Moto3, intervista esclusiva a Romano Fenati: “Punto a vincere il titolo"
Moto3 news - Uno dei talenti italiani più forti della categoria minore del Motomondiale è Romano Fenati, che quest'anno ha già vinto in Texas, ha centrato il secondo posto in Francia e stava facendo una gara fantastica al Mugello prima che la moto si rompesse. In occasione del Gran Premio di Catalunya (dove ha concluso quarto) l'abbiamo intervistato, ecco cosa ci ha detto della stagione in corso, della sua categoria, dei suoi compagni di squadra e del suo futuro
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MotoGP
Al suo quinto anno in Moto3, Romano Fenati è ancora l'italiano più veloce. L'ascolano, che fa parte della VR46 Riders Academy, è al momento terzo in campionato, dopo la vittoria in Texas e il secondo posto a Le Mans. L'abbiamo intervistato in Catalunya (prima della gara dove ha concluso quarto) e ci ha parlato del Mugello e dei suoi prossimi impegni futuri in Moto2.
Quanto ti è dispiaciuto finire anzitempo la gara del Mugello?
Un bel po', ma contro la sfiga purtroppo non ci puoi fare nulla. Era stato un week end positivo, potevamo fare davvero bene, secondo me potevamo anche vincerla, ma quando si mette la sfiga di mezzo è così. Sarebbe stato anche importante per il campionato, adesso sessanta punti sono tanti, ma siamo all'inizio. Anche Kent l'anno scorso viaggiava sui cento punti di vantaggio e poi ha dovuto lottare fino alla fine.
Che feeling hai con la tua KTM?
Quest'anno è partito meglio rispetto allo scorso anno, all'epoca eravamo anche impegnati a sviluppare al meglio il telaio e la moto. La nuova moto è molto simile a quella della passata stagione, ho buone sensazioni. In più l'anno scorso ero convalescente da un infortunio grave alla clavicola, tutt'ora mi dà fastidio ma va molto meglio. La moto di oggi va bene, ci sono solo da sistemare piccole cose un po' ovunque. L'anno scorso da questo punto di vista era più semplice, perché io avevo poco feeling con l'anteriore e ci concentravamo su quello. Quest'anno invece la moto è quasi perfetta, bisogna lavorare poco e bene. Non possiamo sbagliare. L'aspetto che aiuta di più il mio stile di guida è che la moto è più stabile, meno nervosa, e mi permette di concentrarmi più sulla guida.
Com'è la convivenza all'interno del team?
Uguale all'anno scorso. Non è cambiato nulla, se non poco. È più grande il box e ci sono più persone. Tutto tranquillo. Stiamo facendo un bel percorso con Pablo Nieto, abbiamo un bel rapporto.
Cosa mi dici della Moto3?
È una categoria difficile, non è per tutti. In alcuni circuiti, come il Mugello e il Montmelò, si formano grandi gruppi e si sorpassa molto. È sempre complicata, quest'anno è difficile per la sfiga.
Che bilancio fai finora?
È positivo. A parte Jerez, dove abbiamo avuto un week end difficile, e Mugello, week end sfigato, però per il resto siamo sempre andati forte.
Come organizzi la giornata del giovedì?
Si prepara tutto, a partire dal casco alla tuta. Facciamo il meeting, in cui si fa il punto della situazione, poi vado in Clinica Mobile a fare un massaggio, che se abbiamo lavorato tanto in palestra ci vuole per essere un po' più sciolti ed essere subito pronti. A volte incontriamo Valentino che ci dà due dritte sul tracciato, è capitato, a volte, che andassimo a fare un giro in pista.
Sei l'italiano più forte della tua categoria, senti la pressione di questa cosa?
No, ormai ci ho fatto l'abitudine. È dal primo anno del Motomondiale che è così, ma non l'ho mai sentita. Fondamentalmente non ascolto molto quello che si dice in giro, rimango concentrato su quello che penso io e la pressione che ho è quella che mi metto da solo.
Sei però un punto di riferimento per gli altri piloti, soprattutto per i più giovani...
