondiale ma secondo me sta facendo un buon lavoro.
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