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Morte Paul Walker: accordo tra la figlia Meadow e Porsche

La figlia dell’attore aveva intentato una causa a Porsche, sostenendo che la Carrera GT coinvolta nell'incidente in cui aveva perso la vita il padre Paul aveva un difetto alle cinture di sicurezza. Le parti hanno trovato un accordo prima di giungere alla sentenza, ma l'importo del risarcimento non è stato reso noto
Il risarcimento rimane top secret
Dopo quasi tre anni si chiude la causa legale intentata dalla figlia di Paul Walker contro Porsche.
Nel 2013, l’attore protagonista di Fast and Furious, aveva perso la vita a causa di un grave incidente che aveva coinvolto la Carrera GT su cui si trovava, guidata dall’amico Roger Rhodes (anch’egli morto nello schianto). Secondo i rilevamenti effettuati dalla polizia di Los Angeles, ad una velocità di circa 160 km/h (cioè a circa il doppio di quella consentita dal Codice sul quel tratto di strada), Rhodes aveva perso il controllo della supercar, che aveva impattato  contro il marciapiede e poi contro un palo della luce, prendendo immediatamente fuoco. Rhodes morì sul colpo, mentre Walker spirò tra le fiamme. Nel 2015, la figlia 18enne Meadow Walker intentò una causa alla Porsche, accusandola di negligenza e omicidio colposo: secondo il legale della giovane, la vettura mancava di adeguati sistemi di controllo e stabilità, presentando inoltre un difetto alla cintura di sicurezza che avrebbe impedito all’attore di liberarsi dalla vettura in fiamme. Contestualmente alla causa contro Porsche - che in un primo momento addossò ogni responsabilità alle due vittime - Meadow intraprese una seconda battaglia legale per chiedere un risarcimento economico anche alla famiglia di Rhodas, ritenuto ugualmente responsabile dell’incidente: il giudice si espresse favorevolmente, disponendo un risarcimento di circa 10 milioni di dollari. Una terza causa era stata intentata dalla vedova di Rhodas, anche lei convinta che l’incidente fosse stato causato da un difetto di progettazione dell’automobile. Accuse respinte perché, in base alla documentazione prodotta, la casa automobilistica tedesca non risultava in alcun modo co-responsabile dell’accaduto.
La causa intentata dalla figlia di Walker, invece, s’è conclusa in modo diverso: mentre Roger era morto sul colpo, Paul era rimasto nell’abitacolo per più di 1 minuto senza la possibilità di liberarsi, avvalorando in tal modo la tesi dell’accusa, secondo la quale alla base della tragedia vi sarebbe stato un difetto alle cinture di sicurezza. Non si è giunti comunque a una sentenza, ma le parti hanno trovato un accordo sul risarcimento economico, che non è stato reso noto.
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