Salta al contenuto principale

Memories of Imatranajo - A volte ritornano

Quello che state per leggere è un bellissimo regalo che l’amico Mario Lega ha fatto a inSella.it. Per i (pochi) lettori che non lo conoscono, Mario Lega è stato campione del mondo 250 GP nel 1977 con la Morbidelli, nonché campione italiano in numerose categorie tra gli anni 60 e 70. Al ritorno dalla festa che si è svolta all’inizio di agosto per i 75 anni del Moto Club Imatra e i 50 anni del GP di Finlandia (Imatranajo), abbiamo sentito Mario e gli abbiamo chiesto di raccontarcela. La sua risposta è stata il pezzo qui di seguito, da leggere tutto d’un fiato: Mario ha una bella manetta anche con la tastiera, non solo con la moto!

Premessa

Imatra è una cittadina sulle rive del lago Saimaa, famosa in Finlandia per i suoi paesaggi. Gli appassionati di moto però conoscono Imatra perché fino agli anni 80 ospitava il GP di Finlandia su una pista stradale di poco più di 6 km, pericolosa ma affascinante.
Rettilinei lunghi dove le moto più veloci svettavano in maniera arrogante, passaggi “caratteristici” come l’attraversamento dei binari del treno, oppure un salto da motocross su un irto dosso dopo un lungo rettilineo che faceva alzare la ruota anteriore alle moto di tutte le cilindrate. Per non parlare del passaggio alla rotonda del centro, oppure dell’uscita dalla prima curva dopo il traguardo, dove si sfruttava anche il marciapiede salendoci sopra (io lo feci solo dopo aver visto gli altri, altrimenti mai mi sarebbe passato per la mente di andare a sfruttare anche quel metro di spazio). Esse strette, veloci curvoni, asfalto ondulato con una cornice di alberi da intimorire anche uno scoiattolo. In questo contesto ci giocavamo i punti per il campionato mondiale, in una pista pericolosa dove gli scrosci d’acqua erano più frequenti del battito dei cuori. Eppure ci venivamo tutti volentieri: perché?
Perché l’abbraccio dei fan era particolarmente affettuoso, discreti i cacciatori di autografi, generose le indigene del luogo… giovani, bionde, occhi azzurri, nasino alla francese: tante Marylin Monroe in miniatura, un vero incanto per i piloti e meccanici latini.


Memorie di Imatra ?

Altro che memorie, questa non era la solita rievocazione storica: qui il clima è rimasto quello degli anni 70 e anche il Valtionhotelli, centro nevralgico dell’organizzazione, è sempre uguale. Queste cose rimaste intatte fanno viaggiare la mente a ritroso e ti fanno sentire giovane come allora. Gli amici, i colleghi piloti ci sono tutti, ovviamente invecchiati ma in discreta forma: Luigi Taveri con moglie e figlia, Jim Redman alto magro e pieno di fantastiche rughe, Phil Read un po’ appesantito ma sempre istrionico, Dieter Braun con la bellissima moglie e sempre altissimo (ogni volta che lo incontro gli chiedo come abbia fatto a vincere un titolo con una piccolissima 125 cc). E poi i “locali” Teuvo Lansivuori e Korhonen, i francesi Christian Sarron, Baldè,  Plisson, e ancora Kneubuhler, Freymond, Borje Joanson, Bo Granat… c’è quasi l’intero paddock di un tempo!

I quattro "moschettieri" italiani, da sinistra: Lucchinelli, Bianchi, Agostini e Lega


Gli italiani

Oltre a me sono stati invitati Pier Paolo Bianchi, Marco Lucchinelli, (defezione di Bonera all’ultimo momento) e il Re: Giacomo Agostini. Giacomo è talmente famoso che ancora oggi lo riconoscono anche fuori dal contesto motoristico. Appena saliti sull’aereo (lui viaggiava insieme a Lucky) viene riconosciuto dallo stewart: “15+1 campionati del mondo? Se non vi offendete vi ospiteremmo in  business class”… ovviamente hanno accettato. Al loro arrivo un’auto dell’organizzazione li attendeva all’aeroporto di Helsinki, mentre io e Bianchi abbiamo affittato un’auto e abbiamo guidato tra il verde e in solitudine di traffico fino a Imatra che dista circa 260 km.


