Morto Andrea Merloni, storico presidente di Benelli
L'imprenditore marchigiano è stato stroncato da un malore. A cavallo tra gli anni '90 e i primi Duemila rilevò la casa di Pesaro avviandone il rilancio e realizzando modelli
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Andrea Merloni si è spento a Milano per un malore. L'imprenditore marchigiano aveva 53 anni ed era figlio di Vittorio, ex presidente nazionale di Confindustria. Andrea era il gemello di Aristide, che porta lo stesso nome del nonno fondatore del gruppo, e aveva due sorelle, Antonella e Maria Paola. Andrea Merloni fu presidente dell’Indesit di Fabriano (poi ceduta al gruppo Whirpool), sua città natale, ma nel mondo dei motori era principalmente ricordato per il medesimo ruolo che aveva ricoperto pochi anni prima, alla guida di Benelli Moto. Il marchio pesarese rimase sotto la sua amministrazione dal 1995 al 2004, dopodiché Andrea cedette le quote ai cinesi della QJ. Merloni ha sempre avuto un rapporto molto intenso con la casa del Leoncino e la città di Pesaro.
Una passione ben radicata
A portare Andrea Merloni a Pesaro era stata la sua passione per le moto e il rapporto di intensa amicizia che aveva con Augusto “Cico” Baronciani, l’uomo che aveva fondato una nota azienda di imballaggi. La Isopack aveva sponsorizzato il team di Andrea e quel legame cementato in anni di gare aveva poi portato Andrea a conoscere Giancarlo Selci, allora titolare della Benelli Moto.
I Merloni investirono molto nella Benelli: innanzitutto in infrastrutture, con un nuovo stabilimento all'uscita dell'autostrada di Pesaro. Nonostante la presentazione di nuovi modelli - come lo scooter Velvet e la naked TNT e la sportiva Tornado - che puntavano a rafforzare il marchio e diversificare la gamma, Benelli non riuscì più a tornare all'altezza dei fasti guadagnati nel passato e i numeri di mercato rimasero modesti fino all'avvento dei cinesi.
Voglia di cambiare
Con Andrea alla guida, l'innovazione e la sperimentazione di soluzioni originali aveva però ricevuto nuovo impulso: per esempio sulle due ruote del marchio pesarese venne montato un tre cilindri con un raffreddamento che evacuava aria calda grazie a due ventole sotto al codino. La Tornado rimane ancora oggi uno dei modelli più rappresentativi di quel periodo. Furono anni di forte rilancio del marchio Benelli, che sotto la guida di Andrea sfornò moto originali, dal design esclusivo e innovative anche dal punto di vista tecnico.
Una passione ben radicata
A portare Andrea Merloni a Pesaro era stata la sua passione per le moto e il rapporto di intensa amicizia che aveva con Augusto “Cico” Baronciani, l’uomo che aveva fondato una nota azienda di imballaggi. La Isopack aveva sponsorizzato il team di Andrea e quel legame cementato in anni di gare aveva poi portato Andrea a conoscere Giancarlo Selci, allora titolare della Benelli Moto.
I Merloni investirono molto nella Benelli: innanzitutto in infrastrutture, con un nuovo stabilimento all'uscita dell'autostrada di Pesaro. Nonostante la presentazione di nuovi modelli - come lo scooter Velvet e la naked TNT e la sportiva Tornado - che puntavano a rafforzare il marchio e diversificare la gamma, Benelli non riuscì più a tornare all'altezza dei fasti guadagnati nel passato e i numeri di mercato rimasero modesti fino all'avvento dei cinesi.
Voglia di cambiare
Con Andrea alla guida, l'innovazione e la sperimentazione di soluzioni originali aveva però ricevuto nuovo impulso: per esempio sulle due ruote del marchio pesarese venne montato un tre cilindri con un raffreddamento che evacuava aria calda grazie a due ventole sotto al codino. La Tornado rimane ancora oggi uno dei modelli più rappresentativi di quel periodo. Furono anni di forte rilancio del marchio Benelli, che sotto la guida di Andrea sfornò moto originali, dal design esclusivo e innovative anche dal punto di vista tecnico.
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