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MotoGP 2014, Livio Suppo: “Marquez è come Rossi, si diverte per lavoro”

Dietro gli ultimi successi di Honda in MotoGP c'è anche un italiano, Livio Suppo. È il team principal di Honda HRC e a Valencia ci ha parlato di Marquez e Pedrosa, delle difficoltà di Dani a inizio stagione, ma anche di Rossi e del "suo" Casey Stoner, che forse farà ancora il collaudatore per HRC
Un italiano in Honda
Dopo undici anni con Ducati, di cui molti passati in MotoGP conquistando anche l'unico titolo nella categoria regina della casa italiana (Casey Stoner, 2007), Livio Suppo ricopre dal 2010 il ruolo di Team Principal di Honda HRC, la squadra più vincente della MotoGP. In questa intervista esclusiva Suppo ci racconta dei "suoi" due piloti Marc Marquez e Dani Pedrosa, spiegandoci qual è il "segreto" di Marquez, secondo lui ha un ingrediente speciale che condivide solo con Valentino Rossi.

Come definiresti Dani Pedrosa?
Dani è un pilota fortissimo, criticato perché non ha mai vinto un mondiale, ma credo che queste critiche siano abbastanza sterili. Difficile trovare piloti più forti di Dani e in più è anche stato sfortunato, secondo noi si merita di stare in questo team. Ha un carattere riservato, per lo meno in pubblico, in privato è molto più amichevole di quello che sembri. È cresciuto molto in questi ultimi anni, quast'anno ha cambiato parecchio rompendo il sodalizio con Albert Puig, che per lui è stata una figura molto importante. Sono convinto che anche i cambiamenti che ci saranno dal prossimo anno gli faranno bene, non perché le persone che ci sono state finora non fossero adeguate tecnicamente, ma è un po' come è accaduto per Valentino Rossi. Dopo tanti anni di lavoro con le stesse persone, c'è bisogno di un cambiamento per cercare nuove motivazioni. Con questa voglia di cambiare Dani dimostra che non pensa di essere un secondo pilota, ma che ci vuole comunque provare. Questo è molto importante. Personalmente sono molto contento che rimanga con noi altri due anni.

E invece Marc Marquez cosa ha di speciale?
Il segreto di Marc è il suo carattere positivo, sarebbe il testimonial perfetto per quella canzone che fa “because I'm happy”, perché lui è veramente sempre di buon umore, la mattina a colazione è sempre allegro. Tutte le sere mangia con il team e ha la grande capacità di fare gruppo, questa è una dote naturale. L'unico pilota che ha queste caratteristiche è Valentino, hanno due caratteri diversi, ma la stessa capacità di divertirsi. Secondo me per loro questo non è un lavoro, mentre per altri piloti, dopo tanti anni, diventa una cosa impegnativa, per loro no. È per questo motivo che Valentino, a 35 anni, dopo la carriera che ha avuto, ha ancora la grinta di un ragazzino.

Vedresti bene nello stesso team Marquez e Rossi?
Sì, sì, sì. Secondo me non ci sarebbe nessun problema. Si stimano a vicenda, sanno di essere simili e ci sarebbe la stessa competitività che c'è tra Dani e Marc. Ci sono delle gare in cui se le suonano di santa ragione, ma hanno un ottimo rapporto. Quando andiamo a fare eventi promozionali ridono, scherzano, giocano insieme alla playstation. Non è impossibile che anche tra top rider ci sia un buon rapporto, in pista ovviamente è un altro discorso... Questo va molto a carattere, poi ci sono altri piloti, di cui non faccio il nome, con cui è difficile avere un buon rapporto.

Parliamo del quarto posto in campionato di Dani Pedrosa, vi ha deluso?
Soprattutto dispiaciuto, Dani è stato secondo in campionato praticamente tutto l'anno, nonostante un problema all'avambraccio a cui non è stato dato il giusto peso. Sono stato io a convincerlo a rendere pubblica la foto della cicatrice dell'operazione dopo che aveva fatto una brutta gara, ma lui è così, molto riservato e non cerca mai scuse. Gli ho detto 'Se tu non fai vedere in che stato hai corso, la gente penserà che hai fatto una gara brutta e basta, non è giusto per te'. La sua prima parte della stagione è stata influenzata da questo problema, è stato secondo tutto l'anno, anche perché Jorge Lorenzo ne ha fatta una più di Bertoldo. È bastato un errore di Dani ad Aragon e lo zero senza colpe di Phillip Island, per cambiare questa cosa. Mi dispiace perché sicuramente sarebbe stato più bello anche per noi, ma è anche vero che quello che conta veramente è il campionato. Credo che alla fine secondo o quarto così vicino non cambi molto. Ora ci sono quattro piloti una spanna sopra gli altri, è un dato assodato e lui rientra sicuramente tra questi.

Qual è la tua opinione sul contatto tra Iannone e Pedrosa a Phillip Island, la direzione gara ha fatto bene a togliere un punto alla patente dell'italiano?
Intanto non l'hanno tolto solo a Iannone, ma anche a Stefan Bradl, che è stato protagonista di un episodio simile. Queste sono decisioni della direzione corse, che ha una certa discrezionalità e la usa come reputa giusto. Entrambi i sorpassi, sia quello di Iannone che di Bradl, erano secondo me un po' sopra le righe: se arrivi a toccare un pilota e a farlo cadere, o comunque a compromettergli la gara, c'è qualcosa che non va. Casey lo diceva: “Questo non è uno sport di contatto”, può succedere che una volta ogni tanto si faccia un errore, un errore casuale non è giusto punirlo. Andrea, all'inizio delle gare, spesso e volentieri è oltre il limite, secondo me la race direction decide le punizioni non solo in riferimento al singolo episodio. Oggettivamente lui cade spesso nei primi giri, cerca di fare un po' troppo e quindi è giusto che si dia un po' una calmata.

Casey Stoner tornerà a fare il collaudatore per Honda nel 2015?
Ne stiamo parlando con Casey. L'ultimo test, nonostante fosse un anno che non andasse in moto, è andato molto bene, siamo molto soddisfatti. Anche lui si è divertito, quindi speriamo di sì.
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