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Milano, il sindaco Sala attacca il referendum contro i divieti di circolazione per le moto

Superato lo scoglio delle 1.200 firme, il referendum che chiede lo stop al divieto di circolazione di moto e scooter “inquinanti” è ora al vaglio dei Garanti. Per il Sindaco Sala però, il referendum è solo inutile e costoso

L'ok dei saggi

Disponibile per la firma sul sito del Comune di Milano, il referendum popolare che chiede lo stop agli ulteriori divieti di circolazione nelle aree B e C che di qui ai prossimi mesi pioveranno su moto e scooter è, secondo il sindaco Sala, soltanto “inutile e costoso”. Così almeno l’ha liquidato il primo cittadino del capoluogo lombardo che, interpellato sull’argomento, ha detto: “è solamente esibizionismo di qualcuno, ogni tanto i referendum si evocano e poi non si fanno mai: per ottenere consenso e incidere devono ottenere il 50% delle adesioni, e poi sono costosissimi”. 

Al di là delle discutibili dichiarazioni di Sala, i referendum, perchè ne sono stati depositati due, hanno comunque superato in poche ore lo scoglio delle firme e ora passeranno al vaglio dei Garanti comunali: con il loro via libera, i promotori dovranno raccoglierne altre 12mila per ottenere il via libera allo svolgimento del referendum. 

L'appoggio di Assomobilità

Mentre il sindaco di Milano ha liquidato migliaia di cittadini che chiedono lo stop ai divieti, dalla loro parte si è schierata Assomobilità (Confcommercio Milano): “siamo vicini ai motociclisti e molto attenti alle attività che si occupano di questo settore: guardiamo, perciò, con interesse – ha detto il presidente dell’associazione Simonpaolo Buongiardino - all’iniziativa referendaria per la revoca e l’abrogazione delle norme stabilite dal Comune di Milano sui divieti per la circolazione dei motoveicoli e dei ciclomotori  perché i divieti sono un provvedimento eccessivo verso una modalità di trasporto che fluidifica il traffico cittadino. I motocicli sono, infatti, ‘responsabili’ di una percentuale veramente ridotta, l’1,3%, delle emissioni (fonte Agenzia europea dell’ambiente)”. “Sarebbe una misura pesantissima – ha concluso Buongiardino  ricordando le ancor più stringenti limitazioni che entreranno in vigore da ottobredi limitazione della libertà, ma anche un grave danno per il conseguente congestionamento del traffico, in quanto le due ruote motorizzate sono il modo più semplice per la circolazione milanese. Inoltre, si creerebbe un danno importante, in un momento storico delicato, a tutte le aziende che fanno della manutenzione e della rivendita di questi mezzi parte rilevante della loro attività. Il referendum abrogativo è uno strumento, ma altrettanto importante è confrontarsi con l’Amministrazione comunale per far comprendere quanto queste misure siano eccessive”.

L’ordine del giorno

In tutto questo, la Lega ha annunciato un ordine del giorno il cui obiettivo è per l’appunto quello di posticipare al 2028 l’entrata in vigore al divieto di accesso ad Area B e Area C per moto e scooter due tempi Euro 2 e 3 e quattro tempi Euro 0, 1 e 2.

Le regole di Area B e C

Già tra le più rigide in Italia e in Europa per quanto riguarda la limitazione alla circolazione dei veicoli, Milano si prepara un ulteriore giro di vite: da ottobre, il divieto d’ingresso all’Area B e all’Area C del capoluogo (qui tutti i dettagli) verrà infatti esteso anche alle moto due tempi Euro 2 e 3 ed alle quattro tempi Euro 0, 1 e 2 (e dal 2028 anche le Euro 3). 

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