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Mariano Roman traccia il futuro di Fantic Motor: "Competitivi a livello mondiale"

L'amministratore delegato del brand italiano delinea le prossime mosse, sia nella produzione che nelle corse: "Crediamo nel due tempi, Witteveen sta lavorando a un 300, ma non dimentichiamo i quattro tempi e a Eicma vedremo un 450". Nel cross il passaggio al mondiale è vicino, a livello industriale l'acquisizione di Motori Minarelli è il simbolo della crescita: "Vogliamo produrre tutto qua"
Mariano Roman è alla guida di Fantic Motor dal 2014, quando il gruppo VeNetWork ha rilevato la (allora) piccola azienda da Federico Fregnan (che aveva fatto rinascere in Veneto lo storico marchio di Barzago). A distanza di sei anni abbondanti dall'inizio di quell'avventura, l'amministratore delegato ha oggi in mano un'azienda da più di 40 milioni di fatturato, con 120 dipendenti e che, grazie all'acquisto di Motori Minarelli, punta a triplicare il volume d'affari e il personale.

Ingegnere o CEO?
L'imprenditore veneto ha un solido background da progettista, un'origine che tutt'ora influenza le scelte in seno all'azienda: “Il sentimento che continua a prevalere è la passione, fin da bambino. Ricordo gli anni in Aprilia come tra i più divertenti e lì il ruolo era tecnico. Poi sono passato a fare il responsabile in un'azienda nel settore delle fondazioni, ma lì le macchine andavano troppo piano (ride, ndr). Il richiamo delle due ruote è stato troppo forte e abbiamo dato vita a questa avventura in Fantic. Ora come ora l'amore per la tecnica e l'occhio al mercato vanno di pari passo nel guidare le decisioni: si cerca di capire dove va il mercato e di scegliere un segmento che crei emozione, poi lì andiamo a introdurre un elemento tecnico coerente con questa scelta e facciamo partire la fase di sviluppo del prodotto”.

Il fiore all'occhiello
Il Caballero non è solo una moto molto popolare che sostiene l'azienda, ma un vero e proprio biglietto da visita: “Incarna il nostro concetto di moto, legato al divertimento, ed è ormai un punto di riferimento. Inizialmente volevamo riprendere i vecchi clienti, che nel frattempo sono cresciuti, ora ne stiamo acquistando di nuovi. Prima era un fenomeno principalmente italiano e francese, ora vendiamo anche in Australia, in Giappone, questo aspetto mi fa particolarmente piacere”.

Sempre più off
La produzione di Fantic Motor proseguirà nella direzione di ampliare l'offerta nel fuoristrada: “Siamo entrati in maniera molto pesante nel mondo cross ed enduro con le cilindrate 125 e 250, tra poco faremo il nostro ingresso anche nella gamma 450, un prodotto che vedrete al prossimo salone di Milano, sperando che ci sia. Non nascondo che vogliamo diventare un'azienda importante nel mondo del fuoristrada. Ci muoviamo anche nel mondo delle e-bike e anche in questo segmento vogliamo diventare un costruttore di riferimento, sempre per quanto riguarda l'off road”.

Il senso delle acquisizioni
Yamaha era già partner di Fantic Motor e per qualcuno poteva sembrare non necessario procedere all'acquisizione di Motori Minarelli, un'operazione che Roman spiega invece come logica: “Ci mancava il know-how del motore e Motori Minarelli ci ha dato l'opportunità di colmare questa lacuna. Era una realtà che conoscevo bene perché ci lavoravo da 40 anni, c'era un grande valore da andare a prendere. Ora stiamo investendo molto non solo nell'industrializzazione, dove già Yamaha aveva lavorato molto e bene, ma anche in ricerca e sviluppo per fare crescere il versante della progettazione, dell'innovazione. Vogliamo proporre nuovi motori e vogliamo portare la produzione dei nostri prodotti in Europa. Sentiamo la responsabilità del nostro territorio e crediamo che sia doveroso e opportuno da parte nostra investire per realizzare i nostri prodotti qui”.

La passione agonistica
Fantic Motor sta muovendo passi importanti, anche se con prudenza, tanto nel cross quanto nell'enduro. “Investiamo molto nelle corse, fa parte del nostro dna. Nel cross abbiamo trovato nei Maddii degli ottimi partner, con grande passione e competenza, possiamo andare lontano con loro. L'anno scorso abbiamo vinto l'europeo 125 con Bonacorsi, quest'anno abbiamo già conquistato gli Internazionali d'Italia sia nella 125 che nella 250 con Osterhagen e Lapucci. Per adesso abbiamo iniziato bene e in futuro avremo novità. Nell'enduro per ora lavoriamo con diverse squadre: con il team D'Arpa, con Edmonson e Albergoni. Ma stiamo investendo molto anche nella progettazione: abbiamo in casa Jan Witteveen, che sta facendo crescere una squadra di tecnici capaci. Lui per noi è il numero uno. È il vero mago dei due tempi, si fa fatica a ricordare tutti i titoli che ha vinto. Capita che ci troviamo a discuterne bonariamente (ride, ndr).

Una scelta controcorrente
Investire sul due tempi ha una doppia motivazione per Roman: “La prima è legata ai costi. La 125 è la classe che insegna ai giovani a correre ed è giusto che lo faccia con costi ragionevoli, per cui ha senso continuare sia nell'enduro che nel cross. Nella 250 invece è una sfida personale nostra, vogliamo dimostrare che possiamo essere competitivi ovunque, anche contro aziende che hanno investito molto. Ora stiamo sviluppando anche un 300 due tempi per l'enduro, un progetto a cui Jan tiene molto”.

Il mondiale? Presto
Arrivare al campionato del mondo è il proseguimento naturale di un percorso che Fantic Motor sta percorrendo con ottimi risultati, come dimostrano i recenti risultati nel motocross. Ma in quell'ambito i giapponesi hanno ormai virato sul quattro tempi, compatti nel seguire le scelte di Honda. Roman non indica nel 2022 la data in cui Fantic Motor darà il via all'avventura iridata, ma conferma che i tempi sono ormai maturi. “Lavoriamo anche nel quattro tempi, non lasciamo nulla indietro. Il mondiale? È un obiettivo a breve”.
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