Le moto

Questo lato delle manifestazioni è stato curato come si deve, ci sono abbinamenti che non vanno cambiati: Ago con la MV Agusta (anche se con Yamaha ha avuto successi), Lucky con la Suzuki RG, Baldè con la Kawasaki, Redman e Taveri con le Honda, io e Bianchi con le Morbidelli. Il problema è che i possessori di queste splendide moto le tengono perfettamente in ordine esteriormente: belle, lucide, perfette… ma dentro?
In molti casi sono state messe in moto al massimo sul cavalletto e sono sicuramente meno in forma degli antichi piloti che le cavalcano.

Semi manubri disallineati, cupolino rotto e leva del cambio granitica... un buon inizio!


La manifestazione

Tutto uguale a un tempo e tutto organizzato alla perfezione: i piloti alloggiati al Valtion, pass al collo e via in pista che negli ultimi anni era stata accorciata. Io e Pier Paolo ci fiondiamo sul vecchio tracciato che Bianchi ricorda bene perché nel 78 ebbe un incidente all’ultimo giro, quando lottava per il mondiale contro Nieto e Lazzarini. Dopo il salto c’era un curvone velocissimo sulla destra: Nieto si infilò all’interno -racconta Paolo- tirandosi dietro Lazzarini, Paolo replicò aprendo tutto il gas ma era talmente piegato che si adagiò sull’asfalto schizzando via tra gli alberi. Risultato: femore rotto e campionato perso. Ci dirigiamo subito al paddock che è sempre lo stesso: ghiaia sotto, lago di fianco e tante tende e roulotte. Dov’è la mia moto?


Contatto

Sto cercando una MBA 250 invece della Morbidelli, sono cugine e per una sfilata può andar bene ugualmente. Incontro Flavio Frighi, possessore di splendide e funzionanti Kawasaki, che l’ha vista e gli chiedo: com’è? Lui mi squadra dalla testa ai piedi e diplomaticamente mi risponde: sei più in forma tu! Dopo colazione finalmente troviamo le nostre moto: Pier Paolo ha una Sanvenero zebrata di Luciano Battisti e anch’io finalmente vedo il mio cavallo... colori agghiaccianti! Beige cacca, riga centrale rossa con filetti verdi, vorrei scomparire. E io che mi ero fatto fare dalla Vircos una tuta Morbidelli replica! È tutta bianca con le righe nere e blu dello sponsor Baime di allora, una scritta Lega cubitale e la bandiera nazionale, insomma non sta bene per niente con la moto. Provo la posizione in sella: i manubri inclinati alla Saarinen sono uno più alto e uno più basso, il vetro del cupolino è rotto, la frizione è talmente dura che non la tiro con due mani… se grippo, arrivo in Russia (che dista pochi km) prima che abbia disinnescato il cambio! Ci ridiamo sopra e cominciamo a firmare autografi.

Vecchia, ma sempre molto affascinante


Finalmente in pista

Siamo schierati a seconda dei titoli vinti, con una ragazzotta che porta i nomi di tutti i piloti per indicare la posizione: le prime due file hanno pure un’ombrellina (poi ne parliamo), io sono in terza fila e quindi ciccia.
Ad uno ad uno veniamo intervistati mentre nuvoloni neri ci circondano, ma per i Finlandesi è estate e non si preoccupano minimamente. Il motore della mia MBA funziona bene, ma è cortissimo di rapporti: a metà rettilineo sono già a 12.000 giri, mi rialzo e spero che la carburazione sia grassa. Nonostante il rapporto corto la prima è lunghissima e necessita di qualche sfrizionata per uscire dalle curve più strette, i freni Zanzani frenano e le gomme gommano, il cambio per una leva corta e alta è durissimo, però finisco il turno con un bel sorriso. La seconda esibizione è più problematica, una candela non funziona e giro a un cilindro. Olavi Lehtinen, il mio tecnico, mi rassicura in un italiano comprensibilissimo: io cambio càndela, ma ha delle vecchie Champion d’epoca. Per fortuna l’amico Frighi (che ringrazio pubblicamente) ci offre delle più moderne NGK che funzionano molto meglio.