Eh, mi fa piacere, però devono rimanere dietro (ride)! Spero che non copino la sfiga del periodo.
Qual è il tuo obiettivo della stagione?
Vincere il mondiale. Il prossimo anno si va in Moto2, sarebbe interessante passare da campione del mondo.
A proposito di questo, non è stato troppo affrettato deciderlo l'anno scorso?
Sono cinque anni che faccio la Moto3, basta! Sennò faccio la fine di quelli che a 29 anni fanno ancora la Moto3!
Quanto ti è dispiaciuto finire anzitempo la gara del Mugello?
Un bel po', ma contro la sfiga purtroppo non ci puoi fare nulla. Era stato un week end positivo, potevamo fare davvero bene, secondo me potevamo anche vincerla, ma quando si mette la sfiga di mezzo è così. Sarebbe stato anche importante per il campionato, adesso sessanta punti sono tanti, ma siamo all'inizio. Anche Kent l'anno scorso viaggiava sui cento punti di vantaggio e poi ha dovuto lottare fino alla fine.
Che feeling hai con la tua KTM?
Quest'anno è partito meglio rispetto allo scorso anno, all'epoca eravamo anche impegnati a sviluppare al meglio il telaio e la moto. La nuova moto è molto simile a quella della passata stagione, ho buone sensazioni. In più l'anno scorso ero convalescente da un infortunio grave alla clavicola, tutt'ora mi dà fastidio ma va molto meglio. La moto di oggi va bene, ci sono solo da sistemare piccole cose un po' ovunque. L'anno scorso da questo punto di vista era più semplice, perché io avevo poco feeling con l'anteriore e ci concentravamo su quello. Quest'anno invece la moto è quasi perfetta, bisogna lavorare poco e bene. Non possiamo sbagliare. L'aspetto che aiuta di più il mio stile di guida è che la moto è più stabile, meno nervosa, e mi permette di concentrarmi più sulla guida.
Com'è la convivenza all'interno del team?
Uguale all'anno scorso. Non è cambiato nulla, se non poco. È più grande il box e ci sono più persone. Tutto tranquillo. Stiamo facendo un bel percorso con Pablo Nieto, abbiamo un bel rapporto.
Cosa mi dici della Moto3?
È una categoria difficile, non è per tutti. In alcuni circuiti, come il Mugello e il Montmelò, si formano grandi gruppi e si sorpassa molto. È sempre complicata, quest'anno è difficile per la sfiga.
Che bilancio fai finora?
È positivo. A parte Jerez, dove abbiamo avuto un week end difficile, e Mugello, week end sfigato, però per il resto siamo sempre andati forte.
Come organizzi la giornata del giovedì?
Si prepara tutto, a partire dal casco alla tuta. Facciamo il meeting, in cui si fa il punto della situazione, poi vado in Clinica Mobile a fare un massaggio, che se abbiamo lavorato tanto in palestra ci vuole per essere un po' più sciolti ed essere subito pronti. A volte incontriamo Valentino che ci dà due dritte sul tracciato, è capitato, a volte, che andassimo a fare un giro in pista.
Sei l'italiano più forte della tua categoria, senti la pressione di questa cosa?
No, ormai ci ho fatto l'abitudine. È dal primo anno del Motomondiale che è così, ma non l'ho mai sentita. Fondamentalmente non ascolto molto quello che si dice in giro, rimango concentrato su quello che penso io e la pressione che ho è quella che mi metto da solo.
Sei però un punto di riferimento per gli altri piloti, soprattutto per i più giovani...
Eh, mi fa piacere, però devono rimanere dietro (ride)! Spero che non copino la sfiga del periodo.
Qual è il tuo obiettivo della stagione?
Vincere il mondiale. Il prossimo anno si va in Moto2, sarebbe interessante passare da campione del mondo.
A proposito di questo, non è stato troppo affrettato deciderlo l'anno scorso?
Sono cinque anni che faccio la Moto3, basta! Sennò faccio la fine di quelli che a 29 anni fanno ancora la Moto3!
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