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Morte di Marco Scavarelli, il padre: “Corsi di guida sicurissimi, gli acquapark sono più pericolosi”

A qualche giorno dalla tragedia che ha colpito la famiglia Scavarelli, il padre torna a parlare dell'incidente che si è portato via il piccolo Marco, deceduto alla guida di una minimoto: “È stata una disgrazia frutto del caso, i corsi di guida sono utili”
Non è colpa del corso
Cristian Scavarelli, papà di Marco, morto a sei anni a causa di un incidente su una minimoto, prova a raccogliere i pezzi di una tragedia infinita. La morte di suo figlio, accaduta durante un corso di guida per bimbi, ha scatenato una vespaio di polemiche. Tante le accuse dai social che hanno dipinto il padre come un invasato, accusandolo di essere, di fatto, la causa delle morte del piccolo. Cristian ha ricostruito così la dinamica dell'incidente “Ho tirato la cordina per riaccendere la moto. Quel giorno faceva un caldo bestiale e volevo evitare di spingerla fino al gazebo che era a una quarantina di metri. Marco è saltato su e ha iniziato ad accelerare. La moto è partita, lui si è sbilanciato all’indietro, e così è andato al massimo. Ha sfiorato un bambino, poi una transenna e poi dritto sulla piantana in ferro del cancello, dove ha battuto la testa". Poi ha voluto spiegare le motivazioni per cui Marco era in sella a una minimoto, dimostrando una grande lucidità e non cercando dei colpevoli esterni. La morte di Marco è stata una disgrazia e le minimoto, in tutto questa, c'entrano davvero poco: “Io dico che lo scivolo dell’acquapark e la bicicletta possono essere molto più pericolosi di una minimoto. C’erano due istruttori per due bambini, tutti equipaggiati, velocità minima, pista sicurissima. Queste lezioni le consiglierò sempre, nonostante quello che è successo.”
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