Mario in compagni di una delle maggiori attrattive di Imatra


The umbrella girls

Molta attesa sulla linea di partenza. Davanti a noi le ragazzine con il cartello che sorridono: sono cacciatrici di autografi per le loro magliette, ma gli italiani che mi hanno preceduto hanno occupato i punti cruciali e scrivere la firma (ovviamente) sul seno non è facile… Ci facciamo fotografare con Miss Finlandia e tutte le biondine che passano in zona, solo per fare invidia agli amici a casa che penseranno cose turche.


Feste e premiazioni

La sera del sabato siamo tutti a cena al Valtionhotelli, veniamo chiamati in ordine di titoli e premiati con un libro su Imatra e un quadro con una nostra foto dell’epoca. I primi chiamati rimangono sul posto e quando via via passano i “grandi”, le battute e gli scherzi non si fanno attendere. Chiamano Bianchi e non si sa come Freymond trova un seggiolone da bimbo e lo piazza in centro alla sala: Paolo vi sale sopra come ad un trono, scatenando ilarità.  L’ultimo è ovviamente Ago: Lucchinelli gli si prostra davanti con le braccia alzate e si inchina davanti a lui osannandolo, un vero spasso.


Gli spettatori e gli “avversari”

Moltissimi i primi (penso più che al Mugello per la MotoGP) e organizzati con foto libri, magliette, tute da immortalare con una firma. Ma sempre discreti ed educati, insomma nordici. Quanto agli avversari di un tempo, ora siamo anici, come vecchi compagni di scuola: le rivalità sono sparite, rimane il piacere di stare insieme e sentirsi giovani piloti. In più c’è il piacere di fraternizzare con i miti, quegli eroi che da bambino andavo a vedere a Monza aspettando alle curve di Lesmo, ora sono lì con me: abbraccio amichevolmente Jim Redman e scherzo con Read, mentre Baldè finge di appoggiarsi a Mortimer piegato a 90° a pulire i raggi della sua Yamaha esclamando: “ho sempre sognato di sodomizzare un inglese!” Risate a crepapelle...


Lega in compagnia di un suo idolo, Phil Read


La parata finale

Le moto sono schierate per l’ultima manche tutti insieme: la gente è assiepata come una cornice lungo tutto il percorso, il tempo è stato piacevolmente clemente. Si parte, una spinta e via. Lucchinelli in un eccesso di autostima tenta di mettere in moto la sua Suzuki con un colpo di petto sul serbatoio come faceva un tempo: avrà male alle costole fino al giorno dopo... Ago parte primo e noi dietro a fare le damigelle d’onore, ad ogni cambiata dalla sua MV 3 cilindri esce una fumata cospicua, alla faccia dello sbuffo d’olio! Poi il fumo aumenta e Marco lo affianca gridando: “Huston, avete un problema!”: Ago si ferma con un pistone fuori uso. Io invece continuo a litigare con la leva del cambio, non ci arrivo ed è dura da matti: alla fine la stronco perdendola per strada, ma per fortuna la parata è finita.


La grande festa…

Alla fine della manifestazione siamo stati tutti invitati nella “farm” di Urpo, un miliardario del posto che è rimasto sempre dietro le quinte, ma sembra sia quello che ha finanziato l’Imatranajo 2012 (compresi i nostri rimborsi). Il posto è in piena campagna a 2 km dalla frontiera russa: le uniche auto che passano vanno a fare il pieno di benzina oltre frontiera, perché là costa sensibilmente meno. Il verde è assordante, chissà come sarà il bianco in inverno! Urpo ha un museo contadino dove però c’è di tutto: moltissimi attrezzi agricoli, ovviamente, ma anche sci, scarpe, slitte, armi, auto (tra le quali una Ferrari 308), uno yacht, una prigione, una sala biliardo, una camera ascolto musica, un juke-box che suona senza dover mettere le monete… insomma, tutte i simboli di ricchezza possibili.


