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L'UE firma un accordo di libero scambio con il Giappone

Se gli appassionati di Harley si preoccupano del possibile (ma non certo)  aumento dei prezzi dovuto alla guerra dei dazi scatenata da Trump, i fan delle moto nipponiche festeggiano invece il recente accordo di libero scambio firmato tra Europa e Giappone. Il Jefta prevede infatti l'eliminazione dei dazi sul 99% delle merci giapponesi che entrano in Europa e il 94% di quelle che seguono la rotta opposta
Accordo di libero scambio Europa-Giappone
Mentre gli Stati Uniti aumentano i dazi sulle importazioni e l’Unione Europea, in risposta, fa altrettanto, guardando ad Oriente le cose sembrano andare nel senso opposto. L’accordo di libero scambio firmato al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il premier giapponese Shinzo Abe prevede infatti l'eliminazione delle imposte sul 99% delle merci nipponiche che entrano in Europa e cancellamento del 94% dei dazi su prodotti che seguono la rotta inversa. Tradotto: le merci importate dal Giappone costeranno meno e, allo stesso tempo, i prodotti made in Europa circoleranno con più facilità in Giappone. Si chiama Jefta (Japan-Ue free trade agreeement) ed è un accordo importantissimo perchè riguardante, complessivamente, circa 600 milioni di persone, nonchè il 30% del PIL mondiale. In futuro quindi, Suzuki, Yamaha, Kawasaki e Honda costeranno di meno: i tagli sui dazi porteranno ad un -8% del prezzo complessivo sui i mezzi di cilindrata inferiore ai 250 cm3 e al -6% per quelli di cilindrata superiore. Una Yamaha R1 ABS - il cui prezzo si assesta sui 19.000 euro - potrebbe essere quindi acquistata, giusto per fare un esempio, con un risparmio per l’acquirente europeo di circa 1300 euro.
Il vantaggio è doppio: l’Unione Europea avrà dei vantaggi nell’importare moto nipponiche e, dall’altra parte, i produttori europei avranno vantaggi nell’esportare i propri, prefigurando in tal modo un aumento delle vendite. A quanto detto si aggiunge un ulteriore aspetto positivo: grazie all’accordo, infatti, saranno uniformati gli standard per le emissioni inquinanti dei veicoli, con il risultato che le diverse case non saranno più costrette a effettuare il doppio test di omologazione, uno cioè in patria e l’altro nel paese in cui il mezzo è stato esportato.
Si, ma non così in fretta: l’accordo entrerà in vigore nel marzo 2019 ma, poichè il dazio sarò cancellato in modo graduale di anno in anno, è stimato un tempo di circa 5 anni perchè possa lavorare a pieno regime. 
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