Ago come sempre davanti a tutti


…e la sfida

Ma ci hanno preannunciato una sorpresa e al clou della festa ci incamminiamo tutti insieme. Dopo 300 metri di passeggiata arriviamo ad un maneggio dove ci attende un percorso segnato dove si svolgerà una gara… a cavallo! Delle stalliere (tutte donne, tanto per cambiare) vestite in modo bizzarro, con copricapi cornuti e vestiti maculati da mucche pezzate, portano i cavalli (con coperte “personalizzate” con i marchi delle loro moto) ai tre cavalieri designati: Agostini, Redman e Read. Vengono forniti ai concorrenti copricapi e frustino d’ordinanza, poi viene spiegato il regolamento della disfida.
Prima difficoltà, tentare di salire in sella: non cosi facile! Tutti i piloti durante la carriera si sono lamentati almeno una volta di non avere cavalli a sufficienza? Bene, ecco la resa dei conti: affrontarsi in circuito con un solo cavallo. Ago sceglie di montare una femmina (e ti pareva…) mentre Read un maschio nervosetto; a Redman rimane un cavallo gayo, pardon baio.
Warm-up lap con le stalliere che tengono il morso del quadrupede (a me scappa un “sembrate i Re magi” che provoca pericolose risate degli italiani) poi allineamento e via!
Ago parte bene, seguito da Redman. Read tenta un improbabile inserimento all’interno ma Jim chiude la “stalla”.  Allora Filo di Ferro (il suo vecchio soprannome gli sta sempre bene) sprona il suo maschio e por fuera tenta il sorpasso di entrambi. Il tifo è alle stelle, tutti urliamo, il cavallo di Read prende velocità e Phil sbilanciato cade sulla ghiaia. Il grande inglese piomba a terra da un’altezza inusuale, ma con l’esperienza limita i danni fisici tra l’ilarità generale (che a me sembra fuori luogo: poteva farsi molto male, ha pur sempre 73 anni). I due contendenti rimasti però non si accorgono di nulla, sono alla volata finale: il Mino nazionale viene affiancato dal “Rhodesiano dagli occhi di ghiaccio”, ma Ago lo stringe alle transenne e lo costringe a un testa-coda, Redman esce di pista con una giravolta… e Agostini vince ancora. Il migliore rimane sempre lui!

La "rovinosa" caduta di Phil Read


Premiazione e polemiche

Phil redarguisce Giacomo: “you put me out!”. Ma noi (che abbiamo filmato tutto) rassicuriamo Ago che Read è bugiardo: “lui ha sempre fatto così, quando perdeva aveva mille scuse!“. Però hai buttato fuori Jim: “sì, ma con classe, non se ne è neppure accorto” e giù a ridere.
Da qui in poi la festa decolla tra torte di compleanno a forma di pneumatici per Agostini e Redman, balli e canti. Lucchinelli si esibisce in un “Guarda che luna” (cavallo di battaglia di Fred Buscaglione, uno che gli somigliava molto…) dimostrando di non conoscere la canzone ma di essere assai intonato, tanto che gli chiedono di riprovare con “O sole mio”: netto diniego da parte di Marco, ma poi mi chiede “come inizia, già: che bella cosa nà jurnata  e sole…”. L’artista vero non si tira mai indietro!
La notte continua tra copiose bevute e balli scatenati dove Soili, la vedova del grande Jarno Saarinen, brilla per leggerezza e sensualità, poi tutti a nanna.
Imatra Motoclub ripeterà l’evento tra due anni. Io spero di essere invitato nuovamente, e anche voi se potrete concedervi una piccola vacanza, non mancate a questa festa tra vecchi campioni e giovani bellezze del luogo.
Ah, dimenticavo: ci sono anche delle moto fantastiche!



I principali protagonisti (in ordine di titoli Mondiali)

Giacomo Agostini, 70 anni, 15 Mondiali
Phil Read, 73 anni, 7 titoli Mondiali
Jim Redman, 81 anni, 6 titoli Mondiali
Pier Luigi Bianchi, 60 anni, 3 titoli Mondiali
Luigi Taveri, 83 anni, 3 titoli Mondiali
Dieter Braun, 69 anni, 2 titoli Mondiali
Mario Lega, 63 anni, 1 titolo Mondiale
Marco Lucchinelli, 58 anni, 1 titolo Mondiale
Leggi altro su:
Aggiungi un commento